Cava de’ Tirreni, il Grinch si aggira per le frazioni
Il bipolarismo della città è paragonabile al dualismo del Dottor Jekyll e Mr. Hyde o, meglio ancora, al ritratto di Dorian Gray; se da un lato Cava si mantiene bella e luminosa, il suo ritratto abbandonato in soffitta presenta i segni del decadimento
Esistono due Cava: quella del centro – con suoi i portici, il duomo, il convento – infiorata di luminarie, addobbi e musica natalizia e poi ce n’è un’altra che potremmo definire ascetica ed anticonsumista, totalmente scevra di qualsiasi addobbo se non per iniziativa dei singoli. Si tratta della Cava delle frazioni.
Il bipolarismo della città è paragonabile al dualismo del Dottor Jekyll e Mr. Hyde o, meglio ancora, al ritratto di Dorian Gray; se da un lato Cava si mantiene bella e luminosa, il suo ritratto abbandonato in soffitta presenta i segni del decadimento.
Una conflittualità che non esiste da oggi, ci mancherebbe, poiché pur con l’avvicendarsi delle amministrazioni il centro è rimasto un salotto ben agghindato, le frazioni – invece – relegate alla stregua di un ripostiglio. Certo è che in questo periodo dell’anno tale dicotomia si accende, proprio come le luci di Natale.
È facilmente immaginabile che il vuoto delle frazioni sia riconducibile al vuoto di cassa ma davvero non c’era la possibilità di far nulla? Allora facciamo volare la fantasia ed immaginiamo il Grinch, l’iconico umanoide verde e peloso che odia il Natale – il cui scopo è distruggere tutti i simboli ad esso riconducibili – che si aggira per le frazioni con l’intento di sabotare la festività.
E ci riesce.