E’ legittima, comprensibile e giustificata la soddisfazione per la inaugurazione del sottovia, avvenuta sabato mattina 14 settembre 2019, con la presenza di molte autorità cittadine, il Sindaco Servalli in testa, schierate in pompa magna dinanzi al nastro tricolore accanto ad un soddisfatto Governatore De Luca al quale pure vanno meriti.
Può considerarsi una data storica il 14 settembre 2019 in quanto conclude una vicenda lunghissima, tormentata e di non facile soluzione iniziata oltre quarant’anni addietro grazie ad una intuizione dell’allora Sindaco Eugenio Abbro il quale già allora si pose il problema di come liberare il centro della città dal traffico automobilistico che l’attraversava da nord a sud.
All’epoca gran parte dell’attuale SS.18, che attraversa la città dall’estrema periferia nord (San Giuseppe al Pozzo) fino a quella sud (Località Tencana), era inglobata nel centro cittadino, che possiamo circoscrivere dall’ex Pastificio Ferro, ora complesso edilizio Beethoven, a Piazza San Francesco; era un tratto urbano che assolveva a diversi ruoli, centro commerciale, poi denominato “naturale”, intrattenimento, passeggio lungo il corso porticato, servizi sociali e pubblici, nel mentre le autovetture andavano e venivano sostando dinanzi a negozi, uffici e locali di intrattenimento, spesso indiscriminatamente.
Venne poi vinta la guerra non indolore, alimentata specialmente dai commercianti, di liberare il corso porticato dal traffico delle autovetture, ma era rimasto pur sempre la necessità dell’attraversamento nord-sud che era stato circoscritto al tratto della SS.18.
E’ vero è che il traffico dell’epoca non era quello attuale, ma la lungimiranza di un buon amministratore consiste nel prevedere cosa avverrà tra qualche decennio, ed è per questo che va dato merito al Sindaco Abbro e al materiale estensore del progetto, il compianto Ing. Mellini, che è il padre di ciò che sé stato poi realizzato e che sabato 14 settembre scorso si è concluso.
Per la verità non bisogna dimenticare che il progetto completo prevedeva ben altro rispetto all’opera attuale, che può considerarsi solo la metà di quello che era previsto, e che incomprensioni, opposizioni, spesso pretestuose, boicottaggi, vicende politiche e giudiziarie l’hanno tenuta bloccata per oltre quarant’anni.
Una delle principali sciagure che ha colpito l’Italia, e anche la nostra città, è stata la lunghissima e tristissima vicenda giudiziaria denominata “Tangentopoli”, partita da una miserabile tangente che tale Mario Chiesa, presidente di una casa di accoglienza milanese denominata Pio Albergo Trivulzio, incassò a fronte di una fornitura; scoperto sul fatto, diremmo con le dita nel barattolo della marmellata, venne arrestato, processato e condannato; ma le indagini fecero emergere un sistema tangentizio portato ai livelli più alti, si parlò all’epoca di una organizzazione tangentizia industriale (nel mentre quella esistita in precedenza era stata denominata di livello artigianale), che scatenò la Magistratura contro politici, amministratori, industriali, e provocò un vero terremoto vittime del quale furono personaggi politici come Craxi, il potentissimo segretario del Partito Socialista, poi Presidente del Consiglio, il quale ebbe il coraggio, bisogna riconoscerlo, di aver pubblicamente ammesso che il sistema delle tangenti era più diffuso di quello che sembrava, e di esso tutti i partiti ne avevano goduto.
Insomma, quella indagine scoperchiò un recipiente che denominare vaso di Pandora è un eufemismo: era emerso un pozzo senza fondo di sprechi di danaro pubblico e privato, sprechi che purtroppo non sono mai cessati, anzi sembra che oggi siano addirittura aumentati, spesso con la complicità ufficiale di una certa politica che ha istituzionalizzato sprechi incredibili, come ad esempio i rimborsi di spese senza giustificazione dei quali pure la Lega, e non solo essa, ha goduto.
Ovviamente quel terremoto fece centinaia di vittime primo fra tutti lo stesso Craxi, e provocò la caduta della cosiddetta prima repubblica e la emersione di personaggi alternativi come Berlusconi e Co. del quale non si è mai capito se sia sceso o salito in politica, ma certamente si è capito che, nell’uno e nell’altro caso, lo ha fatto per difendere i suoi personali interessi miliardari di palazzinaro e proprietario di Tv private.
Paradossalmente verrebbe da dire che Mario Chiesa sia stato uno dei responsabili una gran parte dei ritardi nella realizzazione dell’opera cavese.
Alla inaugurazione del sottovia, dicevo che insieme al Sindaco, al Vice Sindaco e ad altre personalità di spicco dell’amministrazione cittadina, tutti stretti intorno al Governatore De Luca, hanno partecipato tutte le personalità politiche e amministrative che da un cinquantennio costituiscono il Gotha della politica cavese, unitamente a tanti dirigenti degli uffici tecnici che sono stati gli effettivi artefici del completamento del lavoro, e che erano giustamente raggianti per il risultato raggiunto.
Tra gli altri l’ex Sindaco Avv. Alfredo Messina il quale, dal punto di vista politico – amministrativo, ha il merito, che gli ho personalmente riconosciuto, di essere stato l’artefice dell’avvio della realizzazione dell’opera dopo la sciagurata decisione del suo predecessore Fiorillo di bloccare gli appalti già assegnati intraprendendo un lungo e difficile contenzioso con le ditte aggiudicatarie le quali, ovviamente, avviarono azioni legali risultate onerose per la nostra città: come dire, olio bollente sulle ferite già aperte. Il Sindaco Messina ebbe il merito di azzerare il contenzioso e far ripartire la realizzazione dell’opera, e dovette vincere anche il boicottaggio che subì da parte dell’ex Governatore Bassolino il quale, inaspettatamente, bloccò i finanziamenti, e ci volle la fermezza e il saper fare di Messina per indurlo a rivedere quella decisione che poi venne annullata.
Ma anche la presenza dell’Avv. Gaetano Panza è stata significativa in quanto l’anziano Ninuccio è stato per decenni l’eminenza grigia della politica cittadina, mai schierato in prima persona, sempre defilato, ma un personaggio che dall’Amministrazione Abbro in avanti ha sempre fatto sentire il suo peso non solo politico.
E anche la presenza del Governatore De Luca ha avuto la sua rilevanza, non tanto perché rappresenta la più alta personalità politica della regione ed è stata sempre vicina all’attuale Amministrazione, ma principalmente perché esplicitamente si è impegnato a finanziare il completamento dell’opera, quantificato in 15milioni di euro, che prevede di portare il traffico automobilistico nord-sud-nord oltre la stazione ferroviaria, dove attualmente si ingolfa, superando la stazione e incanalandola fino alla la via Arti e Mestieri per e poi a Via Riondino.
A ciò sono impegnati i Tecnici di Via Schreiber, e anche di questo i lettori di questo giornale sono stati informati. E se si considera che il rilievo della spesa per la realizzazione questo secondo tratto è certamente rilevante, l’impegno ufficialmente assunto dal Governatore De Luca fa veramente ben sperare.
Solo questo nuovo lavoro potrà costituire la salvezza della città e potrà farla tornare alla vivibilità di un tempo, oggi del tutto scomparsa; infatti l’inquinamento dell’aria, causato dalla emissione dei gas di scarico degli automezzi, è tale che c’è chi oggi parla di Cava come la Piccola Pechino; speriamo che il nuovo tratto potrà farla tornare ad essere, come un tempo, la Piccola Svizzera.