scritto da Pasquale Petrillo - 28 Aprile 2025 11:59

Cava de’ Tirreni, Metellia… la più odiata dai cavesi

La dirigenza di Metellia dovrebbe chiedersi il perché di tanta avversione. Colpa dei cavesi? Per niente. La verità è che Metellia è vista in città come il gabelliere, l'esattore in nome e per conto del Comune di Cava de' Tirreni. Attraverso le sue attività aziendali, sottrae troppe risorse all'economia cittadina, tanto famigliare quanto imprenditoriale

foto Leandro Guarino

Funerali di Papa Francesco e Festa della Liberazione non hanno impedito che nella nostra città la polemica divampasse sui social con negativa protagonista la Metellia. Tutto nasce da un post di un cittadino che recatosi nel Complesso monumentale di San Giovanni lamentava che “una dipendente con il cartellino Metellia” gli avesse risposto in modo inadeguato. Tanto da dolersi “per la mancanza di accoglienza e la mentalità negativa”, concludendo che nella nostra città “i visitatori meritano di essere trattati con rispetto e cortesia”.

In tutta onestà, conoscendo un po’ il personale di Metellia, siamo inclini a pensare che si sia trattato più che altro di uno spiacevole equivoco, molto probabilmente provocato da una risposta al più inappropriata. Ciò, tuttavia, non inficia in alcun modo il diritto del cittadino di denunciare una interlocuzione ritenuta non all’altezza.

Quel che ci sorprende e rammarica è la replica di Metellia, sempre attraverso un post sui social. A nostro avviso, del tutto improvvida e per nulla calibrata sin dalle prime battute. “Ci sentiamo di precisare -si legge- che la società ha prontamente effettuato gli accertamenti necessari senza riscontrare alcun elemento a supporto della segnalazione formulata”.

Esordio pessimo. In altre parole, magari senza volerlo, viene dato del bugiardo al cittadino autore del post. E poi, quali accertamenti? Alla dipendente coinvolta nella vicenda, al più le sarà stato chiesto di dare la sua versione. Ci si aspettava forse che la stessa ammettesse la veridicità di quanto denunciato dal cittadino nel post? In ogni caso, avrebbe negato. Ovvio.

Il peggio, però, arriva dopo. In pratica, viene prima impartita la lezioncina di utilizzare gli appositi strumenti “reperibili sul sito istituzionale o mediante i propri canali social”. Per poi arrivare, ad una conclusione odiosamente pedagogica e moralmente sanzionatoria. “Se tali segnalazioni -si sentenzia- vengono effettuate in gruppi social chiusi, dove hanno quale unico effetto quello di innescare polemiche, spesso piene di astio e senza alcun valore costruttivo, rappresentando, nel contempo un danno di immagine per la società”.

E’ gravissima una simile affermazione. Il cittadino viene bacchettato e censurato dopo avergli dato del bugiardo. Un po’ troppo.

Cominciamo con evidenziare, a futura memoria, due annotazioni.

La prima, in assoluto. In questo pasticcio di comunicazione, non deve sfuggire che il cittadino è il vero signore e padrone. E’ quello che paga i pubblici stipendi, compresi quelli dei dipendenti di una società in house del Comune di Cava de’ Tirreni qual è la Metellia. E’ un particolare che non va mai dimenticato, anzi, tenuto sempre ben presente. Questo vuol dire che al cittadino, non solo a chi segnala o si lamenta, e quindi all’opinione pubblica di riferimento, vanno date spiegazioni e rassicurazioni. Indicazioni e non lezioni. Risposte, anche negative, ma chiare e ragionate, non certo rimbrotti e precetti.

Da qui scaturisce il dovere di non porsi, quando ci si relaziona con un qualsivoglia cittadino, in una posizione di supremazia, bensì alla pari, quindi più che predisposti all’accoglienza e alla disponibilità.

Vero è che ci si può trovare di fronte a dei lamentatori per così dire seriali, a dei protestatari di professione, al cittadino cui non va bene niente e nessuno. Da qui, deriva la seconda annotazione, che rappresenta una regola imprescindibile in questa che va catalogata come comunicazione di crisi. In tali casi, occorre utilizzare una precisa tecnica, che è quella della moderazione dei toni. Fornire, quindi, risposte esplicative, senza controbattere punto per punto. Ciò nel tentativo di moderare la discussione, non accentuarla dando ulteriori spunti di discussione e di attrito.

In altre parole, puntare a raffreddare e non esacerbare gli animi. Anche in questo caso, occorre tenere presente che l’interlocutore non è solo chi contesta e si agita sui social, ma l’insieme dei cittadini che seguono la discussione. In altri termini, sono più che altro loro i veri o quanto meno i più importanti interlocutori. E a loro, a questa sorta di cittadini- spettatori, che devono innanzi tutto arrivare i messaggi di risposta chiari, esplicativi, equilibrati e in quanto tali rassicuranti.

In estrema sintesi, la Metellia, valutata la necessità di un post, doveva rispondere senza inciampare: “Siamo in ogni caso dispiaciuti per l’accaduto e, in ossequio alla nostra politica aziendale, provvederemo ad effettuare i necessari, ulteriori accertamenti per verificare quanto accaduto, anche nella prospettiva di adottare tutte le necessarie iniziative idonee a dare risposte sempre più adeguate alle esigenze dei cittadini e nell’interesse della comunità metelliana”. Non sarebbero, ovviamente, mancati commenti critici, ma non certo della portata di quelli che si sono letti e che per davvero danneggiano l’immagine della Metellia.

Detto questo, c’è da dire che ci sforziamo anche di comprendere le ragioni o meglio il clima da cui è scaturito il tenore del post. In altre parole, c’è sì un problema di qualità della comunicazione e di formazione del personale, ma la vera questione è di ordine politico. La Metellia avverte di essere sotto attacco. I propri operatori ogni giorno sentono un clima di ostilità nei loro riguardi. Per dirla tutta, la Metellia non è amata in città, anzi, di sicuro è la più odiata dai cavesi. Una ragione in più per evitare delle repliche come quella del post in questione che non fanno altro che esacerbare gli animi e far lievitare il livore contro i propri dipendenti, i quali ogni giorno lavorano in strada a contatto con i cittadini.

La dirigenza di Metellia, tuttavia, dovrebbe chiedersi il perché di tanta avversione. Colpa dei cavesi? Per niente. Se c’è una cittadinanza tranquilla e stoicamente votata alla sopportazione è quella metelliana. Se le stesse angherie, soprattutto fiscali, le avessero subito i cittadini di qualche comune viciniore probabilmente e purtroppo parleremmo di altro più che di post inappropriati. La verità è che Metellia è vista in città come il gabelliere, l’esattore in nome e per conto del Comune di Cava de’ Tirreni. Attraverso le sue attività aziendali, sottrae troppe  risorse all’economia cittadina, tanto famigliare quanto imprenditoriale. E’ questo un dato di fatto. Molto probabilmente, soprattutto nella politica sulla sosta, sarebbe più che auspicabile alleggerire la morsa sulla città. E nella politica dei rifiuti dovrebbe essere migliorato il servizio, rendere Cava una città più pulita con costi più contenuti per i cittadini.

Insomma, prosciugare i portafogli non è un’azione particolarmente benemerita agli occhi dei cavesi.

Tutto ciò è colpa di Metellia? No. Svolge però il ruolo di boia dell’economia cavese, eseguendo le sentenze che provengono da Palazzo di Città. Sarebbe il caso che la sua governance si sforzasse di più nello spiegare meglio alla città come stanno le cose. Sarebbe questo il modo per tutelare al meglio i dipendenti, vittime e non carnefici in questa situazione.

Il vero limite, almeno all’apparenza e ufficialmente, è che la Metellia fa corpo con il Comune e l’attuale Amministrazione. E’ comprensibile, politicamente e gestionalmente. Non lo è affatto però per i cittadini cavesi. E da qui non ce ne usciamo. Niente da meravigliarsi, allora, se la Metellia continuerà ad essere la più odiata dai cavesi. E’ nel suo destino e forse nel suo DNA. Facciamocene tutti una ragione.

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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