Cava de’ Tirreni, acquisto dell’ex Cofima: l’Amministrazione Galdi passa dal fango dei sospetti e delle accuse all’assoluzione e al plauso dei giudici contabili
I giudici non solo assolvono l'Amministrazione Galdi, ma nella sostanza addirittura plaudono alla bontà delle scelte e del comportamento tenuto nell'acquisto dell'ex Cofima
Sull’acquisto dell’area dell’ex Cofima da parte del sindaco Galdi & C. si è scritto e detto di tutto. L’Amministrazione Galdi su questa vicenda è stata messa in croce e, forse, anche e soprattutto per questa brutta storia, le elezioni del 2015 furono perse dall’uscente Galdi a favore di Servalli.
Ai più sfuggivano le ragioni dell’acquisto, anzi, su questo fatto si addensavano sospetti di ogni tipo. Tant’è che sono state formulate le ipotesi più fantasiose. In ogni caso, era assai diffuso il biasimo per un’operazione che aveva indebitato il nostro Comune. Una censura, questa, strumentalmente sfruttata, per fini politici ed elettorali, dagli oppositori di Galdi. In altri termini, dal centrosinistra di Servalli. Da coloro, cioè, che, sei anni dopo, hanno ridotto il nostro Comune quasi sul lastrico. Tanto da dover poi ricorrere ad un piano pluriennale di riequilibrio finanziario, che da due anni sta costando lacrime, sudore e sangue ai cittadini metelliani.
La sentenza dell’altro giorno della Corte dei Conti fa giustizia su tutto ciò, ma soprattutto fa piena luce sui vari passaggi di una scelta politico-amministrativa rivelatasi un’autentica peripezia.
I magistrati contabili non si sono solo limitati ad assolvere l’allora sindaco Galdi, il vice sindaco e assessore Napoli, i consiglieri della maggioranza di centrodestra e i dirigenti comunali coinvolti nell’operazione. I giudici hanno fatto di più: hanno rivalutata e apprezzata la scelta compiuta e la procedura posta in essere per l’acquisto dell’area dell’ex Cofima.
Per dirla tutta, il Collegio giudicante della Corte dei Conti ha ridato onorabilità e dignità politico-amministrativa a Galdi & C..
Certo, inutile nascondere il fatto che ciò sarà di sicuro anche merito dei tanti legali, alcuni anche cavesi, che hanno difeso gli amministratori e dirigenti comunali accusati di aver prodotto un cospicuo danno erariale. Stiamo parlando del fior fiore di professionisti. Tuttavia, resta rimarchevole notare come i giudici sembrano aver accolto praticamente l’intero impianto difensivo.
Alcuni passaggi della loro sentenza sono in effetti da scolpire nel marmo. Ad esempio, quando scrivono che si è trattato di “un’operazione rientrante nella nozione di investimento, cioè una spesa non solo volta all’acquisto dell’immobile, che ha quindi comportato un aumento di valore del patrimonio immobiliare, ma altresì tale da portare ricchezza all’ente e alla comunità amministrata”. In altre parole, Galdi aveva fatto fare un affare al nostro Comune. Al contrario dell’attuale sindaco Servalli, che si sta vendendo tutto il possibile immaginabile, Galdi con quell’acquisto aveva arricchito il patrimonio comunale e della comunità metelliana. Dai giudici contabili arriva di fatto un plauso alla scelta di Galdi. Per dirla tutta, un apprezzamento, quasi una certificazione di qualità e di buona amministrazione.
I magistrati contabili vanno anche oltre, quando scrivono di “un’occasione irripetibile: acquisire a un prezzo di gran lunga inferiore rispetto a quello determinato in base ad una pubblica stima”.
Fermiamoci qui. D’altro canto, come abbiamo già evidenziato in precedenza, i giudici non solo assolvono l’Amministrazione Galdi, ma nella sostanza addirittura plaudono alla bontà delle scelte e del comportamento tenuto nell’acquisto dell’ex Cofima.
A questo punto, è giusto che sia riconosciuto a Galdi & C. quello che i giudici contabili hanno sentenziato. E qualcuno dovrebbe coprirsi il capo di cenere e chiedere scusa. Per cosa? Non certo per le legittime perplessità o la più che sacrosanta contrarietà circa la scelta di acquistare l’area in questione. Questo fa parte della politica, dove tutto è allo stesso tempo legittimo ed opinabile.
Altra cosa, invece, sono le accuse di cattiva e assai opaca gestione, formulate magari anche sottovoce a mo’ di inciucio. Dei sospetti avanzati per chissà quale oscuro disegno. Dei peggiori teoremi ipotizzati. In buona sostanza, del fango sapientemente lanciato addosso a Galdi e compagnia. In un contesto che potremmo definire come il venticello della calunnia. Già, quel venticello calunnioso della famosissima aria rossiniana del Barbiere di Siviglia. “Un’auretta assai gentile/ Che insensibile, sottile,/ Leggermente, dolcemente,/ Incomincia, incomincia a sussurrar./ Piano, piano, terra terra,/ Sottovoce, sibilando…”.
Ora che giustizia è fatta, siamo contenti per chi è stato messo sotto accusa per tanti lunghi anni ed è stato costretto a difendersi. E che ora è finalmente uscito da un vero e proprio incubo.
Peccato che ora toccherà al nostro Comune rimborsare le ingenti spese legali ai tanti imputati ora assolti. Ci vorranno un bel po’ di quattrini. Insomma, ci sarà un altro debito fuori bilancio? In ogni caso, altri quattrini da sborsare.
Morale della favola? Alla fine, è questo il vero ed unico danno erariale che avrà il nostro Comune. E ci piaccia o no, pagheremo noi cavesi. Come sempre.
Si questa vicenda della COFIMA molte cose sono state dette. Una in particolare e’ che la COFIMA il comune la poteva acquisire d’ufficio visto le irregolarità urbanistiche presenti. Invece ha aperto un muto per fare investimenti immobiliari. Voglio sperare che la vendita di questa struttura riesca a coprire i costi sostenuti.
Caro direttore se mi e’ permesso vorrei esprimere una mia opinione. Mi sovviene che all’epoca qualcuno dell’amministrazione mi chiese cosa ne pensavo dell’eventuale acquisto della cofima. Io mi permisi di dire che il comune di cava non era un’agenzia immobiliare e che ne aveva bisogno ai fini pubblici doveva sottoporla a procedura espropriativa . 15 giorni dopo apprendevo che l’amministrazione l’aveva acquistata senza la individuazione di una destinazione. Il comune , cosi, diventava un’agenzia immobiliare di compravendita.