COMUNALI 2020 Luigi Senatore: “Vorrei un Sindaco con queste qualità: ampia visione, competenza, onestà e pazienza”
“Non serve un Sindaco mediatore ed ostaggio ma un Sindaco espressione di idee e progetti condivisi, un Sindaco leale con una squadra leale”
Come creare una proposta politico-programmatica per le prossime elezioni comunali del 2020, soprattutto, ma non necessariamente, alternativa all’attuale maggioranza che, salvo catastrofi politiche, dovrebbe riproporre la conferma del sindaco Servalli? Con questo intento abbiamo iniziato questo nostro viaggio. Il nostro primo interlocutore è Luigi Senatore, economista e docente universitario, presidente e fondatore dell’associazione cittadina politico-culturale “Finestra Sud”.
Tenendo presente alcune linee guida, come il pragmatismo, la necessità del buon governo e della buona politica, da dove si deve partire per costruire una proposta politica alternativa all’attuale governo municipale?
Il punto di partenza potrebbe esistere oppure non esistere. Certamente è necessario cercarlo oppure crearlo. Da sempre le proposte politiche costruite per governare la nostra Città si sono basate sul consenso. Chi aveva maggior consenso dettava le linee guida per costruire proposte politiche. Spesso coloro che avevano maggior consenso o si univano ex ante o contrattavano ex post soluzioni di governo e di spartizione che avrebbero accontentato tutti. A volte gli impegni venivano mantenuti altre volte no e, di conseguenza,scoppiavano conflitti e rivendicazioni. Questo metodo, che non condivido, è accettabile quando si lavora nell’interesse della Comunità non quando il consenso viene utilizzato per obiettivi di parte che danneggiano tutti i cittadini a vantaggio di un gruppi di interesse ristretti a pochi eletti. Non sempre si è amministrato nell’interesse della collettività. Il consenso in zone con alta disoccupazione, disagio sociale e non floride da un punto di vista economico spesso si genera con scambio basato su promesse ed elargizioni di piccoli favori e “attenzioni”. Chi attua questi metodi di solito brilla per scaltrezza e disinvoltura ma non per competenza. Il punto di partenza è l’aggregazione attorno ad idee lungimiranti e benevolenti verso la cittadinanza, sviluppate da persone appartenenti al tessuto buono, sano, competente ed onesto che esiste in Città. E’ inevitabile il riferimento al capitale sociale cittadino che è generato all’interno di reti sociali civiche con azioni centrate su fiducia, cooperazione, condivisione di norme e valori. Non c’è altra possibilità per una proposta politica concreta ed efficace. Non esiste l’uomo solo capace di cambiare le cose, esiste invece una Comunità che mette da parte l’individualismo esasperato che la caratterizza ed imbocca la strada giusta.
Rinnovamento, cambiamento, discontinuità e poi, da ultimo, anche la svolta buona dopo essere passati per rottura e rottamazione, sono parole ormai abusate ed logore, forse perfino fuorvianti se non prive di senso. Allora, una nuova proposta politica come la possiamo connotare?
E’ vero! Siamo passati dai “vaffa….” di Grillo, alla rottamazione di Renzi ed alla ruspa di Salvini. Al di là delle idee di ciascuno di loro è l’approccio ed il metodo che non condivido. Si pensa a distruggere a spostare il dibattito politico sulla persona sfuggendo ai problemi veri. E’ più comodo fare così per vincere le elezioni. Un politico una volta mi ha detto che è meglio non fidarsi degli elettori e soprattutto dei propri elettori ed io gli ho chiesto di dirmi perché gli elettori e soprattutto i suoi elettori avrebbero dovuto fidarsi di lui. La verità è che in Italia come nella nostra Cava de’ Tirreni scarseggiano proposte politiche basate su: idee che disegnano un quadro generale di azione e progetti che implementano nello specifico questo quadro generale delineato. Tutto questo deve essere accompagnato dalla concretezza e dalla capacità di innovazione che devono caratterizzare ogni tipo di azione ed intervento. Banalmente, per sorridere un po’, se si avesse l’idea di costruire un impianto di risalita dal Contrapone a Monte Finestra con relativa pista da sci, questa sarebbe un’idea senza concretezza e senza innovazione, quindi inutile e dannosa. Questo esempio è una voluta esasperazione di quello che si legge nei programmi elettorali ma posso dirle che nella nostra Città idee inutili e dannose sono state realizzate e continuano ad essere compiute a danno dei cittadini che ne pagano le conseguenze. E’ l’andamento globale che impone al nazionale ed al locale di agire nel segno della concretezza e dell’innovazione. Non si può sfuggire a questa evoluzione altrimenti altri Paesi decideranno per noi il nostro futuro. Qualche mese fa sulla mia scrivania c’era un documento contenente la valutazione di un parco urbano con lago nella città di BandarBaru Bangi in Malesia, non entro nei dettagli dell’analisi ma posso certamente asserire che, mentre la maggior parte degli italiani e dei cavesi pensa che in Malesia ci siano ancora i tigrotti di Sandokan con sciabole e coltelli, la realtà è radicalmente diversa. Nel mondo si pensa, si progetta, si studia e si prepara in modo certosino l’intervento pubblico in aree urbane, abbassando enormemente gli sprechi e gli errori.
Partiamo dalla scelta degli uomini. Quali sono i requisiti ideali per essere candidato a sindaco? E come si arriva alla scelta di un candidato sindaco?
Per la nostra Città desidererei un Sindaco che possieda il più possibile le seguenti qualità: ampia visione, competenza, onestà e pazienza. L’ampiezza di vedute, l’alta competenza, l’onestà accompagnata da quella intellettuale, che rende un essere umano migliore, e la pazienza e la tenacia nell’affrontare tutti gli ostacoli per costruire un contesto cittadino migliore sono indispensabili. Non serve un Sindaco mediatore ed ostaggio ma un Sindaco espressione di idee e progetti condivisi, un Sindaco leale con una squadra leale. La scelta deve avvenire attraverso un confronto su idee e progetti (metodi, tempi e luoghi dovranno poi essere concordati), è inutile e dannoso sostenere un candidato che si propone con meccanismi autoreferenziali o che è calato dall’alto e deciso in maniera esogena dai partiti.
E per i candidati a consigliere comunale? C’è qualche controindicazione, in altre parole qualche ragione ostativa all’ingresso in lista di un candidato?
Il Consigliere Comunale è un Cittadino che viene eletto per rappresentare la Comunità Locale. Una definizione chiara e inequivocabile. Un consigliere comunale deve conoscere profondamente la Comunità che rappresenta, essere consapevole del suo ruolo e delle sue funzioni, essere artefice, con proprie idee e progetti, di una proposta comune per il governo della Città. Il legame e le conoscenze di specifiche aree cittadine sono fondamentali per garantire il legame con i cittadini ed il territorio. Camminare tra la gente e vivere la città e le sue criticità sono attività che aiutano a svolgere il proprio ruolo. La rettitudine morale, l’onestà e l’assenza di legami con la criminalità organizzata sono requisiti fondamentali.
Partiti, movimenti civici, associazioni politiche: come si mettono insieme in un progetto politico? Formando una lista unitaria o più liste, distinte tra partiti e civici?
Il civismo, quello vero, attualmente è l’unica strada percorribile per intraprendere un progetto condiviso e che abbia concrete possibilità di essere realizzato. Negli ultimi mesi, per motivi accademici, ho avuto occasione di recarmi in numerose città d’Italia ed ho potuto toccare con mano le enormi potenzialità progettuali e propositive del civismo vero, sganciato dai partiti e dalle logiche di spartizione di potere che li affliggono. Il civismo potrebbe liberare questa Città dalle invadenti ingerenze di personalità politiche che spesso ne hanno mortificato le aspirazioni. Cava de’ Tirreni ha numerose realtà associative e tanti cittadini che posso unirsi ed elaborare una proposta nuova, civica e ambiziosa. Anche se negli ultimi anni numerosi giovani di grandi qualità umane e professionali hanno dovuto abbandonare la nostra vallata non si deve perdere la speranza di costruire qualcosa di nuovo annullando gli individualismi e risvegliando il senso di appartenenza ad una Comunità. Il civismo deve dialogare con i partiti ma non ne deve esserne succube, suddito o, peggio ancora, paravento.
Molte liste in competizione portano più partecipazione e voti o solo confusione, polverizzazione e soprattutto abbassamento del livello qualitativo del personale politico?
La seconda parte della domanda è la triste realtà! La partecipazione vera è la cosa a cui si deve mirare e, certamente, non la si realizza raccattando all’ultimo momento persone per imbottire le liste. La confusione, la polverizzazione giocano a favore di coloro i quali hanno pacchetti di voti consolidati ed accendono lo scontro tra tutti gli altri costretti ad adeguarsi ai loro metodi “tradizionali” per ottenere consensi. Abbassare il livello significa far diventare eccelsi i mediocri, conviene ai burattinai che ci si “scanni” per i voti residui lasciati da loro come briciole. Difficile da comunicare in modo efficace ed adeguato ai cittadini tali dinamiche, difficile metterli in guardia sul fatto che persone catapultate in politica per mere ragioni strategiche faranno danni incalcolabili. La disomogeneità dei candidati, la loro eterogeneità, la mancanza di competenza, unite alla loro numerosità portano inevitabilmente all’impossibilità di Amministrare in modo degno la nostra Città.
E la Giunta, quali dovrebbero essere i criteri di selezione degli assessori e quali i requisiti che devono possedere?
Gli assessori, nei loro rispettivi ruoli, devono ricalcare l’identikit del Sindaco, non sostituirsi a lui ma essere funzionali al progetto di Città. Non devono lavorare accanto ma lavorare insieme. Insieme al Sindaco, insieme ai consiglieri, insieme ai Dirigenti, insieme a tutti i dipendenti comunali e insieme ai cittadini. Una Città diventa migliore solo in questo modo. A volte si lavora accanto ma non si lavora insieme, a volte basta cambiare un avverbio per cambiare tutto e, in particolar modo, i risultati raggiungibili da un progetto.
I componenti della Giunta vanno indicati prima delle elezioni?
Certamente. La squadra deve essere funzionale al progetto ne deve curare la genesi e guidarne la realizzazione. Esprimere in anticipo i nomi di chi farà parte della Giunta è un atto di lealtà verso gli elettori e manifesta chiarezza e trasparenza fin dall’inizio.
Il buon governo spesso viene messo in discussione dalla mancanza di chiarezza nella definizione dei ruoli, dei poteri e dei rapporti che devono intercorrere tra sindaco, assessori e consiglieri. Insomma, gli equilibri sono molto difficili da raggiungere e tenere tra le varie componenti della maggioranza. Qual è il modo migliore per ovviare a questa oggettiva difficoltà?
Già qualche anno or sono ho proposto un metodo che prevede un accordo scritto ex ante nel quale tutti i candidati si impegnano a ricoprire, in caso di elezione, il ruolo di Consigliere Comunale senza alcuna possibilità di essere nominati Assessori. In secondo luogo il Sindaco nominerà la propria Giunta scegliendo esclusivamente tecnici con comprovate esperienze curriculari, proposti al primo cittadino dall’Assemblea dei Candidati composta da tutti coloro che hanno fatto parte delle liste che hanno supportato la sua candidatura. L’Assemblea dei Candidati è il fulcro dell’innovazione. Tutti coloro che si impegneranno per portare avanti un progetto di Città, sostenendo le idee del candidato Sindaco, continueranno, durante il mandato, a contribuire al cambiamento. In che modo? L’Assemblea dei Candidati sarà convocata ogni sei mesi. Ognuno dei candidati potrà presentare le proprie proposte in un dibattito interno ed esprimere pareri su tutte le problematiche che caratterizzeranno le attività dell’Ente. Successivamente il Sindaco e gli Assessori relazioneranno periodicamente sulle attività svolte e saranno sottoposti ad una valutazione di carattere oggettivo (non scendo nei particolari degli indici di valutazione) e ad una votazione a scrutinio segreto di tutti i candidati sulla riconferma o meno del Sindaco e di ogni singolo Assessore. Inoltre, il modo migliore perché si ottengano risultati è cooperare, chi coopera ottiene il meglio per se stesso e per il gruppo all’interno del quale svolge il suo compito. La azioni miopi appartengono agli individualisti e mettono a repentaglio il futuro di tutti.
Veniamo al programma. Innanzi tutto, come si procede alla sua stesura? E quali i punti, diciamo almeno cinque, più qualificanti a suo avviso?
La città è un sistema complesso adattivo così come lo sono: un cervello, un termitaio, internet, il mercato azionario, un ospedale ecc. Faccio questa premessa perché è la chiave di volta per rispondere alla sua domanda. Semplificando si può dire che un sistema complesso adattivo ha al suo interno un insieme di agenti che interagiscono tra loro con modalità non lineari, successivamente apprendono ed infine si adattano ai cambiamenti. Banalmente, in parole più semplici, se diamo un calcio ad una palla possiamo prevedere quale punto raggiungerà con formule che si basano sulla forza del colpo, sul peso del pallone, sulla forza del vento ecc…, questa è una modalità lineare. Nelle modalità non lineari avviene ciò che viene definito caos deterministico ossia il verificarsi di situazioni imprevedibili non computabili nella loro totalità. Ecco, la città ricade nella seconda fattispecie. Ho più di cinque punti qualificanti in mente ma, con umiltà, le dico che potrebbero essere errati perché c’è bisogno di un confronto e di un approfondimento prima di identificarli e capire se sono pilastri su cui poggiare lo sviluppo di una Città. Ogni cavese ha in mente la sua città ideale ma il metodo da adottare per stilare un programma non è questo. Posso invece dire che per costruire un programma ci vogliono tavoli di lavoro VERI, sui quali si deve discutere con competenza, onestà, cooperazione e senza obiettivi personali. Inoltre tutto deve partire da un’analisi territoriale tecnicamente sofisticata e raffinata scaturita dalle migliori tecniche esistenti, anche questo tipo di approccio rappresenta un processo innovativo. Quando si fanno proposte per governare una città non si sta giocando a Sim City, scelte di pianificazione errate possono rovinare un luogo per decine di anni.
Su alcune questioni, come ad esempio l’abusivismo edilizio, l’organizzazione comunale, la gestione dei rifiuti, la lotta agli sprechi e la revisione della spesa, la sicurezza e la mobilità urbana, è necessario un linguaggio di verità. Quali le parole giuste?
Lei ha elencato punti cruciali ma non esaustivi per il rilancio della nostra comunità. Ognuno di questi punti presenta problematiche che, a volte, colpiscono e affiggono contemporaneamente più di una delle questioni elencate. Condivido pienamente la necessità di utilizzare un linguaggio di verità. Per ogni problema c’è una soluzione, quindi la parola giusta è una ed una sola: Soluzione. Voltaire sosteneva che nessun problema può resistere all’assalto di una riflessione approfondita. Una classe dirigente libera da lacci e lacciuoli, coraggiosa, competente e consapevole può brillantemente risolvere tutte le criticità che riguardano i punti elencati.
Uno slogan per la campagna elettorale nel quale i cavesi potrebbero riconoscersi?
Basta con gli slogan disattesi, sono insopportabili!!! Bisogna avere coraggio. Non tutti hanno coraggio, spesso la spregiudicatezza viene scambiata per coraggio. Il coraggio è qualcosa di molto diverso. Voglio raccontare un episodio che mi è stato narrato da mio zio, primo fratello di mio padre. Mio nonno non ha mai partecipato ad una manifestazione fascista né li ossequiava e, all’epoca, continuò a non adeguarsi alle “abitudini” del ventennio. Era un coraggioso, un giorno teneva per mano mio zio e percorreva via della Repubblica, al passaggio di alcune camice nere non fece il saluto fascista e, davanti al sua bambino, fu schiaffeggiato. Mio zio mi raccontò che il suo papà rimase inerme ed impotente nel subire quella aggressione ma per lui era stato e restò per sempre l’uomo più coraggioso del mondo. Bisogna avere idee coraggiose ed innovative e, se è vero che le idee camminano sulle gambe delle donne e degli uomini, bisogna avere anche donne e uomini coraggiosi ed innovativi. (la foto con il panorama di Cava è di Gaetano Guida)