Cava de’ Tirreni, la politica imprigionata nella ricerca del solo consenso
Il risultato è una città sempre più isolata che richiede di motivare e unire le sue ormai diverse ed alte esigenze
Per quale motivo la politica viene spesso connotata con un’accezione negativa? Da cosa deriva questa percezione e perché partecipiamo sempre meno alla vita pubblica della nostra città?
Spesso ci poniamo queste domande in modo polemico, disilluso, arrivando quasi a negare la possibilità di un cambio di rotta. In realtà, abbiamo molte più opportunità di quanto crediamo per influenzare il cambiamento, iniziando da noi stessi. Facendo una lettura rigorosa dell’attuale contesto cittadino, ci rendiamo conto di quanto sia indispensabile, oggi più che mai, una politica differente.
La mia riflessione piccola piccola parte dalla comprensione del sentimento antipolitico, che causa il cortocircuito di una politica imprigionata nella ricerca del solo consenso, dove l’avversario diventa nemico e il dibattito si riduce a una sfida tra cori di opposte tifoserie. Il risultato è una città sempre più isolata che richiede di motivare e unire le sue ormai diverse ed alte esigenze.
Crediamo che ciò possa avvenire adottando alcuni stili: leggere la complessità della realtà, guardare il mondo adottando lo sguardo dei più deboli, pensare globalmente e agire localmente. Con questi stili, una buona politica può porsi obiettivi ambiziosi come dare priorità all’educazione, promuovere uno sviluppo sostenibile ambientale, sociale ed economico, utilizzare un’informazione pulita e senza pregiudizi, coinvolgere ciascuno nella costruzione di una città migliore.
Senza ombra di dubbio, allora c’è bisogno del contribuito di ciascuno, perché solo insieme si possono costruire solide fondamenta per un domani migliore.