Cava de’ Tirreni, appello al civismo dopo il disastro di Servalli: chiamata alle armi per società civile, partiti e singoli elettori
Occorre ora come non mai che la società civile scenda in campo e dia il suo contributo. Questo non significa necessariamente porsi contro i partiti, ma stimolarli a compiere scelti forti e migliori nel bene della città
Il Coordinamento civico ha ragione clicca qui per leggere. E’ più che maturo il tempo per un’iniziativa civica. Il degrado politico-amministrativo in cui è piombata la nostra città è tale che richiede una palingenesi politica e civile senza precedenti.
Ogni amministrazione comunale di questi ultimi trent’anni ha avuto alti e bassi. Ci sono state cose buone, altre meno. D’altra parte, il governo di una città non è cosa semplice, anzi, negli anni anni è diventato sempre più difficile e complesso. Con l’Amministrazione Servalli siamo giunti al punto più basso e avvilente. Questo governo municipale non è solo guidato da una persona amministrativamente modesta, ma soprattutto priva di sentimento, di trasparenza, di amore vero verso la città.
Il nostro primo cittadino, in realtà, è uno che si ingegna solo per sopravvivere, tant’è che la sua maggiore preoccupazione oggi è quella di assicurarsi un futuro politico per quando finirà il suo mandato sindacale. E non c’è da meravigliarsi se la compagine di governo e la sua maggioranza siano scaduti a livelli talmente bassi che nella storia cittadina non si sono mai visti.
E’ successo, con Servalli, quello che avvertiva Confucio: “Gli uomini migliori favoriscono il meglio che c’è negli altri, non il peggio. Gli uomini peggiori favoriscono il peggio che c’è negli altri, non il meglio”. A noi cavesi è toccato il peggio!
Se questo è il presente, adesso però bisogna guardare al futuro. Occorre ora come non mai che la società civile scenda in campo e dia il suo contributo. Questo non significa necessariamente porsi contro i partiti, ma stimolarli a compiere scelti forti e migliori nel bene della città. In altre parole, alzare l’asticella della qualità nell’impegno politico, dell’etica, della competenza…
Non basta, però, un appello generico per quanto apprezzabile e accorato. Serve proporre un minimo di piattaforma di valori e di principi, oltre che programmatica. E’ necessario compiere già delle scelte, definire degli orientamenti, darsi dei contenuti di fondo. In altre parole, chiedere alla società di aderire ad un progetto già delineato a grandi linee. In breve, dare concretezza all’appello attraverso un documento politico che delimiti il perimetro dell’azione da intraprendere così come gli obiettivi.
Per dirla tutta, vanno chiariti molti aspetti e soprattutto scongiurati equivoci e ambiguità.
Detto questo, restano molti dubbi di fondo. Il primo riguarda proprio la società civile cavese. Sarà sensibile a questo richiamo alle armi e disponibili a mettersi in gioco nell’agone politico? In proposito, nutriamo molti dubbi. In questi ultimi anni ci siamo fatti persuasi che la sciagura rappresentata dall’Amministrazione Servalli non sia affatto un accidenti della nostra storia cittadina. Al contrario, Servalli e i suoi sono il frutto avvelenato di una città indolente e assente. E con una borghesia, una classe dirigente, che non è solo quella politica, dedita pressoché esclusivamente a curare i propri interessi e non quelli della comunità.
Una borghesia, insomma, che Enzo d’Errico, il direttore del Corriere del Mezzogiorno, con acume definisce notabilato, il quale “prevede per sua costituzione, ha nel suo DNA, la trasmissione del potere, la trasmissione della ricchezza, non la redistribuzione”. E, aggiungiamo noi, rispetto al governo cittadino abituata a prendere non a dare. A meno che non prevalga, come spesso avviene, l’indifferenza e l’estraneità alla vita delle istituzioni cittadine.
Un altro dubbio, non meno opprimente, è quale potrà essere il ruolo che i partiti vorranno giocare in questa così delicata stagione politica per la nostra città. A destra e a maggior ragione a sinistra, devastata quest’ultima dall’attuale governo municipale. Si attiveranno per rinnovarsi nel segno della competenza e della qualità del proprio personale politico o riproporranno i soliti riti e le solite mummie? Prenderanno consapevolezza che nella prossima consiliatura il governo della città non sarà per nulla una passeggiata e richiederà un impegno, un’autorevolezza e una capacità, politica e gestionale, mai chieste prima d’ora?
In ultimo gli elettori. E qui casca l’asino. Saranno capaci di scegliere il meglio e non votare per amicizia, parentela o peggio ancora per le promesse ricevute? Mah, meglio non scommetterci.
Per concludere, quello del civismo è un terreno se non minato molto accidentato e tortuoso, com’è del resto la politica, soprattutto in sede locale. Ciò, tuttavia, non deve far desistere dall’intento di fare del nostro meglio per la città e di pretendere il meglio da ognuno di noi.
Non resta, per concludere, che ricordare l’ammonimento di Bertholt Brecht: “Verrà il giorno che ve ne pentirete”.
Ci auguriamo proprio di no, perché a pentircene dovremmo poi essere tutti: società civile, politici, partiti, imprenditori, borghesia, intellettuali, ogni singolo cittadino-elettore.
Potendo, cerchiamo di evitarlo.
Caro Pasquale, tu il punto lo hai centrato benissimo; ed è quello di quando dici (sic).<> Gli elettori hanno dimostrato, alla nostra Città, il proprio senso civico, confermando questa Amministrazione in una UNICA TORNATA ! Manco il beneficio del dubbio, manco un possibile ballottaggio !
Io non mi aspetto niente di buono ! Ho ottant’anni e non posso più mettermi in gioco! Questo lo devono fare quelli che oggi sono 50enni perché, quello che c’è da fare, è un programma a lungo termine, che dovrà essere costantemente monitorato. Vedo. in Piazza. e conosco personalmente UOMINI DI BUONA VOLONTA’ vorranno sacrificarsi per il bene comune ? Io posso dire, augurandomelo : <>