Cava de’ Tirreni, Piano di riequilibrio: tutto ricadrà sulle spalle dei cavesi
Cava de' Tirreni, Piano di riequilibrio: tutto ricadrà sulle spalle dei cavesi
Il Consiglio comunale nella seduta di ieri ha approvato come era previsto il Piano di riequilibrio finanziario pluriennale.
Non sono mancate fortissime critiche da parte dell’opposizione. E in effetti molti dei numeri sono aleatori, a partire dall’esigibilità di buona parte dei residui attivi.
Ad ogni modo, buono o cattivo che esso sia, questo Piano di riequilibrio andava fatto. Era un passaggio obbligato. Nella speranza che sia il più possibile aderente alla realtà. E qui qualche dubbio, molto ma molto grande, resta. Sta di fatto che tutto ricadrà sulle spalle dei cavesi. Più tasse, meno servizi e più cari quelli erogati, vendita senza sosta del patrimonio comunale.
Per dirla tutta, la città farà altri passi indietro sia in termini di qualità della vita che di tenuta del tessuto produttivo cittadino. I tagli della spesa ci saranno un po’ ovunque, soprattutto nel sociale finanziato dal Comune. A pagare saranno soprattutto i più deboli. E giocoforza verranno abbassate e per sempre molte altre saracinesche di negozi. Più di quelle che finora sono state chiuse dalla pandemia.
Questo è quanto la città metelliana dovrà attendersi per i prossimi anni. Chi racconta il contrario dice falsità sapendo di mentire. Non a caso, per i prossimi venti anni, se tutto andrà bene, il nostro Comune per ripianare i debiti dovrà ogni anno mettere da parte i primi 3 milioni di euro circa del suo bilancio. Sottraendoli, ovviamente, al benessere dei cavesi.
Ora, per fine mese, salvo ulteriori proroghe, il Consiglio comunale sarà chiamato ad un altro decisivo appuntamento. Si tratta dell’approvazione del bilancio di previsione, la cui redazione, a quanto pare, è ancora in alto mare.
Se la maggioranza supererà questo ulteriore scoglio, per il sindaco Servalli si potrebbe aprire la prospettiva di continuare a governare la città fino alla scadenza naturale del suo mandato.
Se così sarà, l’auspicio è che il primo cittadino si faccia un bell’esame di coscienza e dia una sterzata decisiva alla sua amministrazione. Mai come adesso è il tempo che cambi passo e uomini. Il governo della città, in un momento così cupo, ha bisogno di energie fresche, ma soprattutto di competenza e capacità. Quello che non ci sono state finora, se non in modo modesto e sporadico. C’è bisogno di gente che abbia idee, professionalità e una visione politico-amministrativa, non di chi tira a campare per pochezza culturale e manifesta inadeguatezza. C’è bisogno di gente di qualità soprattutto per mettere ordine ed a regime una struttura comunale, che fa acqua da tutte le parti.
In conclusione, non è più tempo delle approssimazioni e della superficialità.
Alla città che è sofferente e rassegnata, caro sindaco Servalli, non vanno raccontate più bubbole, ma le vanno ridate speranza ed entusiasmo. Come? Innanzi tutto, cominciando a mettere al governo gli uomini migliori che la città ha. Per una questione di credibilità politica e quale iniezione di fiducia istituzionale.
Se la sente, Sindaco?
In fondo, nonostante tutto, Spes ultima dea. Non è che poi, al momento, ci resti molto altro da poter fare.