Cava, la crisi della politica: una città un po’ al buio… come il resto del Paese
L’intervista sulla città, pubblicata oggi da Ulisse, vede protagonista una donna molto versatile e volitiva. Una persona, insomma, che non si tira indietro quando deve dire la sua o intraprendere un’impresa. Almeno questa è l’impressione che abbiamo avuto e non crediamo di essere tanto lontani dalla realtà. Inutile dire che molte sue risposte, quasi tutte in verità, ci trovano d’accordo, su alcune nutriamo qualche dubbio, per altre c’è da apprezzare la schiettezza ed anche una convinzione che per certi versi è invidiabile.
Difficile non essere d’accordo con Monica quando, sostiene che “le potenzialità della nostra città se non sfruttate bene rischiano di soffocarci per la crescita delle altre città a noi vicine”. E’ una consapevolezza, questa, ormai diffusa ma anche una verità sacrosanta. E’ inutile che ci illudiamo, noi cavesi, non possiamo vivere di rendita in eterno. Questo per dire che bisogna darci da fare diversamente realtà a noi vicine ci scalcheranno. Inevitabilmente. Sta già accadendo. E’ già successo. Potrà ancora e di più succedere in futuro. E se non ci daremo una mossa non diventeremo solo la periferia del capoluogo di provincia, Salerno, che è cosa per certi versi se non normale quantomeno comprensibile, ma rischiamo di diventare in futuro la periferia dell’agro nocerino-sarnese. In tutto. Non solo nella sanità o nella pubblica amministrazione (dall’Inps al Tribunale).
Insomma, come dice Monica Bisogno, dobbiamo finirla con “la spocchia e la presunzione”, che ci fanno essere in buona sostanza una città di snob.
Ed è collegato a ciò, l’esigenza di avere “maggiore senso civico e rispetto”, e “una serie di attività culturali di spessore e che crescano nel tempo”. Insomma, Monica Bisogno, e non solo per questi aspetti che abbiamo evidenziato, mostra di avere piena consapevolezza di quali siano le nostre palle al piede e quali i nostri punti di forza da sfruttare per crescere e determinare lo sviluppo, quindi il destino della città.
C’è un altro passaggio che ci piace sottolineare, quello in cui ai futuri amministratori, quali che essi siano, Monica Bisogna formulerebbe “innanzitutto un grande in bocca al lupo e mi congratulerei per l’enorme coraggio. Non sono tempi facili per i nostri amministratori”. E’ giusto oltre che vero. Amministrare un ente locale, il comune in particolare, è diventato qualcosa di terribilmente complicato e, per certi versi, persino pericoloso. Chi decide di candidarsi alla guida della città è indubbiamente un coraggioso. Solo per questo merita rispetto. Più di quello che, purtroppo, oggi accordiamo alla politica. Ciò ovviamente non sottintende che deve venir meno lo spirito critico o il controllo severo su come si opera e si gestisce la res publica, ci mancherebbe, ma il rispetto per la dignità delle persone e per il compito non facile cui è chiamato un pubblico amministratore, non dovrebbe mai venire meno.
Sul resto della risposta, ovvero “consiglierei di scegliere gli uomini migliori senza guardare alla tessera di partito che hanno o per quale partito hanno simpatia… di evitare le accozzaglie per vincere”, non si può che essere d’accordo, ma i dubbi prevalgono. Sarebbe bello che fosse così, ma finora in politica non si è mai visto e temiamo che difficilmente si vedrà tanta lungimiranza.
E qualche dubbio l’abbiamo anche sulla qualità della partecipazione politica al tempo dei social. Il tema, però, richiederebbe una trattazione a parte, che in questa sede non è possibile affrontare.
In ultimo, ci piace la schiettezza e la convinzione quando Monica ritiene che a fare le differenze siano “le idee.. se le idee sono valide si troveranno sempre uomini in grado di perseguirle”.
In tutta onestà, ci piace pensare che sia davvero così, ovvero che le buone idee, ma anche le cattive purtroppo, trovano alla fine gli uomini giusti che riescono a interpretarle e a realizzarle, e quindi a fare la storia. Come canta Francesco De Gregori, “la storia siamo noi, siamo noi che scriviamo le lettere, siamo noi che abbiamo tutto da vincere e tutto da perdere”: il problema è che nell’attuale stagione politica non si vedono molte idee in giro e neanche troppi uomini di particolare spessore.
Insomma, siamo una città un po’ al buio, come il resto del Paese. Eh sì, perché tutto ciò non vale solo per la nostra città, anche se questo non è affatto un motivo di consolazione.
Ad ogni modo, siamo certi che basterà solo aspettare: di sicuro torneranno le idee e anche gli uomini.
E’ solo una questione di tempo.