Nella palude della vita politico-amministrativa cittadina si registrano alcuni assestamenti, ultimo in ordine temporale la costituzione di Italia Viva, che ci auguriamo si rivelino poi forieri di iniziative di qualità concreta e non solo a parole.
Partiamo dalle opposizioni. La lista civica di Fra Gigino, o se preferite di Luigi Petrone, ha annunciato che a breve si organizzerà in un movimento politico vero e proprio. Sotto certi aspetti, visto soprattutto il successo ottenuto dal suo leader come candidato sindaco, è una scelta quasi obbligata. Un’organizzazione stabile, con tutti i risvolti negativi che pure può comportare, è un punto di partenza necessario se si vuole essere protagonisti di una proposta politica alternativa. Fra Gigino ha il carisma più di chiunque altro esponente politico oggi in città. Bisognerà capire, però, se ciò sarà sufficiente per risultare tanto attrattivo da conquistare fette di elettorato che alle ultime elezioni hanno snobbato o comunque ritenuta poco credibile la proposta dell’ex frate. In ogni caso, occorre trasformare il voto di protesta in un voto di proposta. E la cosa non è del tutto semplice. Stiamo a vedere.
Il centrodestra, invece, ancora non si è completamente ripreso dalla batosta elettorale dello scorso settembre. Oddio, Servalli e i suoi si stanno impegnando tantissimo per risollevare le sorti di Murolo & C., ma nel centrodestra c’è ancora tanto da lavorare, anche per evitare da fare da spalla a fra Gigino.
Quel che però emerge in modo prepotente è la scomparsa della Lega. Polverizzata, umiliata e mortificata alle ultime elezioni comunali, tanto che non si capisce se i suoi esponenti locali hanno chiesto asilo politico in qualche altro comune o se risiedono ancora nella valle metelliana. Quando avremo notizie al riguardo, sarà nostra cura darne il doveroso risalto.
In ultimo, il Movimento Cinque Stelle. Aveva trovato un eccellente candidato a sindaco ed è stato un vero peccato non averlo portato in Consiglio comunale. Per il resto, i pentastellati metelliani si vedono e sentono poco. Ogni tanto battono un colpo, anche intelligente, ma non sono visibili, individuabili. La loro resta una presenza sostanzialmente aerea. Forse sarà colpa dell’emergenza Covid. Vedremo in seguito, perché avrebbero molto da dire e contribuire a fare politicamente, magari interagendo, interloquendo con le altre opposizioni.
E veniamo alla maggioranza di centrosinistra, che è una sorta di sistema politico di tipo copernicano, con al centro il Pd di Servalli e gli altri pianetini a girargli intorno: dal psi ai comunisti, anzi no, alla sinistra di Città in Comune, da Azione di Calenda, appena formatosi a Cava un mese fa, ad Italia Viva, ultima arrivata in ordine di tempo.
Non sarà facile per nessuno scalfire la forza e il potere del PD cavese, tuttavia, l’auspicio è che queste componenti politiche almeno siano di stimolo e che non si accontentino delle briciole come spesso, anzi, sempre accade quando c’è uno sbilancio di forza. Una cosa è certa, questi primi mesi del secondo mandato del sindaco Servalli lasciano molto perplessi. C’è stato un cambio di passo, è vero, ma all’indietro, non certo in avanti come tutti speravano. Non è un’idea peregrina, quindi, immaginare che Italia Viva, che più di altri ha esponenti politici scafati ed accorti, possa contribuire ad evitare a questa maggioranza una deriva fantozziana.
In fondo, salvo imprevisti, quest’Amministrazione dovrà governare la città per altri cinque anni. Sperare, per così dire, in un disastro alla Schettino con la Costa Crociera schiantata su di uno scoglio, non è proprio il caso di augurarlo a nessuno, figurarsi alla nostra città