Cava de’ Tirreni, peggio di Servalli potrebbe essere il post Servalli?
Il vero problema della politica cittadina è rappresentato proprio dall'opposizione. Strano a dirsi, ma è così. Se il presente è quello che è
L’intervista all’avvocato Antonello Lamberti, che il nostro giornale ha pubblicato stamani, fotografa l’attuale stato della città. Da un punto di visto politico-amministrativo, ovviamente, ma anche da quello del sentiment prevalente e diffuso nella comunità metelliana. A prescindere dalle opinioni e dalla collocazione politica. In questo, bisogna riconoscerlo, il sindaco Servalli e i suoi hanno il merito (si fa per dire) di aver unito politicamente la città facendo emergere un sentire assai comune.
L’avvocato Lamberti tratteggia la situazione con molta misura e signorilità, ma non per questo peccando di reticenza o di mancanza di puntualità. Anzi.
Come non convenire con lui quando esordisce evidenziando che noi cavesi ormai viviamo di ricordi. Per un presente che vede la città ai margini della vita politica, economica e culturale della provincia. E purtroppo, al momento, per una mancanza assoluta di prospettive future.
Da tempo sosteniamo che i comuni viciniori ci stanno surclassando. Non ci meraviglia affatto, quindi, la circostanza evidenziata dall’avvocato Lamberti. A Nocera Inferiore, racconta, ha avuto modo di leggere “il programma della stagione teatrale, era da stropicciarsi gli occhi, con spettacoli di altissimo livello, a cominciare dal nome dei protagonisti, mentre a Cava…”.
E’ apprezzabile lo stile con cui preferisce, pur ribadendo il suo giudizio estremamente negativo, di non infierire sull’attuale Amministrazione Servalli. Non certo per generosità o altro, ma semplicemente perché quello che c’era da dire è stato detto da tempo. E’ ormai un dato assodato in città. Aggiungere altro è davvero uno spreco di tempo.
L’avvocato Lamberti però, anche se con altrettanto garbo, esprime una critica severa anche nei riguardi dell’opposizione, nella convinzione che può e deve fare di più. Per poi denunciare che “alcuni partiti, di fatto, esistono solo sulla carta, o magari danno qualche timido segnale di vita solo nel periodo elettorale”.
Già, l’opposizione. Il vero problema della politica cittadina è rappresentato proprio dall’opposizione. Strano a dirsi, ma è così. Se il presente è quello che è, grazie all’attuale maggioranza, il futuro è nelle mani dell’opposizione. O almeno così dovrebbe essere. Peccato, però, che quest’ultima non dia ad oggi garanzie al riguardo.
E’ questa una impressione molto diffusa in città, tant’è che non pochi cavesi non fanno alcuna differenza tra maggioranza e opposizione. Insomma, fanno di ogni erba un fascio. La colpa, però, non è del singolo elettore, ma della politica. Nello specifico, dell’opposizione, che non riesce a distinguersi in modo appropriato e convincente.
A ciò si aggiunge un’evidente mancanza di unità politica, soprattutto nella costruzione di una alternativa credibile e qualificata.
Peccato. Il rischio è quello di continuare a far restare impantanata la città. A questo punto, una domanda appare scontata: di questo passo peggio di Servalli potrebbe rivelarsi il post Servalli?