L’intervista, pubblicata oggi, rilasciata al nostro giornale dall’ex assessore dell’attuale Amministrazione comunale, Enrico Bastolla, è a dir poco scoppiettante, anzi, è una vera e propria batteria di fuochi artificiali.
Bastolla non si risparmia, ne ha per tutti, in particolare per il sindaco Servalli, trattato malissimo come mai finora nessuno ha ancora osato, ma anche per la componente Pd della maggioranza, pur asserendo di avere ancora in tasca la tessera di quel partito.
C’è quindi una certa difficoltà nel commentare questa intervista, perché sono fin troppi i punti da porre all’attenzione del lettore. In altre parole, troppa grazia S. Antonio in questa tempesta perfetta, anzi, in un simile tsunami che investe in pieno Servalli e i suoi.
Certo, molto di quello che evidenzia Bastolla non sorprende, nel senso che era prevedibile che lo facesse, ma anche perché ormai certi rilievi sono diventati un patrimonio abbastanza condiviso in città.
E’ il caso di quando Bastolla parla dei “flop”, ovvero di quelle che definisce “promesse elettorali disattese”: dall’aumento della tasse sui rifiuti “all’appalto del Palaeventi andato deserto”, dalla “mancata destinazione dell’ex Convento di San Giovanni” alla “vendita non riuscita dell’ ex Cofima”. “E ancora -incalza l’ex assessore- si parlava tanto di “spending review”, revisione di spesa, ma ai fatti si sono avuti aumenti degli incarichi”.
Era altrettanto prevedibile, anzi scontato, che il nostro intervistato escludesse in modo categorico di appoggiare la candidatura del sindaco Servalli per la riconferma alle prossime comunali, “soprattutto per la mancanza di correttezza personale che ne ha contraddistinto il rapporto con il sottoscritto nei tre anni di collaborazione assessoriale”.
Quello di Bastolla è un j’accuse senz’appello. A Servalli rimprovera, come scrivevamo prima, la mancanza di “correttezza personale” nei tre anni di collaborazione assessoriale, ma ne ha anche per quelli che definisce i “giovani virgulti” della maggioranza, accusati di aver “accettato condizioni di piena sottomissione, non contrastando nei momenti topici le scelte scellerate del Sindaco passate sopra la loro testa, quali l’aver, prima fra tutte, concesso poco spazio al contraddittorio e alla condivisione dei problemi”.
Una filippica che non risparmia gli uomini di punta di quello che appare come un sepolcro imbiancato, ovvero il Pd, dal capogruppo Giuliano Galdo al segretario cittadino Massimiliano De Rosa, in particolare, accusato di una ” totale assenza dalle vicende politiche cavesi”, forse, e qui la stilettata è micidiale, perché “gli è stato sufficiente ottenere l’incarico di consulente presso l’Ausino per tacere”.
Un’intervista-pamphlet che, ovviamente, non poteva risparmiare l’odiato Udc di Del Vecchio e Ferrigno, con l’accusa di “doppio gioco”, ovvero “schierato con il centrodestra alle elezioni politiche, così come sarà alle imminenti europee, e a braccetto con la maggioranza di centrosinistra per occupare poltrone”.
Tutto ciò, al di là di qualche sfumatura e di un’incontenibile vis polemica, ripetiamo, era abbastanza prevedibile che Bastolla lo dichiarasse con un certa passione caratteriale ed un comprensibile e giustificato accanimento, scoprendo così gli altarini di una maggiorana che finora mai era stata messa così a nudo. D’altro canto, non è che dai suoi ex “amici” del Pd abbia avuto un trattamento migliore, bensì è stato oggetto a più riprese di repliche virulenti e astiose fino all’offesa personale, di cui i nostri si sono rivelati essere dei maestri.
Detto ciò, ci sono alcuni passaggi che risultano essere non particolarmente scontati e per questo di notevole interesse.
Il primo, da noi ampiamente condivisibile, è quello in cui esprime un sincero e totale apprezzamento dell’attuale vicesindaco Adolfo Salsano, ritenuto un “capace che opera senza la necessità delle luci della ribalta”.
Il secondo, è nella sostanza, per una sorta di benchmarking di natura politica, la rivalutazione del “mai dimenticato professor Eugenio Abbro”, di cui, secondo Bastolla, “Servalli non è nemmeno l’ultimo foglio dei modelli autocopianti” , e che si è rivelato un “signore che ha più furbizia che intraprendenza”.
La terza, è l’indiscrezione, tutta da verificare, secondo cui il sindaco Servalli cercherebbe una riconferma a primo cittadino “a capo di una coalizione di liste civiche, per le consultazioni del prossimo anno: una conferma delle scelte del PD che anche alle imminenti elezioni europee eviterà di mostrare il simbolo”. Insomma, se così sarà, vorrà dire che Servalli i suoi si guarderebbero bene di presentarsi all’elettorato cavese dietro il simbolo del Pd, ormai dato in caduta libera. Mah, qualche dubbio in proposito è lecito nutrirlo e, in ogni caos, è troppo presto per dare corpo a certe ipotesi di lavoro.
La quarta, infine, è l’affermazione più politica e strategica formulata da Bastolla, ovvero la sua disponibilità a non partire “con il freno tirato verso collaborazioni nate da condivisione dei punti fondamentali del programma”. In altre parole, non escludere a priori di collaborare con eventuali componenti del centrodestra. E la cosa non è di poco conto.
In conclusione, una cosa è certa, ma questo lo si sapeva già, Bastolla e i suoi staranno dove non c’è il sindaco Servalli.
A questo punto è lecito chiedersi, qual è la reale forza elettorale del gruppo che fa capo a Bastolla? E il centrodestra sarà capace di mettere insieme una proposta politico-programmatica sufficientemente dignitosa per avviare un confronto in vista di un’alleanza con Bastolla?
Nessuno ha la sfera di cristallo per dare delle risposte convincenti a queste due domande. Di sicuro, però, sono cominciate le grandi manovre in vista delle prossime comunali e per il sindaco Servalli all’orizzonte il cielo non è per nulla sgombro di nuvole.