Armando Lamberti è entrato in Giunta con una delega assessoriale pesante e la nomina a Vicesindaco. Ce n’è voluto un po’, ma alla fine il corteggiamento del sindaco Servalli e del Pd è stato premiato.
Al professore Lamberti vanno gli auguri più sinceri. Ne ha bisogno, perché ci vuole davvero coraggio, forse anche un pizzico di temerarietà, entrare a far parte a pieno titolo di una compagine amministrativa ad un anno dalla scadenza del mandato e dopo che, nel bene e nel male, ha ormai una immagine, una fisionomia consolidata. E forse anche il destino.
D’altro canto, Lamberti non aveva forse altra scelta: l’appartenenza al campo del centrosinistra, a differenza di qualche altro, è per lui e la sua associazione un dato di fatto da sempre e non per ragioni di calcolo politico, bensì ideale e culturale.
E’ giusto riconoscere, d’altronde, che stare qui a sottilizzare sulla convenienza o meno di una scelta quasi inevitabile lascia davvero il tempo che trova. In fondo, i ragionamenti della politica non possono ridursi ad essere sempre come il conto della serva. In politica, infatti, capita spesso che ci sono svolte da imboccare, decisioni da prendere, a prescindere dal calcolo delle convenienze. Si deve agire e basta. Non c’è spazio per i conticini da ragioniere con il bel metodo della partita doppia.
Certo, avere a che fare con il bioritmo politico del sindaco Servalli e soprattutto del suo per nulla brillante entourage, di cui addirittura si dice che il primo cittadino sia ormai prigioniero (sic!), per Armando Lamberti non sarà affatto facile. Per questo ha bisogno di una doppia e rinforzata razione di auguri.
Per il resto, va evidenziato che finalmente, dopo quattro anni, questa Amministrazione comunale ha un assessore alla cultura. E per essere un governo cittadino di sinistra questa peculiarità dà l’esatta dimensione di quanto si sia volato rasoterra in questi anni. Speriamo però che Lamberti sia posto nelle condizioni, anche in termini di disponibilità finanziarie, di poter mettere in cantiere davvero qualcosa di valido e interessante, e non, al contrario, di dover pestare l’acqua nel mortaio.
Per il resto che dire? Attendiamo di leggere questo accordo politico programmatico per capire davvero quale incidenza avrà l’ingresso in Giunta di Lamberti e in maggioranza del movimento civico “Cava ci appartiene”.
Per il momento non possiamo che apprezzare la pregevole fattura del manifesto con cui viene annunciata la manifestazione celebrativa di domenica prossima. La scelta di riprodurre uno degli affreschi di Ambrogio Lorenzetti, il famoso Effetti del Buon Governo in Città, denota uno stile e una cultura cui non eravamo abituati.
Questo, però, è solo un aspetto estetico e di comunicazione. La riflessione politica è un’altra e molto più intrigante: nel manifesto compaiono il simbolo di una lista elettorale e di un osservatorio, oltre che di un centro studi, che fanno capo tutti a Lamberti. La domanda sorge spontanea: il simbolo del Pd dov’è? Insomma, per due anni la delegazione di “Cava ci appartiene” guidata da Lamberti e quella del Pd guidata dal segretario cittadino De Rosa e dal sindaco Servalli si sono confrontate sul programma, redigendo un documento condiviso che sarà sottoscritto e reso pubblico proprio nell’incontro annunciato dal manifesto in questione, senza che del Pd ci sia traccia.
Qualcosa non torna. Servalli e i suoi forse non hanno voluto dare eccessiva importanza alla manifestazione voluta da Lamberti? Forse anche per non urtare la suscettibilità delle altre componenti della maggioranza?
L’impressione che ne viene fuori è però un’altra: Servalli e i suoi sembrano vergognarsi del simbolo del Pd. Non crediamo sia così, ma questo è quello che traspare. E c’è già chi ci ricama in vista delle prossime comunali: Servalli candidato sindaco di una serie di liste civiche ma non di partito, ma soprattutto senza una lista del Pd, ormai ritenuto perdente e in caduta libera.
Mah, tutto può essere… ma bastasse questo espediente o qualche altra singolare trovata per determinare l’esito di una competizione elettorale…