La libertà di stampa, la politica e i menestrelli di corte

«Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure…».
L’articolo 21 della nostra Costituzione è proprio un bell’articolo. E’ di sicuro uno dei pilastri su cui poggia la nostra democrazia e il pluralismo culturale ed ideologico che la caratterizza. E’ quello che forse plasticamente più di ogni altro demarca la differenza di un regime democratico da uno dittatoriale, come furono quelli che imperversarono e insanguinarono il secolo scorso: il nazifascismo e il comunismo.
E’, di conseguenza, uno di quegli articoli che al potere, e a quello che c’è intorno ad esso, ovvero cortigiani, postulanti interessati o tifosi sfegatati, risulta indigesto. E questo, per quanto non giustificabile, è abbastanza comprensibile.
Il problema vero è, però, un altro. Riguarda il livello modesto se non scadente, che rasenta spesso l’ignoranza, della politica e di quel che ad essa si accompagna in questa stagione in cui scarseggiano competenza, professionalità, cultura. E problema ancora più grande è che la superficialità, l’impreparazione, l’approssimazione e la scarsa etica non sono solo prerogative negative della politica, ma si ritrovano diffusi un po’ ovunque e a tutti i livelli nella nostra società, compresa, e non di poco, la professione giornalistica.
Questa premessa è necessaria per introdurre una vicenda che ci ha provocato un piccolo dispiacere, dal lato umano, ma non ci ha sorpreso e ci sorprende più di tanto, perché siamo ben consapevoli dei tempi che viviamo.
Pochi giorni fa, dagli ambienti del palazzo, quello dove alberga il potere cittadino del sindaco Servalli, ci è arrivati con tono inviperito e saccente l’accusa che il nostro giornale sia impegnato in campagna elettorale per il candidato sindaco di area centrodestra, anzi diciamo pure vicino alla Lega di Salvini, ovvero l’avvocato Murolo.
Non ci sarebbe nulla di male ovviamente, ma se l’accusa oltre che circostanziata fosse vera. Questa critica così immotivata, infondata e sostanzialmente strampalata ci ha meravigliati, e non poco. In tutta onestà, non ci pare neanche di aver finora riservato un trattamento di favore all’avvocato Murolo, persona perbene e stimabilissima, di sicuro ottimo possibile primo cittadino della nostra città. Forse proprio per questo il nostro giornale ha salutato la sua candidatura esprimendo non poche critiche sulle modalità in cui è avvenuta e in generale sul contesto politico da cui è emersa.
Certo, se ci avessero accusati di non fare sconti al governo municipale del sindaco Servalli non avremmo avuto proprio nulla da obiettare. Non siamo certo tra quelli che si limitano a tenere il microfono davanti la bocca di Servalli e dei suoi assessori. Anzi. A noi piace criticare, fare loro le pulci, magari provocarli, ma anche stimolarli e comunque dare voce a chi, a torto o a ragione, ha qualcosa da ridire sul loro modo di operare. Non si fa altro, in fondo, che esercitare il diritto di cronaca e di opinione. Niente di straordinario, insomma.
D’altro canto, e i nostri lettori lo sanno, non è che facciamo sconti all’opposizione, soprattutto a quella rappresentata dai partiti di centrodestra, nei cui riguardi non lesiniamo critiche durissime, denunciando, quando va bene, il loro stato di letargo, o peggio ancora la loro inesistenza, il loro immobilismo, in alcuni casi la loro compromissione.
E’ singolare, infatti, che mentre da palazzo ci accusano di sostenere Murolo, più di qualche sostenitore di quest’ultimo si lamenta del contrario, ovvero che avversiamo la sua candidatura. Eventualità, quest’ultima, altrettanto infondata.
In conclusione, va bene così. Se la politica cittadina, a destra come a sinistra, si lamenta di noi e non ci vuole bene, pazienza, ce ne faremo una ragione, anche perché, tutto sommato, questo significa che stiamo facendo abbastanza bene il nostro lavoro. Storicamente, infatti, il ruolo della stampa è stato quello di tutelare la propria indipendenza, controllare i politici e informare l’opinione pubblica. E aggiungiamoci anche, in questa epoca liquida dei social, di provare a riflettere, approfondire, commentare, in altre parole, cercare di far funzionare il cervello.
D’altra parte, cosa fa dire negli inferi il Sommo Poeta ad Ulisse? « Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza». Bene, nel nostro piccolo, noi di Ulisse on line in tal senso ci sforziamo di fare del nostro meglio, se possibile divertendoci, ma senza montarci la testa o illuderci di contare più di tanto. Insomma, vogliamo esserci e dire la nostra, restando sempre con i piedi per terra perché non abbiamo alcuna vocazione a ricoprire il ruolo della mosca cocchiera.
A noi piace, e concludiamo, tenere a mente quello che diceva il presidente Pertini: «tra essere un cane legato con davanti la ciotola piena e un cane libero con la pancia vuota, io non ho dubbi, scelgo la libertà».
Ecco, questo è: preferiamo essere cittadini liberi piuttosto che menestrelli di corte. E senza rimpianti.