Cava, al centrodestra servono nuove idee e qualche sepolcro imbiancato in meno
Bisogna dare atto al centrodestra metelliano che mai come questa volta, in vista delle comunali 2020, sembra muoversi per bene. Si sta riunendo per tempo, ma anche con toni distesi, con senso di responsabilità e spirito di condivisione. Almeno per ora. Immaginiamo che non mancheranno incomprensioni e diffidenze, ma ciò ci sembra il minimo dopo il disastro politico ed umano dell’ultima volta in cui ha governato la città. In altre parole, è proprio vero che il cadere fa imparare a rialzarsi (anche se le ossa si sono più o meno frantumate).
Oddio, è ancora troppo presto per l’ufficialità, ma sembra addirittura che la coalizione di centrodestra stia quasi sul punto di scegliere un candidato unitario. Meglio di così, onestamente non si poteva immaginare.
Certo, la strada è lunga e tortuosa, non mancheranno le difficoltà, i contrasti, qualche dissapore. Se la storia però è maestra di vita, il centrodestra non potrà non far tesoro delle esperienze, sia nel bene che nel male, vissute con il sindacato di Messina prima e di Galdi poi, che in comune hanno avuto soprattutto un limite, che poi si è rivelato una disgrazia, quello della mancanza di un accordo politico forte, chiaro, puntuale, fra le varie forze della coalizione.
Per questo, è meglio discutere e prendersi a male parole prima, ma chiarirsi il più possibilmente, piuttosto che rinviare le dispute al giorno successivo alla presa della Bastiglia.
Anche per questo, è senz’altro positivo accordarsi il prima possibile su una candidatura unitaria ed evitare di indugiare su contrapposizioni nominalistiche. In altre parole, individuare un candidato vuol dire soprattutto compiere una scelta politica strategica e di fondo. In estrema sintesi, la scelta di una persona deve anche e soprattutto caratterizzare la qualità di un’amministrazione, lo spessore di una politica, la capacità progettuale di un programma. E non può non essere accompagnata da scelte di fondo circa il reclutamento del personale politico.
Per farla breve, il candidato sindaco è la cifra, la chiave interpretativa della proposta elettorale che si mette in campo. E per il centrodestra cavese tra i primi segnali da dare all’elettorato è quello della discontinuità, non della rottura, rispetto ad un recente passato politico-amministrativo. Insomma, è necessario un profondo, evidente, ma nel contempo equilibrato rinnovamento del personale politico, all’insegna della qualità, della competenza, dello spirito di servizio e di gruppo, non certo soltanto per peso elettorale o per presunti e discutibili meriti anagrafici.
L’auspicio è che il centrodestra si sforzi di liberarsi di qualche incrostazione del passato e di proporre un po’ di facce nuove, non certo per motivi estetici, bensì per arricchire la proposta di governo con nuove energie, nuove idee, vivacità genuine e qualche sepolcro imbiancato in meno.
Stiamo a vedere cosa succederà.