Cava de’ Tirreni, Alfonso Senatore contro le furberie della politica
Senatore non si smentisce. Al solito, è diretto, franco, immediato. Non fa giri di parole e capovolte acrobatiche. E' scoppiettante e mordace.
Con l’intervista all’avvocato Alfonso Senatore, pubblicata oggi, concludiamo il nostro giro nel centrodestra metelliano per continuarlo nel centrosinistra.
Senatore non si smentisce. Al solito, è diretto, franco, immediato. Non fa giri di parole e capovolte acrobatiche. E’ scoppiettante e mordace.
Proprio per questo, è un politico anomalo, sui generis. Preferisce la verità alla doppiezza. L’onestà intellettuale ai ricami della diplomazia. Il coraggio di esporsi all’ambiguità farisea. La chiarezza alla tartuferia. L’audacia all’accortezza. Chiama le cose con il loro nome senza indulgere in comodi infingimenti.
Indubbiamente, la sua è una virtù. In politica, però, quasi sempre è un limite e difficilmente porta al successo. Anzi. Tuttavia, rinunciando alla sua proverbiale veemenza gladiatoria, appare sincera la sua disponibilità al dialogo con le forze politiche che appartengono innanzi tutto all’area di centrodestra.
Ad ogni modo, l’intervista suggerisce almeno tre considerazioni.
La prima, è che l’avvocato Alfonso Senatore pone la sua candidatura a sindaco del centrodestra. Vero è che non lo dice, ma ragiona da candidato sindaco. Prefigura persino delle primarie. Ha già un team e immagina un programma. Ergo, quantomeno non disdegna la candidatura e lavora in questo senso. Diciamo, volendo usare la terminologia politichese, che è evidente la sua disponibilità a candidarsi.
La seconda, è che ha chiaro chi siano gli avversari. In ordine: Servalli, l’intera maggioranza di centrosinistra, Luigi Petrone e La Fratellanza. Questa chiarezza per il popolo di centrodestra non è cosa da poco. Le ragioni? E’ presto detto. Nel centrodestra, a secondo dei suoi vari esponenti, c’è chi non disdegnerebbe di imbarcare eventualmente nella prossima competizione elettorale qualcuno degli attuali amministratori. C’è chi pensa, tanto per fare qualche nome, a Barbuti piuttosto che a Luca Narbone. Chi a De Filippis piuttosto che alla Padovano Sorrentino. Molto probabilmente sono solo fantasie, come quando si giocava alle figurine Panini. Per non parlare poi di qualche assessore che non fa mistero di voler eventualmente accasarsi con la futura coalizione di centrodestra. Abituato com’è a percorrere il tragitto andata e ritorno tra destra e sinistra, non vuole perdere quest’altra corsa.
Bene, il nostro è netto, com’è suo costume, andando così incontro a quello che sono i desiderata dei militanti e dell’elettorato di centrodestra.
Su Luigi Petrone e La Fratellanza, l’avvocato Senatore non si risparmia e spara ad alzo zero. Non usa toni morbidi, anzi. E’ l’unico esponente del centrodestra che apertamente attacca Petrone e il suo movimento sostenendo che ormai hanno stretto un patto politico con Servalli e la sinistra. Un accordo, sostiene Senatore, che prevede il sostegno della sinistra alla candidatura a sindaco di Petrone. Anche per questa vicenda, il nostro ha di certo un merito: quello di tracciare con nettezza la linea che divide gli amici dagli avversari politici.
Terzo, l’avvocato Senatore, pur non rinunciando alle sue valutazioni politiche, si mostra assai più conciliante con le forze dell’opposizione. A maggior ragione ora che è stata ritrovata un’unità politica d’azione e programmatica. Non solo. Il nostro sembra essere sulla stessa lunghezza d’onda di Fabio Siani nell’apertura alla società civile che sta fuori dai partiti. Lo fa con un linguaggio e sfumature diverse, ma la sostanza politica è la stessa: «Cava ha bisogno di tutti i figli suoi, a prescindere dalla provenienza… perché la cosa più importante è dove si vuole andare e per fare cosa».
In conclusione, alla fine di questo giro di interviste sembra affermarsi una convinzione nella speranza che non sia fallace: nel centrodestra dovrebbero parlare di più e più spesso tra di loro.