Cava de’ Tirreni, Adolfo Salsano e il teatrino della politica
Sia chiaro, crediamo anche che Adolfo Salsano sia sincero quando rilascia certe dichiarazione. E' sanguigno e passionale, si muove sicuramente come un elefante in una cristalleria, ma il nostro è il tipo di persona che non si nasconde dietro il dito, quando deve dire qualcosa è un uomo, dice quello che deve dire senza fariseismi
A prendere per oro colato le dichiarazioni rilasciate al nostro giornale, pubblicate ieri clicca qui per leggere, dal presidente del Consiglio metelliano Adolfo Salsano, l’Amministrazione comunale del sindaco Servalli rischia seriamente di finire anticipatamente il proprio mandato.
Sarà così? Noi continuiamo a non crederci. Non fosse altro per una questione di logica sopravvivenza politica. Poi, è vero, ci sono anche i suicidi politici e finanche i Cesaricidi (involontariamente stiamo rivalutando alla grande Servalli, sic!).
Sia chiaro, crediamo anche che Adolfo Salsano sia sincero quando rilascia certe dichiarazione. E’ sanguigno e passionale, si muove sicuramente come un elefante in una cristalleria, ma il nostro è il tipo di persona che non si nasconde dietro il dito, quando deve dire qualcosa è un uomo, dice quello che deve dire senza fariseismi. Si espone senza timore. Attacca lancia in resta, incurante nella pugna di esporsi e di restare solo. Questo non vuol dire che condividiamo le sue posizioni, anzi, il più delle volte le abbiamo criticate senza remora alcuna. Tuttavia, è giusto riconoscergli questa cifra politica ed umana.
Detto ciò, all’ipotesi che Servalli sia alle battute finale non ci crediamo. Il problema, però, non è Adolfo Salsano. La verità è che nessuno, o quasi, in Consiglio comunale vuole davvero mandare a casa anticipatamente Servalli. Per tutti, o quasi tutti, per ragioni opposte e diverse ma comunque concorrenti, sta bene dove sta, sullo scranno più alto della città. D’altro canto, se Servalli viene mandato a casa prima, insieme con lui vanno via tutti. Maggioranza e opposizione. In conclusione, la cosa la vediamo di difficile realizzazione.
Oddio, questo non vuol dire che non ci speriamo. E per questo ci auguriamo di essere smentiti con fatti concreti da Adolfo Salsano & C.. Come dire, Spes ultima dea.
Certo è, qualora ce ne fosse stato bisogno, che Salsano conferma quello che ormai da tempo è un comune sentire: la maggioranza che sostiene Servalli non esiste più. E’ a brandelli. Con lotte intestine furibonde. Non ha più nemmeno i numeri certi per essere definita tale.
E Salsano ha ragione quando dubita sul fatto che quella di Servalli sia un’amministrazione di centrosinistra. Non lo è affatto, a nostro modesto avviso. Da un bel po’, in questo secondo mandato.
Noi, d’altronde, questo lo sosteniamo convintamente da tempo. Servalli e pochi suoi fedelissimi hanno occupato, e vogliono farlo fino alla fine, fruttuose poltrone con buona pace dei valori, dei principi, degli ideali e delle istanze della sinistra. Servalli ha una sola preoccupazione: restare a galla e continuare ad occupare la poltrona sindacale fino all’ultimo giorno del suo mandato. Punto.
Da questo punto di vista, il nostro primo cittadino ci ricorda un po’ la cicala di Esopo. Vive fino in fondo e in allegria la sua estate di potere. Lo si vede quando non perde occasione di fare lo splendido, il ragazzo svagato che si gode gli agi della vita. I suoi pipponi televisivi settimanali sono da recita di Happy Days, non certo di un sindaco di una città in crisi e sofferente. Il problema è che il conto della sua pessima, irresponsabile e fallimentare governance lo pagheranno le formiche. Cioè noi cavesi. E il centrosinistra più di chiunque altro.
Per il resto che dire? In quello che sostiene Salsano c’è, a nostro sommesso avviso, una incongruenza di fondo. Dichiara, infatti, di ritenersi già fuori da questa maggioranza. Bene, gli crediamo. C’è solo un problema. Chi parla non è un semplice consigliere, ma il Presidente del Consiglio Comunale. Una figura terza, almeno in teoria, eletto però con i voti di questa maggioranza. Motivo per cui, se Salsano afferma di stare fuori da questa maggioranza, dovrebbe conseguenzialmente dimettersi dalla carica presidenziale. Le due cose, infatti, non stanno insieme. Salsano, però, di lasciare lo scranno presidenziale non ci pensa nemmeno, quantomeno non ne parla.
In conclusione, quando Salsano si dimetterà da presidente del Consiglio allora sarà credibile al cento per cento, a prova di dinamite, diversamente siamo al solito, stucchevole e indecoroso teatrino della politica.
Buon ferragosto!