Elezioni comunali: più che polemiche e chiacchiere, confronto su proposte e contenuti
Dovrà essere stabilita solo la data esatta, ma è certo che nel prossimo mese di settembre si voterà per le elezioni amministrative. Dovevamo votare tra fine maggio e questo mese di giugno, ma il coronavirus ha fatto saltare tutto. Votazioni comprese, ovviamente. Questo vuol dire che, a breve, nella nostra città andremo alle urne anche e soprattutto per eleggere il Sindaco e il nuovo Consiglio Comunale.
E’ ancora troppo presto per parlare di liste e candidati, anche se il quadro politico sembra essere già abbastanza delineato. A sfidare l’uscente sindaco Servalli, dovrebbero essere almeno tre candidati: Marcello Murolo per il centrodestra, Enrico Bastolla per l’area del centrosinistra in dissenso con la maggioranza uscente, infine, Giuseppe Benevento per il Movimento Cinque Stelle. Ad ogni modo, fra non molto sapremo qualcosa in più e potranno essere formulate le prime valutazioni.
L’aria elettorale comunque già si avverte. Cominciano le prime polemiche, così come gli attacchi e le repliche. Più che ai contenuti, finora l’attenzione sembra essere rivolta a rinfacciarsi quello che non è stato fatto o quello che si è realizzato. Il tutto, purtroppo, condito a volte da epiteti che non fanno onore soprattutto a chi li pronunzia. D’altro canto, la politica mai come adesso sembra prediligere l’offesa e la violenza verbale. E a fare scuola è la vis polemica caricaturale da avanspettacolo, spesso anche volgare, di cui è maestro il governatore Vincenzo De Luca, sempre più celebrato anche a livello nazionale.
Detto ciò, l’auspicio è che la campagna elettorale per le comunali più che sulle inutili diatribe e sulle chiacchiere a buon mercato, si caratterizzi invece per un confronto sui contenuti e sui problemi concreti dei cittadini.
Volendo essere più chiari, l’auspicio è che gli antagonisti del sindaco uscente Servalli spieghino alla città qual è la loro proposta alternativa all’attuale maggioranza. In altre parole, qual è il loro progetto di città. In breve, come immaginano la città da qui a dieci, quindici anni. L’obiezione che può essere mossa a questo ragionamento è che il sindaco Servalli non ha mai avuto un progetto di città. Questo, però, poteva valere cinque anni fa, ma dopo che è stato portato a termine un mandato elettorale, sono ormai i cavesi ad essersi fatto un’idea di quale sia il disegno di città portato avanti di Servalli, così come i suoi meriti e i suoi limiti, i suoi punti di forza e quelli di debolezza. E saranno i cavesi a bocciarlo o promuoverlo anche in relazione a quanto saranno credibili e metteranno in campo i suoi avversari in campagna elettorale. Ecco perché tocca a questi ultimi spiegare la loro idea di città e risultare convincenti.
La speranza, allora, è che gli elettori cavesi siano messi in grado di valutare proposte, contenuti, idee, su quelli che sono i bisogni concreti della città. Tanto per essere chiari, più che essere spettatori di diatribe e vittime di aria fritta, ai cavesi interesserà sapere da Servalli ma più ancora dai suoi rivali, giusto per fare qualche esempio, come tenere più pulita la città, senza più discariche improvvisate soprattutto nelle frazioni, e nello stesso tempo avere una bolletta da pagare più leggera.
Lo stesso vale per la mobilità urbana. E per l’ambiante e la riduzione dell’inquinamento atmosferico dovuto alle auto. In questa ottica, a maggior ragione sull’autostrada che sventra in due la città senza che mai si sia posto il problema di pretendere almeno delle barriere fonoassorbenti.
Sarebbe interessante anche apprezzare qualche buona idea sulla gestione del Complesso monumentale di San Giovanni, ad oggi sotto utilizzato rispetto alle sue enormi potenzialità, e sulla Mediateca, al momento chiusa e senza un futuro.
E sulla Movida, che rappresenta in ogni caso una risorsa per la città, ci sono delle proposte per renderla sicura e il più compatibile possibile con la qualità della vita dei residenti? E sull’area ASI c’è qualcuno che ha idee sul tema, per garantire sviluppo delle attività produttive, il rispetto delle regole e recupero delle tante strutture ormai abbandonate o comunque non più utilizzate o per attività diverse da quelle a suo tempo autorizzate?
E sulla macchina comunale, che sembra essersi appesantita ancor più rispetto al passato, quali sono le idee? C’è qualche proposta per tentare di renderla più agile, più moderna, più in sintonia con le aspettative dei cittadini? E per la Polizia Municipale, la quale dovrebbe essere uno dei perni principali dell’organizzazione comunale, da troppo tempo vive, purtroppo, una situazione di difficoltà che oltre a pesare sull’attività e il lavoro degli stessi vigili si riflette negativamente sulla qualità della vita in città, cosa si propone?
C’è qualche indicazione sulle frazioni, quasi tutte ridotte a dormitori? E per le politiche sociali, diventate ancor più fondamentali e strategiche in questa stagione in cui si patisce la crisi determinata dal lockdown dovuto al coronavirus, qualcuno ha le idee chiare e quindi capace di prospettare iniziative innovative, valide e realizzabili?
Questi sono solo alcuni degli argomenti. L’elenco continua per un bel po’: sicurezza, ospedale, commercio, centro storico, cultura, folclore, impiantistica sportiva, messa in sicurezza degli edifici scolastici, mitigazione del rischio idrogeologico, abusivismo edilizio… E in questa sorta di cahier de doléance non può mancare l’area dell’ex Cofima, ancora sul groppone delle casse comunali, o quale sarà il destino di S. Maria del Rifugio e di Villa Rende, ma la politica non può restare indifferente neanche sulla qualificazione di un’area strategica come quella dell’ex Di Mauro, se non andiamo errati ancora nelle mani del commissario liquidatore.
In conclusione, Servalli e i suoi prossimi rivali alle prossime elezioni comunali ne hanno di argomenti da sviscerare e, se ce l’hanno, proposte da illustrare. Questo vale soprattutto per i suoi avversari, i quali dovranno risultare credibili per una buona parte dell’elettorato, che non vota per partito preso, ma per autonoma e libera scelta. Nel poco tempo che rimane, dovranno farsi prima conoscere e poi apprezzare per quello che propongono.
Per ora si vede poco o niente, in verità. Anzi, la sensazione è che, per come la politica delle opposizioni si è caratterizzata negli ultimi anni, i cavesi avranno pochi elementi utili per scegliere con cognizione di causa. L’impressione è che la preoccupazione di tutti più che le questioni da affrontare siano le liste di candidati da riempire alla meglio con la logica di sempre: quella del milione di baionette da mandare al fronte… elettorale. Se così sarà, a trarne beneficio sarà, per comprensibili motivi, l’uscente sindaco Servalli.
Ad ogni modo, come si dice: chiedere è lecito, rispondere è cortesia. Vediamo se la risposta della politica cittadina sarà all’altezza non tanto della nostra sollecitazione, quanto del desiderio di capire da parte degli elettori cavesi. Non resta che attendere.