Tra miliardari, ex CEO e politici ancestrali, un’inedita candidatura starebbe prendendo forma. Sarebbe un remake più atteso delle serie Netflix, un duello che potrebbe cambiare le sorti non solo dei democratici, ma del popolo americano.
Dopo la candidatura del rapper afroamericano Kanye West alle elezioni presidenziali americane del 2024, pensavamo di aver visto tutto ma a quanto pare, una sconvolgente notizia sta seminando panico e gioia (dipende dai punti di vista): Hillary Clinton potrebbe scendere in campo in vista delle primarie democratiche del 2020.
L’annuncio è stato fatto proprio da lei alcuni giorni fa, durante un’intervista di un popolare programma radiofonico. L’ex sfidante di Trump, rispondendo ad una domanda posta dal presentatore dello show, avrebbe rivelato, che moltissime personalità influenti starebbero attendendo una sua candidatura per stravolgere la “battaglia” tra democratici, e provare a sconfiggere l’attuale presidente. In seguito, ha specificato che attualmente non prevede una sua candidatura, ma ha lasciato capire, che se dovessero esserci “cambiamenti”, lei sarebbe disposta a rimettersi in gioco.
Queste parole, sono testimoniate dal suo recente tour per pubblicizzare il nuovo libro scritto con la figlia Chelsea (considerato un buon modo per approcciarsi con gli elettori), dal suo vivo interesse nel osservare le campagne elettorali dei democratici e dalle critiche nei confronti di Trump e favorevoli al impeachment (dopo due anni di silenzio, negli ultimi mesi sta riapparendo sulla scena come ardente detrattrice del tycoon). Insomma, i segnali sono evidenti, ma è importante sottolineare un altro aspetto. Il momento in cui l’ex segretaria di Stato ha iniziato ad irradiare questa serie di “messaggi inconsci”, coincide perfettamente con le difficoltà imponenti di Biden. Se infatti analizziamo i drastici mutamenti, che potrebbero concretizzarsi in campo democratico a seguito di una sua candidatura, osserviamo che la Clinton diverrebbe la sostituta ideale di Biden.
Quest’ultimo, sembra aver perso le forze da settimane, dal momento che nei dibattiti la sua immagine non viene ridimensionata, ma non viene neanche migliorata, gran parte delle sue proposte, sono giudicate inattive e incapaci di apportare modifiche positive al paese, l’altro candidato, Pete Buttigieg, sta rendendo difficile il suo successo in alcuni stati e fonti a lui vicine, confermano che egli potrebbe fare un passo indietro favorendo la Clinton. A questo punto, sarebbe interessante comprendere le conseguenze sondaggistiche degli altri papabili democratici; probabilmente, la Warren, subirebbe una flessione per via del suo elettorato trasversale e quindi della composizione forte di moderati, Sanders invece, potrebbe guadagnare consensi nel caso dovesse configurarsi uno scenario polarizzato (in tal caso la Warren verrebbe schiacciata), quindi potrebbe accadere per la seconda volta una lotta Hillary-Bernie. L’ex sindaco di South Bend, Pete Buttigieg, incrementerebbe le proprie preferenze di qualche punto, mentre i restanti candidati otterrebbero molto poco da un ritiro di Biden. Hillary ha ancora tempo per candidarsi, e a lei non servirebbe fare campagna nei primi stati al voto come Iowa, South Carolina, New Hampshire e Nevada, ma deve valutare accuratamente i possibili risvolti, le possibilità di vittoria. Inoltre, una sua scesa in campo, potrebbe spezzare, frantumare la speranza dei democratici nel sostenere candidati dinamici, alternativi e potrebbe riportare il conflitto tra centristi e radicali come non si vedeva da tre anni. Qualunque cosa succederà, ci saranno delle conseguenze, Trump starebbe già “scaldando, affinando” la sua straordinaria abilità comunicativa per battere nuovamente la Clinton e a mio avviso, , ci riuscirebbe.
E questa volta, sarà una vittoria molto più grande (forse trionfando anche nel voto popolare oltre che nei grandi elettori). I democratici pensano a come fare per conquistare il “rosso” Texas, ma se fossi in loro mi concentrerei sui candidati e sulle proposte (tra l’altro il 20 novembre ci sarà il quinto dibattito) , lo dico solo per evitare di rivedere la chioma di “The Donald” inquadrata dalle camere della CNN… perché “Orange (non red) is new black”.