“Lasciate ogni speranza…”. I versi del Canto III dell’Inferno della Divina Commedia del Sommo Poeta ben si adattano per descrivere lo stato d’animo rispetto all’inazione dei partiti del centrodestra metelliano.
E’ davvero imbarazzante, infatti, l’immobilismo in cui è da tempo sprofondato la coalizione di cui fanno parte Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega. Si sono visti. Si sono parlati. Si sono dati appuntamento. Alla fine, però, non è uscito niente. Il silenzio è tombale. E le candidature a sindaco, a cominciare da quelle più rilevanti e credibili, ovvero quella di Giovanni Baldi e di Marcello Murolo, si scoloriscono sempre più, rischiando di diventare incartapecorite anzitempo.
I giorni passano e si avvicina inesorabilmente la prossima primavera quando, con il risveglio della natura e il ritorno delle rondini, si terranno le prossime elezioni comunali anche nella città di Cava de’ Tirreni.
Insomma, il tempo stringe ed è sempre più ridotto quello necessario ed indispensabile per mettere su una proposta politica alternativa all’attuale maggioranza, in virtù di un confronto ad ampio spettro tra le stesse forze politiche e la società civile.
In mancanza, però, di un’azione politica adeguata da parte dei partiti del centrodestra non è detto che poi non si verifichi qualcosa di terzo. In altre parole, non è da escludere qualche fuga in avanti, finanche solitaria, di qualche candidato stanco di restare al palo. Con il rischio, in questo caso, di determinare possibili se non inevitabili rotture e divisioni dello schieramento.
Non è escluso neanche, però, che possano prendere forma e corpo altre iniziative ancora più dirompenti, come quella di mettere insieme spezzoni di partiti da destra a sinistra nonché associazioni politico-culturali, mettendo su una alleanza civica come fu, un bel po’ di anni fa, Alleanza di Progresso che portò alla vittoria Raffaele Fiorillo nel ’93.
Si tratta al momento, ovviamente, di un’ipotesi di fantasia, che non poggia su nulla di concreto. In politica, però, soprattutto quando si respira l’aria frizzante delle elezioni, l’ingegno si acuisce, prende il sopravvento lo spirito di avventura… e alla fine diventa possibile anche quello che oggi sembra impossibile.
Ricordate la bella poesia San Martino di Giosuè Carducci che abbiamo imparato sui banchi delle elementari? C’è un passo che fa al nostro caso: …dal ribollir de’ tini/va l’aspro odor dei vini/l’anime a rallegrar…
Immaginiamo che i tini siano le urne elettorali e il vino le schede elettorali… così le anime si rallegrano, ovvero si entusiasmano al punto tale da inventarsi qualcosa di politicamente nuovo.
In conclusione, visto come sono dormienti le opposizioni, e in particolare come è irritante il letargo del centrodestra, immaginare che qualcuno faccia il guastafeste è l’unica speranza per andare oltre la palude e il grigiore in cui è immersa la politica cittadina.