Cava de’ Tirreni, la visione inclusiva di Raffaele Giordano e la sindrome Verona del centrodestra cavese
Cava de' Tirreni, la visione inclusiva di Raffaele Giordano e la sindrome Verona del centrodestra cavese
E’ davvero una interessante e bella intervista quella rilasciata dal vicepresidente del Consiglio Comunale Raffaele Giordano che il nostro giornale ha pubblicato stamani.
In tutta onestà, anche da un punto di vista politico, la trovo di ampio respiro e largamente condivisibile.
Giordano sul tema della sanità ha ribadito quello che in più di un’occasione ha già evidenziato. E che noi cavesi, purtroppo, patiamo sulla nostra pelle da un bel po’.
D’altra parte, chi dice il contrario mente sapendo di mentire. Questo, soprattutto dopo che siamo stati derubati persino dell’ospedale di comunità.
Quel che è più grave, però, è altro. Quest’ultimo furto con destrezza ai danni dei cavesi, infatti, è stato operato con la complicità, consapevole o meno, degli attuali amministratori comunali. E non è da escludere neanche per qualche recondito e inconfessabile interesse da parte di qualcuno di loro.
Sulla Disfida dei Trombonieri, ma più in generale sul movimento folkloristico cittadino, il dottore Giordano sembra avere le idee molto chiare e ha tracciato un ragionevole percorso. Avremo modo di parlarne in una prossima occasione.
Vorrei, infatti, dare spazio alla parte più politica delle sue dichiarazioni. Sono quelle che riguardano lo stato dell’arte dell’opposizione anche e soprattutto in vista delle prossime comunali. Quando ci saranno.
Emerge, dalle sue parole, una visione inclusiva basata sul confronto con le varie componenti. Nell’ottica di arrivare ad una proposta politica alternativa e unitaria all’attuale maggioranza di centrosinistra.
Quello di Giordano, che esalta il lavoro di squadra, è un ragionamento politico maturo e di prospettiva. Certo, il nostro anche nell’aspetto è persona cordiale ed empatica. E’ il ritratto della bonomia e dei buoni sentimenti. Tuttavia, le sue dichiarazione includono ciò, ma vanno oltre. Sembrano essere il frutto di una riflessione politica compiuta, equilibrata, intelligente.
L’obiezione che potrebbe essere mossa è che si tratta per ora solo di parole.
Vero, per carità.
L’impressione, però, è che Giordano sembra avere le carte in regola in tal senso. E lo stesso si può dire di Vincenzo Lamberti, il neo coordinatore di Siamo Cavesi. Entrambi, infatti, sembrano portati a dare concretezza al dialogo e alla ricerca delle cose che uniscono.
Per ora, nel centrodestra cavese è latente la sindrome Verona. In altre parole, la spinta alle divisioni politiche e alla frammentazione dell’offerta elettorale. Il quadro “clinico” si complica se poi guardiamo all’intera opposizione.
Se Giordano e Lamberti riusciranno ad imporre la loro linea politica di dialogo a tutto campo, allora il centrodestra se non addirittura l’intera opposizione potrà ritrovarsi unita nel confrontarsi su un progetto di città. Un’unità di intenti e di azione che prima inizia e meglio sarà. Senza aspettare il momento elettorale. E senza chiudersi nel palazzo, ma aprendosi alla città.
Vedremo cosa accadrà.
Le parole rassicuranti di Raffaele Giordano rappresentano, in ogni caso, un buon viatico.
Di sicuro, mai come adesso la nostra città ha bisogno di un confronto politico-programmatico di buon livello, se non proprio alto, tra i due schieramenti tradizionali e il civismo nelle sue varie articolazioni. Sì, perché anche a sinistra devono recuperare le proprie peculiarità: sociale e cultura in primo luogo. E soprattutto mettere in soffitta quello che finora è stato il centrosinistra al governo della città: un poltronificio famelico e finanche familistico.
Abbiamo toccato il fondo. Oltre non si può.