Cava de’ Tirreni, l’affaire dell’Azienda speciale consortile: la favoletta del sindaco Servalli e le stroncature del presidente Salsano
Al solito, la narrazione di Servalli è una favoletta (questo è ovviamente un eufemismo) che sfida l'intelligenza dei cavesi
Ci piacerebbe sapere quali sono state le reazioni dei nostri lettori nel leggere le ultime dichiarazioni del presidente del Consiglio comunale metelliano Adolfo Salsano pubblicate stamani dal nostro giornale clicca qui.
Non conoscendole, vi diciamo le nostre.
La prima, ad istinto, è stata quella di non commentarle. I nostri amministratori comunali mai come in questi ultimi tempi ci stanno prendendo politicamente per i fondelli. E il presidente Salsano, al di là dell’amicizia, non fa eccezione. Motivo per cui, come disse qualcuno, non ragioniam di lor, ma guarda e passa…
La seconda, è la tentazione di voler essere caustici proprio con Salsano. Chiedergli così, giusto per capire, dov’è stato finora, quando sono state perpetrate tutte le sconcezze di cui accusa oggi Servalli. Più ancora chiedergli quand’è che si decide a staccare la spina e perché finora non l’ha fatto. A maggior ragione, tuttavia, lo chiediamo al professore Armando Lamberti e a quanti di questa maggioranza dicono peste e corna dell’Amministrazione comunale ma rigorosamente nascosti all’ombra dei piloni dei nostri portici.
La terza, è di sorpresa e compiacimento. Vivaddio, finalmente c’è qualcuno, in questo caso un politico che riveste un ruolo istituzionale di vertice come Salsano, che afferma oggi ciò che questo giornale sostiene da un pezzo. Per questo i tanti menestrelli di corte (qualcuno a libro paga, altri prossimi ad esserlo o che lo sono stati o che aspirano ad esserlo) ci hanno accusato delle peggiori nequizie. Tiremm innanz…
Salsano è arrivato adesso alla conclusione che l’Amministrazione Servalli va avanti per inerzia, senza programmazione, ma, quel che è peggio, senza competenza. Personaggi messi nelle loro posizioni solo per amicizia o per accordi. Un’Amministrazione che dimostra, in maniera inequivocabile, l’incompetenza (a voler essere buoni) degli organi preposti, incapaci pure di formalizzare un atto… che si mantiene a galla grazie ad alchimie, assenze e allontanamenti strategici al momento del voto da parte di qualche consigliere di centrodestra.
Detto questo, a nessuno sfugge che queste ultime dichiarazione del presidente Salsano sono la prova più evidente che il sindaco Servalli non ha più una maggioranza. Vive alla giornata, ora più che mai non ha un orizzonte. Nel Palazzo di Città si vive un clima da basso impero. Scontri, sospetti, congiure, accordi sottobanco, in un clima di decadenza etica e politica.
In altre parole, uno sconquasso politico-amministrativo che forse non si era mai visto nella nostra città. La vicenda dell’Azienda speciale consortile esplosa l’altra sera in Consiglio comunale ne è la prova più evidente clicca qui. Ed è a dir poco singolare la versione che il nostro ineffabile sindaco Servalli propone alla città nelle sue omelie in video.
Al solito, la narrazione di Servalli è una favoletta (questo è ovviamente un eufemismo) che sfida l’intelligenza dei cavesi. Il notaio, ha spiegato, ha suggerito, in sede di redazione dell’atto notarile di costituzione dell’Azienda speciale consortile, di aggiungere un articolo all’atto costitutivo approvato dai Consigli comunali dei 14 comuni consorziati. Servalli evidenzia poi che lo stesso notaio aveva suggerito di far approvare successivamente il nuovo atto costitutivo a tutti i Comuni aderenti.
Come si può facilmente capire, quella di Servalli è una narrazione che fa acqua da tutte le parti. Ci siete mai stati da un notaio? Bene, non esiste che un notaio rediga un atto di costituzione di un Consorzio se non dopo aver verificato che l’atto costitutivo e lo statuto siano stati approvati senza alcuna difformità dai 14 diversi Consigli comunali. Cosa sia successo per davvero e dove sia l’inghippo non si sa, almeno per ora. Prendiamo, però, per buona la versione del sindaco Servalli. Com’è che solo adesso, dopo che l’opposizione ha fatto venir fuori questa difformità tra la delibera consiliare e l’atto redatto dal notaio, Servalli parla con nonchalance della necessità di una nuova approvazione da parte del Consiglio comunale?
In ogni caso, l’iter è del tutto diverso da quello illustrato da Servalli. Prima si approva l’identico testo in tutti i Comuni. Poi, sulla base di queste delibere, si costituisce dal notaio l’Azienda consortile, non viceversa.
Questo cosa vuol dire? Molto semplicemente che bisognerà partire da capo. Altro che storie! Insomma, l´è tutto sbagliato, l´è tutto da rifare, come diceva il grande Gino Bartali. La costituzione dell’Azienda consortile appena costituita dovrebbe essere nulla e, se così è, tutti gli atti eventualmente posti in essere, sono nulli. A questo punto, però, potrebbero esserci delle responsabilità contabili. In altre parole, se sono state effettuate delle spese, chi dovrà pagare? Tanto per capirci, al notaio è stato o dovrà essere pagato l’onorario? Qualcuno dovrà pagare, di sicuro non Pantalone.
Servalli sostiene che non ci sia stata malafede. Non si può dire diversamente, almeno fino a prova contraria. Ciò, però, ci porta a ritenere che la sciatteria con cui vengono posti in essere gli attivi amministrativi sia a dir poco disdicevole e preoccupante. C’è di più. Se così è, anche in una vicenda come quella della costituzione dell’Azienda speciale consortile il nostro sindaco Servalli mostra di essere confuso, impreparato e disattento. In conclusione, se non c’è stata, come dobbiamo credere, alcuna malafede, allora c’è quell’incompetenza di cui parla il presidente Salsano. Un’incompetenza, un’approssimazione e una mancanza di trasparenza, che consigliano anche di non affidare a Servalli & C. nemmeno l’amministrazione di un condominio.
Auguriamoci che questo della costituzione dell’Azienda speciale consortile sia l’ultimo pastrocchio dell’era Servalli. Nella speranza, quindi, che si sia toccato il fondo e che non si vada oltre. Con Servalli e nel post-Servalli.
Che Dio salvi la città!