Adolfo Salsano e la politica affondata nel pantano
Adolfo Salsano e la politica affondata nel pantano

L’intervista al presidente del Consiglio comunale Adolfo Salsano, che il nostro giornale ha pubblicato oggi, merita indubbiamente delle riflessioni.
Non entro nel merito del bilancio in quanto non solo non ne ho la competenza, ma anche perché non c’è motivo per dubitare di quello che sostiene il presidente Salsano.
Ci sono dei passaggi, però, che destano non poca preoccupazione. Il primo è quello in cui chiaramente emerge che il Palazzo di Città è un verminaio. Dirigenti comunali in guerra tra loro, ma anche con la politica. Il secondo è la debolezza della classe politica, incapace di governare il palazzo in primo luogo e di conseguenza la città in modo autorevole e deciso.
Se questi sono i presupposti, qualche dubbio sulla possibilità che arrivi in porto l’adozione del piano di riequilibrio finanziario è più che legittimo.
Tirando le somme, siamo messi mali e noi poveri cittadini-contribuenti cavesi possiamo solo incrociare le dita sperando che non ci tocchino altri aumenti di tariffe e servizi comunali ancora più scadenti di quelli attuali.
Il guaio è che, anche circoscrivendo lo sguardo soltanto alla nostra città, la debolezza della politica non è solo di oggi, viene da lontano, ma il peggio è che nel futuro la situazione rischia di non essere migliore.
Adolfo Salsano è un politico scafato, forse anche cinico e spregiudicato, e proprio per questo quello che afferma non è per nulla lontano dalla realtà.
L’impressione è che la politica cittadina è da un bel po’ nel pantano. Con Servalli in questo pantano ormai è affondata. Il timore è che in futuro continuerà a restarci. Affondata sempre più nel pantano. E con la politica la nostra città.
Speriamo di sbagliarci, ovviamente.