Cava de’ Tirreni, la melassa di Servalli e soci
Nel leggere l'intervista al segretario cittadino del Pd, l'avvocato Massimiliano De Rosa, pubblicata oggi dal nostro giornale, ci siamo letteralmente immersi in un bagno di melassa
Sapete cos’è la melassa? E’ uno sciroppo particolarmente dolce oltre che impuro. Bene, nel leggere l’intervista al segretario cittadino del Pd, l’avvocato Massimiliano De Rosa, pubblicata oggi dal nostro giornale, ci siamo letteralmente immersi in un bagno di melassa. Appiccicosa assai.
Sia chiaro, Massimiliano De Rosa è persona colta e di grandi qualità umane. Con lui siamo almeno una spanna sopra il livello medio della politica cavese. E assai di più rispetto a quello che mediamente esprime il suo partito in città.
In effetti, è indubbiamente bravo nel tenere tutto insieme. Riesce addirittura a conciliare De Luca con la Schlein. Un gioco di prestigio. E a mettere sullo stesso livello politico-amministrativo Annetta Altobello con Lorena Iuliano. Un affronto. O un Nunzio Senatore con Paola Landi o Anna Padovano Sorrentino. Una bestemmia.
Eppure, il nostro lo fa con convincente leggerezza. Un miracolo. D’altronde, siamo onesti, non può fare altrimenti. E’ il ruolo che glielo impone. Come recita quel vecchio adagio napoletano? Ogni scarrafone è bello ‘a mamma soja.
Insomma, la sua narrazione non è meno edulcorata e fuorviante delle gesta epiche raccontate dal cantore omerico di piazza Abbro, il sindaco Servalli. In compenso, però, non è irritante. Anzi, sotto certi aspetti, il nostro è così sottile da risultare sufficientemente efficace, quasi persuasivo.
Che peccato, diciamo noi, che una persona di qualità come Massimiliano De Rosa debba tenere politicamente bordone ad un’amministrazione comunale che nel suo insieme ha devastato la città, indebitato oltre misura il Comune, smantellata la macchina comunale, distrutti i servizi, da quelli sportivi ai sociali, impoverito il tessuto produttivo…
Una città abbandonata a sé stessa, senza prospettive. Diventata un cimitero non solo per l’assenza di un’offerta culturale e di eventi di intrattenimento. Una città che perde costantemente abitanti a riprova del suo declino, politicamente sempre più marginale e che, soprattutto nella geografia del sistema deluchiano, conta meno di nulla. E queste elezioni provinciali ne sono la riprova. E ovviamente non certo per colpa di Massimiliano De Rosa, come a qualcuno farebbe comodo far credere.
Ciò detto, da quello che dichiara De Rosa emerge lo sforzo di rappresentare una realtà cittadina del tutto diversa da quella percepita dai più. Questa capacità, che potremmo definire immaginifica, di Servalli e i suoi è invidiabile e del tutto assente nel centrodestra. Vero è che il loro è un tentativo comprensibile e quasi disperato, ma che oggi non riesce più di tanto. In prospettiva, però, il mantra servalliano di una città in grande trasformazione, che De Rosa riprende molto bene, non è detto che alla lunga non produca degli effetti positivi per le sorti del centrosinistra cavese.
Questo per dire che la prossima partita elettorale per le comunali è tutta da giocare. Niente, insomma, è scontato.
In conclusione, è bene che le opposizioni, o meglio il centrodestra di questo ne sia consapevole. Se qualcuno pensa di aver già vinto, sbaglia i conti alla grande. In fondo, la melassa diffusa a piene mani da Servalli & C. farà di sicuro la sua parte. E il centrodestra non sembra per nulla attrezzato con un’altrettanta abilità narrativa.