Piano da 2 miliardi l’anno per il progetto Casa Italia. Il premier Renzi avverte: “All’Europa diciamo che quello che serve per questo piano lo prendiamo”. Arriverà “entro la settimana” la nomina del commissario per la ricostruzione delle zone colpite dal sisma nel centro Italia e “sarà unico per tutte e 4 le regioni”.
Dopo il terremoto che ha portato morte e distruzione ad Amatrice, Accumoli, Arquata, Pescara del Tronto è arrivato il momento di ricostruire e investire in prevenzione.
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi a scandito i tre step: «L’emergenza, la ricostruzione, la prevenzione. Tre fasi diverse, tre cantieri diversi, tre responsabilità diverse. Ma l’impegno comune di far vedere il volto migliore dell’Italia».
Gli interrogativi, come sempre dopo il dramma, riguardano il come e il quando. «Il 60% del patrimonio edilizio italiano è stato realizzato prima della Legge 64/1974 – ricorda Paolo Spagna, vicepresidente della Fondazione centro studi del Consiglio nazionale dei geologi – che ha introdotto le norme tecniche per la costruzione in aree sismiche. Bene fa lo Stato a continuare a supportare con incentivi e detrazioni fiscali tutte queste opere antisismiche, ma purtroppo non basta. La strada maestra è e rimane la prevenzione. Riduce fino al 10% i costi generali e limita il rischio di perdite umane tra i 22 milioni di persone che vivono in zone ad elevato rischio sismico. La mancata prevenzione del rischio sismico è costata all’Italia dal dopoguerra ad oggi quasi 200 miliardi di euro e un numero impressionante di vittime. Non possiamo più continuare così».
Per cambiare finalmente registro, il premier Renzi annuncia un progetto denominato “Casa Italia”, dove con “casa” è da intendersi proprio il nostro bellissimo quanto maltrattato Paese. Il presidente del Consiglio lo definisce «un progetto di lungo respiro, che richiederà anni, forse un paio di generazioni, come ieri mi diceva con lucidità e visione un grande italiano quale Renzo Piano. Ma il fatto che sia un progetto a lungo termine, non è un buon motivo per non iniziare subito».
Da che cosa sarà composto? Il progetto parte dal presupposto che «l’idea iper razionalistica di chi in queste ore dice “rischio zero” è inattuabile», sottolinea il premier. «La pretesa di tenere sotto controllo la natura è miope e persino assurda», e da qui la necessità improrogabile della prevenzione. Tema multiforme e assai complesso, con la pressante speranza che, una volta declinato in salsa italiana, non si tramuti in caos. Al proposito sarà necessario vigilare.
«In Casa Italia – anticipa infatti il premier – immagino di inserire non solo i provvedimenti per l’adeguamento antisismico ma anche gli investimenti che stiamo facendo e che continueremo a fare sulle scuole, sulle periferie, sul dissesto idrogeologico, sulle bonifiche e sui depuratori, sulle strade e sulle ferrovie, sulle dighe, sulle case popolari, sugli impianti sportivi e la banda larga, sull’efficientamento energetico, sulle manutenzioni, sui beni culturali e sui simboli della nostra comunità». (fonte Confcommercio)