Cava de’ Tirreni, pensieri sparsi di un non politico
La nostra città a volte così frenetica e altre distratta e sonnacchiosa (forse stanca) ha bisogno di tornare a riflettere uscendo dal pensare politicamente corretto, che interessa solo ai politici di professione: bisogna uscire da schemi preconfezionati, da parole che risuonano retoriche e, quindi, non vere
Cercherò di fare una riflessione partendo da quanto leggo sui giornali e sui social in merito alle fibrillazioni della politica cittadina.
Non entro nel merito delle questioni, ma a me pare che la politica dovrebbe essere una sfida permanente per tutti coloro che ricevono il mandato di servire la propria città, di proteggere quanti vi abitano e di lavorare per porre le condizioni di un avvenire degno e giusto.
Se l’impegno politico non rientra in questi canoni allora penso che i nostri politici dovrebbero seriamente ripensare le motivazioni per cui hanno chiesto a suo tempo il voto a noi cittadini.
Così, come sempre accade, i problemi rimbalzano e sedimentano sul territorio, dove la gente, non fa politica astratta, ma vive concretamente e ha bisogno di risposte che indichino strade percorribili.
La nostra città a volte così frenetica e altre distratta e sonnacchiosa (forse stanca) ha bisogno di tornare a riflettere uscendo dal pensare politicamente corretto, che interessa solo ai politici di professione: bisogna uscire da schemi preconfezionati, da parole che risuonano retoriche e, quindi, non vere.
La nostra epoca, erroneamente, pensava di aver archiviato le ideologie: e, invece, è portatrice di un’ideologia più sottile e insidiosa, quella del riduzionismo, ossia, non saper o non voler cogliere il tutto, che ha anche un altro nome: bene comune!
Si dovrebbe riuscire ad andare oltre il pensiero strumentale, ossia, efficientista, quello che si pone solo alcune domande, ad esempio, quelle del “come posso fare una cosa?” o “in che modo?” si fa una cosa e non sul “perché” la si fa o se “è bene farla?”.
Pensieri sparsi di un non politico….. cioè io!