Cava de’ Tirreni, i manifesti…. parole per la verità!

Non so quanti di noi leggano veramente i manifesti! In questi giorni la nostra città è stata letteralmente farcita di manifesti che cercavano di spiegare cosa sta succedendo realmente al palazzo comunale.
Una riflessione va fatta. Ma perché non si riesce mai ma proprio mai a capire la verità, ovvero chi ha fatto realmente cosa? Non si tratterebbe di accusare o mettere alla gogna, ma semplicemente di assumersi le proprie responsabilità. Solo chi non fa niente non commette errori e gli errori, qualora ve ne siano, sono sempre rimediabili, purché si conosca tutta la faccenda.
Appunto, la maturità di assumersi le proprie responsabilità: una grande virtù che andrebbe coltivata da chi sceglie di fare politica di qualsiasi schieramento sia. Perdonatemi: ho scritto una cosa scorretta: “fare” politica”, quando invece si dovrebbe dire “essere politico”.
Cosa connoterebbe l’essere politico? Probabilmente essere egli stesso dovrebbe capace di porre al centro della sua progettualità e proposta politica la prassi della speranza, ovvero imparare cioè a leggere la realtà cercando di capirla, una capacità di ispirarsi a una visione complessiva della società. Speranza è educarsi a capire che la vita politica non è solo quella della mia città, ma abbraccia il mondo intero (solo così Cava uscirà dal suo “provincialismo”).
Sarebbe interessante coltivare una visione alta e realistica del compito di costruire una città nel segno della solidarietà e della giustizia, senza mai giocare al ribasso, pur vivendo un momento storico confuso: il nostro è un tempo in cui la frustrazione e la disperazione crescono continuamente.
Penso che alla nostra Città anziché manifesti (anche di pessimo gusto) servano parole di speranza e una “realtà aumentata e concretizzata” nella realizzazione di ciò che possa permettere a tutti di vivere in modo più sostenibile il proprio tempo.