Cava, sulla sicurezza l’assessore Del Vecchio chiede aiuto a Salvini?
I furti nelle abitazioni sono ormai diventati una tristissima realtà per la nostra città. C’è indubbiamente allarme e il disagio, soprattutto in alcune zone delle città, in particolare quelle frazionali, è consistente e si tocca con mano. Inutile negarlo. E le rassicurazioni che le autorità dispensano con puntuale cadenza servono a poco. Come direbbero i nostri vecchi, il dolore è di chi lo sente e non di chi passa e guarda soltanto da lontano.
Tuttavia, se è legittimo da parte dei cittadini richiedere maggiori controlli e quindi più sicurezza, è anche vero che ottenere risultati apprezzabili soprattutto nell’immediato non è cosa propriamente facile.
Ad ogni modo, sul tema l’Amministrazione comunale e le Forze dell’ordine devono fare qualcosa di più per contrastare un fenomeno che incide fortemente sulla vita dei cittadini cavesi.
Sull’argomento, nella giornata di ieri si è speso con un comunicato l’assessore alla Polizia Locale, Sicurezza e Mobilità, Giovanni Del Vecchio. Ha fatto del suo meglio, ha cercato con affanno di mettere una pezza, ma non è che ci sia riuscito granché. Va indubbiamente apprezzata la sensibilità con cui ci ha messo la faccia, ma alla fine l’Assessore forse non è riuscito per nulla a rassicurare l’opinione pubblica sull’argomento. Il risultato è stato modesto: inanellare soltanto una serie di giustificazioni e considerazioni che lasciano il tempo che trovano.
Suo malgrado, però, perché bisogna dargli atto che la questione è assai spinosa e complicata e va ben oltre le sue possibilità e competenze. In altre parole, in certe situazioni chi non ha specifiche responsabilità può pure permettersi il lusso di dare dritte a buon mercato a chi, com’è il caso di Del Vecchio, in qualche modo per il ruolo occupato di fatto si sente chiamato in causa.
Detto ciò, nel comunicato l’assessore Del Vecchio dice bene che “la violazione della propria casa è un crimine particolarmente odioso”, aggiungendo, in modo assai discutibile e anche fuori luogo, un “come pure è odiosa la speculazione politica su questi episodi”. Discutibile e fuori luogo soprattutto per due motivi. La speculazione politica presuppone un’opposizione, ma in città ci sono per davvero degli oppositori credibili che speculano su ciò? Noi non li vediamo, ma forse ci sono e ci farebbe piacere se Del Vecchio snocciolasse i loro nomi e cognomi. E se ciò fosse vero, ma ai cittadini che si vedono i ladri in casa, interessa l’opposizione che specula o che siano acciuffati i ladri che derubano?
Allo stesso modo, se è vero, come evidenzia l’assessore Del Vecchio, che “basta aprire i quotidiani o ascoltare le cronache dei telegiornali e vedere che ovunque, nelle città a noi vicine e nel resto dell’Italia, si verificano furti in abitazioni anche cruenti”, è altrettanto vero che, per i cittadini cavesi vittime di furti, un simile raffronto non ha nulla di consolatorio. Insomma, nella fattispecie non vale il detto mal comune mezzo gaudio. C’è poco da godere se la disgrazia di essere derubati è condivisa con altri poveretti quantunque di Cuneo o di Canicattì.
La chiusura finale della dichiarazione dell’assessore Del Vecchio riportata dal comunicato è, tuttavia, condivisibile fino all’ultima parola: “È una piaga a cui bisogna mettere rimedio e per questo, oltre a quanto può fare una amministrazione comunale con le risorse e gli uomini che si ritrova, chiediamo un intervento importante da parte degli Organi dello Stato affinché potenzino gli organici delle Forze dell’Ordine”.
Detta così, però, se l’assessore Del Vecchio non fosse un autorevole esponente di un’amministrazione di sinistra, potremmo scambiarlo per un sostenitore della politica di quel “fascista” del ministro Salvini e del decreto sicurezza bis. Insomma, più ordine, più risorse, più poliziotti e magari un po’ di severità in più nel sanzionare i reati e l’illegalità. Forse, però, per volere tutto ciò non occorre essere fascisti. O no?