Cava de’ Tirreni, una domanda a Servalli e ai suoi: quando la verità sulla pubblica illuminazione?
da semplice cittadino cavese e da ignorante della materia, mi chiedo: ma perché si impiega tanto tempo a mettere la parola fine a questa
Il nostro giornale, da un anno a questa parte, ha seguito sempre con molta attenzione quello che abbiamo chiamato “affaire pubblica illuminazione”.
Non è una vicenda particolarmente entusiasmante ed anche alquanto complessa e complicata. A maggior ragione per chi, come chi scrive, non ha particolari conoscenze tecniche e giuridiche.
Non nascondo neanche un certo disagio essendo coinvolti nella vicenda persone come il consigliere Antonio Barbuti, cui mi lega un’amicizia trentennale, al di là di quelle che possano essere delle eventuali diversità di opinione. Così come i sentimenti di stima per l’ingegnere Antonino Attanasio, la cui competenza e fedeltà alle istituzioni ho avuto modo di apprezzare durante la mia breve ma intensa esperienza a Palazzo di Città.
Detto questo, da semplice cittadino cavese e da ignorante della materia, mi chiedo: ma perché si impiega tanto tempo a mettere la parola fine a questa vicenda?
E lo chiedo alla parte politica, in particolare, ovviamente, al sindaco Vincenzo Servalli. Di sicuro, neanche lui ha particolari competenze al riguardo, ma è dotato di sufficiente cultura, intelligenza e buon senso, per tirare una linea.
Sempre da ignorante, come una buona parte dei cittadini-contribuenti cavesi, mi sovvengono una serie di domande.
E’ vero che la revisione dei prezzi almeno fino ad un certo punto non andava fatta? Risponde al vero che ciò ha comportato una lievitazione dei costi dagli iniziali 600 mila euro e passa annuali ad un canore superiore ai 2 milioni? E’ altrettanto vero che non era previsto il subappalto, come poi fu, invece, immediatamente realizzato? E se questo nella concessione non è previsto, perché non si procede a porre fine al subappalto e finanche alla rescissione del contratto di concessione? Se tutto questo, anche se solo in parte, è vero, perché chi di dovere non trasmette gli atti agli organi giudiziari? E se, invece, il consigliere Barbuti ha preso una cantonata, perché non glielo si dice supportando il tutto con argomentazioni e documentazioni adeguate?
Al contrario, i cittadini-contribuenti cavesi sembrano vittime della melassa della cattiva politica. Si gioca di fioretto, con pec, lettere, relazioni… ma non si va al nocciolo della questione. Non ci sono risposte agli interrogativi posti da Barbuti. Al più, nei corridoi del palazzo o sotto i portici, si tenta di screditarlo. Qual è la vera posta in gioco? Cosa vuole ottenere? E via di questo passo. Guardando non alla luna ma al dito che l’indica.
Insomma, come cittadini-contribuenti cavesi, vorremmo sapere se davvero, come accusa Barbuti, è stato messo in piedi un sistema truffaldino, che ha sottratto ingenti risorse alle casse comunali. In altre parole, se ci hanno rubato, sempre come cittadini-contribuenti cavesi, quattrini dal nostro portafoglio senza che neanche ce ne accorgessimo in tutti questi anni.
Questo è quello che chiediamo al sindaco Servalli, al presidente del Consiglio comunale, alla maggioranza, alla Giunta. E ovviamente anche all’opposizione, che sul tema potrebbe una volta tanto farsi interprete delle domande del cittadino cavese. Ignorante, ma comunque contribuente.
Vogliamo, sulla pubblica illuminazione, semplicemente la verità. Senza nessuna caccia alle streghe. Vorremo semplicemente la parola fine. Forza sindaco Servalli, almeno questo ce lo devi.