Cava de’ Tirreni, l’idea di un’alleanza civica trasversale
la parte più interessante e impegnativa è quella che il nostro dedica alla proposta politica. Il tema non è nuovo, ma sempre attuale oltre
Sarà forse l’antica amicizia e la comune cultura e militanza politica. Forse sarà perché è uno degli ultimi democristiani ancora in giro in città. Sta di fatto che è quasi impossibile, almeno per me, non condividere le riflessioni di Gigetto Durante, la cui intervista è stata pubblicata oggi dal nostro giornale.
A cominciare dalle due simpatiche e, nel contempo, graffianti battute sull’attuale amministrazione comunale e sulle opposizioni.
A Servalli e soci Durante dedica una facezia iconica: “indietro tutta!”. D’altro canto, non si ricorda una compagine amministrativa che sia riuscita, come quella attuale, a fare tanti danni alla città da ridurla con le pezze al sedere.
Alle opposizioni, invece, appiccica un motto ironico non disgiunto da un sentimento di delusione: “io speriamo che me la cavo”. D’altra parte, le opposizioni girano a vuoto. Un po’ non per colpa loro, un po’ (forse parecchio) per la loro disomogeneità politica e culturale (e forse non solo per questo). Insomma, come spesso, almeno in passato, dicevano gli insegnanti: il ragazzo studia, ma dovrebbe impegnarsi, molto, ma molto di più.
A parte questi due gustosi divertissement, la parte più interessante e impegnativa è quella che il nostro dedica alla proposta politica. Il tema non è nuovo, ma sempre attuale oltre che inattuato. Vale a dire l’idea di costituire un’alleanza per la città che vada oltre i partiti e gli schieramenti. Con la vocazione di mettere insieme le migliori risorse umane, culturali, ideali e professionali della città.
Il progetto è indubbiamente ambizioso con evidenti difficoltà di metterlo in pratica. Tuttavia, per come è ridotta la politica cittadina, ma più ancora la città, con un presente immerso nel grigiore e la mancanza di prospettive future, l’invito formulato da Durante non è affatto da scartare a priori.
Siamo appena alla fase della mera enunciazione, è vero, ma una riflessione al riguardo andrebbe fatta.
A cominciare dai partiti della sinistra e del centrosinistra, primo fra tutti il Pd. Ripercorrere in prospettiva quella che fu l’esperienza di Alleanza di Progresso nel 1993 non è un’idea da buttare a priori. Certo, adeguandola al nuovo contesto politico cittadino, ovviamente.
Lo stesso vale per le opposizioni, divise se non in contrasto fra loro. E con in pista di lancio almeno tre candidati, fra possibili ed annunciati. Forse, avere il coraggio di resettare il presente sarebbe a dir poco auspicabile. Così si potrebbe puntare ad un clima di collaborazione. Per andare poi oltre le attuali formazioni, coinvolgendo la società civile nelle sue diverse articolazioni.
Almeno questa è la teoria. Poi bisogna calare il tutto nella realtà, che è quella che è. Anzi, non è affatto da escludere che, per pigrizia e/o interesse, questa idea non sia raccolta da nessuno e cada nel vuoto. Ciò non toglie che il suggerimento di Durante non sia valido in linea di principio. Di certo, la città meriterebbe una nuova opportunità di rinascita dopo essere stata affossata, soprattutto in questi ultimi dieci anni. La politica e i politici attuali hanno fatto il loro tempo. Cambiare registro potrebbe tornare utile, diversamente la città rischia di restare impantanata nella palude e le sabbie mobili la potrebbero inghiottire definitivamente.