Un fatto è certo, e cioè che pochi sono a conoscenza dell’intensa attività che l’attuale Amministrazione ha messo in atto già da due anni in merito alla regolarizzazione dell’ingente patrimonio immobiliare del quale il Comune di Cava si trova proprietario.
Questo non perché non siano state adottate decisioni in pubblici consessi, ultimo il Consiglio comunale del 23 aprile scorso, ma perché, al di là delle delibere formali e pubbliche, non è stato mai ben pubblicizzato il lavoro di un gruppo di professionisti, finalmente adeguato, facenti capo all’ing. Antonello Attanasio, dirigente del IV Settore che raggruppa i lavori pubblici e il patrimonio.
Il che da un lato è un fatto positivo, in quanto fa capire che nel comune metelliano c’è chi si dà da fare concretamente e in silenzio, ma ha anche il risvolto negativo dovuto alla scarsa informazione alla cittadinanza la quale, lasciata nell’ignoranza, non si fa scrupolo di criticare l’amministrazione, spesso accusata di inerzia.
E non sempre anche i vertici politici dell’amministrazione fanno ben comprendere come stanno le cose, traendo in inganno la stessa stampa la quale, di conseguenza, riporta argomenti che non hanno rispondenza con la realtà dei fatti.
Ritengo doverosa questa iniziale precisazione in quanto, partendo da una intervista che il sindaco Vincenzo Servalli ha rilasciato qualche giorno fa a questo giornale, nella quale ha fatto qualche considerazione sulle difficoltà di cassa in cui versa il Comune e per le quali è stato costretto a ricorrere ad un mutuo, mi sono chiesto perché, invece, non si desse impulso alla vendita degli immobili, sulla consistenza dei quali ricordavo che in passato ci fosse stato qualche dubbio da parte dello stesso ufficio patrimonio. E non ricordavo male, perché solo da qualche anno il Comune ha dato impulso alla ricognizione dell’esteso patrimonio del quale solo gli immobili individuati per l’alienazione ammontano alla ingente cifra di 17 milioni e 608 mila euro, vale a dire circa 35 miliardi delle vecchie lire; e parliamo solo degli immobili messi in vendita, oltre ai tanti altri che l’amministrazione ha deciso di non alienare, tra i quali ve ne sono di prestigiosi.
Sono ben 127 gli immobili messi in vendita con la delibera consiliare prima citata:
- 20 miniappartamenti (55 mq) a Via Luigi Ferrara a Pregiato, per un valore di 1,021 milioni di euro;
- 29 miniappartamenti (pure di 55 mq.) in Via Ferrigno a Passiano, valore 1,558. milioni;
- 18 miniappartamenti (pure di 55.mq) in Via F. Vecchione a San Cesareo, valore1,380.milioni;
- 7 miniappartamenti prefabbricati pesanti (dai 48 ai 78.mq) in Via P. Di Domenico a Santa Lucia, valutati 347.mila euro;
- 20 appartamenti di diverse dimensioni (dai 36 ai 300.mq) su tutto il territorio comunale, tra il centro (Corso Umberto, Via della Repubblica, Via Atenolfi, Via Arena) e la periferia (Via Pastore, Via Arti e Mestieri), valutati 3,517.milioni;
- 15 locali terranei, depositi e garage tra centro e periferie, varie dimensioni da 19 a oltre 500.mq, valutati 1,293.milioni;
- 5 uffici e negozi, ubicati in centro (Via Parisi, via della Repubblica e Via Atenolfi), alcuni anche di grandi dimensioni (tra i 53 e i 600 mq.), per un valore di 2,667.milioni;
- 4 garage, autorimesse e capannoni, tra i quali un grande capannone uffici di circa 1000 mq, valutati 1,346.milioni;
- e, ancora, n. 3 fondi rustici e terreni, fra San Pietro e Santa lucia, per complessivi 1,137.mila euro;
- e, per finire, altri 6 appartamenti e fabbricati rurali, provenienti dall’ex Ipab, a Via Pastore e a Nocera Superiore, da 66 a 510 mq, valutati 3.342.milioni.
Non è stato facile ricostruire il tutto, è stato fatto un lavoro certosino, talvolta con la collaborazione di Carabinieri e Polizia di Stato, oltre che del Corpo della Polizia locale, con il risultato che finalmente, dopo decenni, il Comune sa esattamente quali sono tutti gli immobili di proprietà, dei quali quelli in vendita sono, ripeto, solo una parte: per fare ciò l’Ufficio patrimonio ha lavorato circa due anni, tra il 2018 e l’anno in corso, e i primi risultati già ci sono stati: nel 2018, oltre al lavoro di ricognizione, in 11 aste sono stati venduti immobili per 650.mila euro; inoltre nei primi mesi del 2019 sono già stati venduti, in 8 aste, immobili per 1.milione e 160.mila euro, e siamo solo a maggio.
I risultati legittimano la soddisfazione dell’Ufficio Patrimonio non solo per l’impostazione che finalmente si è data al settore, ma anche per la garanzia che, ormai, nessuno più potrà sfuggire al pagamento dei canoni di locazione, molti dei quali ancora irrisori per motivi vari, tra i quali l’indigenza dei locatari; ma sono incappati nelle maglie dei controlli incrociati anche tanti furbetti che, avuto in assegnazione, anni addietro, alloggi per sopperire alle difficoltà abitative del dopo terremoto, sono poi stati scoperti a usufruire di più immobili, perché sono subentrati anche familiari che, segnalando situazioni analoghe, si sono fatti assegnare altri appartamenti; o situazioni analoghe derivanti da false separazioni; con l’aggravante, per alcuni, di essere anche proprietari di appartamenti magari dati in locazione e che, ciononostante, godevano degli appartamenti del comune, senza pagare nemmeno i fitti.
In qualche caso gli immobili sono stati recuperati procedendo agli sfratti pure di persone non proprio per bene (alcune delle quali collegate con clan delinquenziale dei quali lo scorso anno molto si parlò) che utilizzavano le abitazioni per fini perseguiti dalla giustizia penale (spaccio, estorsione e quant’altro), cosa che è stato possibile fare avvalendosi di una clausola contrattuale che impedisce tali utilizzi criminali di immobili locati dal comune; ovviamente è chiaro il rischio che hanno corso e che corrono i dipendenti del Comune che hanno proceduto, unitamente alle forze dell’ordine, a tutto ciò.
Ci sarebbe da fare qualche considerazione in merito ad alcuni immobili il cui valore, in relazione alle dimensioni ed alla collocazione, risulta particolarmente appetibile, ma che, ciononostante, più volte sono stati inutilmente messi in vendita, ovviamente con valori inferiori (ogni volta che un immobile viene rimesso in vendita, il suo valore viene ridotto del 5 – 10%); il che sta a significare che l’attuale situazione immobiliare, collegata a quella economica generale, nonostante favorevole per gli acquirenti, è tale che la gente ha paura di impegnarsi perché non nutre molta fiducia nel futuro; se così non fosse, non si spiegherebbero tante defezioni.
Ma collegata al patrimonio immobiliare del comune vi è una umanità variegata fatta non solo di furbi, affaristi e intrallazzatori, ma anche di poveri e indigenti che cercano di sopravvivere, e verso i quali l’ente comunale non può non avere un occhio di riguardo, specialmente in questo periodo di difficoltà economica generalizzata che è talvolta coperta da apparenze ingannevoli.
Ed è anche per il perseguimento di una giustizia equitativa, pure in questo settore, che appare ancor più meritorio tutto il lavoro svolto negli ultimi due anni, del quale si cominciano a vedere i primi risultati, non sottacendo che, dopo decenni, pure gli indecorosi campi di containers e prefabbricati leggeri, sono stati finalmente e definitivamente liberati dagli occupanti e recintati e si attende il completamento delle pratiche per procedere alla loro demolizione e alla riqualificazione delle aree, come, ad esempio, quello alle spalle del Pala-eventi destinato a parcheggio.
Quando ho elogiato il sindaco Servalli di lavorare per la sistemazione di arretrati e per la soluzione di problemi lasciati pendenti da precedenti amministrazioni, più di qualcuno mi ha quasi accusato di essere asservito; questo degli immobili è uno degli argomenti che, alla fine, mi danno ragione.