L’antidoto alla cattiva politica di Servalli: concedersi un’escursione nei territori dell’utopia
L’intervista a Carlo Panzella, pubblicato oggi dal nostro giornale, è in larghissima misura condivisibile. E in alcuni passaggi si rivela essere tanto apprezzabile quanto veritiera, soprattutto nelle analisi socio-politiche.
Partiamo con l’evidenziare la schiettezza e l’onestà intellettuale di Panzella, il quale, senza peli sulla lingua, esprime con grande lucidità giudizi durissimi e tutt’altro che lusinghieri sull’attuale Amministrazione comunale metelliana.
D’altra parte, descrivere la città governata da Servalli come “addormentata fra le braccia di Morfeo” è una verità incontestabile. E la descrizione che fa delle condizioni attuali della nostra città è un affresco di pregevole valore. “Villaggi e quartieri poco puliti -afferma Panzella- il traffico sempre più ingovernabile, la gestione sciatta o volutamente distratta del patrimonio comunale, lo stato delle strade e dei marciapiedi, la situazione delle strutture sanitarie, la macchina comunale sempre uguale a se stessa”.
E le conclusioni che Panzella tira forse non ammettono appello: “Questa mi sembra la più scadente amministrazione degli ultimi 30 anni”.
Sarà questa molto probabilmente, a parere di chi scrive, l’iscrizione che la storia cittadina porrà sulla lapide a ricordo dell’Amministrazione Servalli.
Detto ciò, tra i tanti spunti offerti da Panzella vi è quello dove afferma che “non esiste un futuro di buona politica senza partecipazione reale”. E, in questa ottica, ha ragione quando suggerisce di “ripensare la gestione del patrimonio comunale” per risvegliare una città dormiente non attraverso il clientelismo di oggi, bensì restituendo ai cittadini, alle associazioni, agli artisti, ai giovani volenterosi, “il piccolo teatro, la mediateca, Santa Maria al Rifugio, San Giovanni, le case comunali dei villaggi, gli innumerevoli locali sparsi in centro e nelle contrade”. In altre parole, operare una svolta concreta nella politica dei beni comuni. In breve, realizzando e promuovendo la sussidiarietà orizzontale, per favorire l’iniziativa, la partecipazione, la collaborazione dei cittadini.
Tutto ciò oggi sembra un sogno. Nella nostra città siamo appena ai primi timidi ed incerti passi.
Altrettanto in prospettiva è un altro suggerimento di Panzella, quando immagina un futuro candidato sindaco con una giunta già definita e una lista unica. Sembra un’utopia, ma non lo sarà se si lavorerà fin d’ora ad una proposta unitaria che punta alla qualità e non alla quantità, alla sostanza e non alla pletora.
Certo, immagino già i sorrisini di quanti sono per lo statu quo o semplicemente non credono nella capacità della politica di rigenerarsi. Vero, forse siamo sognatori. E’ anche vero, però, come insegna Ernesto Galli della Loggia, che per chi “ama ragionare di politica non ci sono alternative: o commentare sia pure nel modo più intelligente e profondo una quotidianità politica sempre alquanto misera e grigia, oppure ogni tanto concedersi un’escursione nei territori dell’utopia”.
Noi scegliamo, una tantum, l’escursione nei territori dell’utopia. Non si sa mai…