scritto da Redazione Ulisseonline - 20 Dicembre 2016 11:34

SVALUTATION Se la politica rischia di scadere nella “asinocrazia”…

Se la politica recita, il popolo contesta e si inquieta se avverte di non essere ascoltato. Se la politica balbetta, si fa avanti il populista che alza la voce per farsi sentire. E se la politica non fa autocritica svilisce la qualità dei suoi attori, alimenta la sfiducia nei confronti delle istituzioni e favorisce la sua surroga con altri poteri privi di investiture popolari: quelli definiti forti per potenza economica e per capacità di pressione culturale e di comunicazione di tendenze o legittimati per legge ad esercitare azioni di controllo e di interdizione.

Dietro questi “se”, si annida la scommessa della sopravvivenza della democrazia nelle forme ereditate dalle esperienze del secolo scorso. Saltato il metodo di partecipazione al confronto e al dibattito pubblico, la liquefazione dei partiti e la liquidazione delle loro strutture di lettura del territorio e di selezione dei bisogni hanno favorito la formazione di protagonismi costruiti sugli slogan piuttosto che sulla sedimentazione delle idee nate dalla realtà.

Si capiscono, secondo la moda dell’instant-book,  l’assemblaggio di  “gossip” sulle persone e la raccolta di tendenze correnti e virabili come programma da sottoporre agli elettori. Perciò, non suscitano meraviglia l’imprevedibilità dei risultati usciti dalle urne,  le contraddizioni delle loro interpretazioni ed il sopravvento della rete sui media tradizionali come mezzi di informazione e divulgazione.

Dopo la lezione del 4 dicembre impartita dal basso, a dispetto delle pretese di corte, la partita della rivincita si è spostata sulle prossime consultazioni. Si tratta di una scommessa sulla quale è appropriato il pronostico della tripletta in uso nel totocalcio, stante il tasso di dissidenza interna al Pd, di incomunicabilità nel centro-destra e di incertezza di recupero di immagine da parte del M5S.

In questo lasso di tempo più o meno lungo non si escludono colpi di scena ad opera di poteri esterni alla politica dei politicanti.  Più che le manovre sui mercati finanziari, pesano le iniziative intraprese dalle diverse magistrature, adite o d’ufficio, le quali lasciano intendere che qualcosa dovrà cambiare perché il funzionamento delle istituzioni non scada in una “asinocrazia”.

Sul punto sono in discussione sia le riforme bocciate con sentenze o con voto referendario sia la incapacità di prevenire devianze di rilevanza penale. Il fenomeno tocca tutti: quelli che nell’immaginario collettivo sono assimilabili al rango di casta e quelli che si propongono di scardinarla ma non hanno ancora dimostrato di offrire un know-how a prova di bolle speculative e di condizionamenti malavitosi.  La capacità di rigenerazione è una delle virtù che nelle democrazie rappresentative appartiene come ultima istanza al popolo, nonostante l’opera di persuasione occulta delle élite dei poteri forti.

Come dire che finché si va alle urne c’è speranza di progredire senza avventure, a prescindere dalle artificiose discriminazioni tra populisti e sedicenti responsabili.

Nel clima di tregua delle festività di fine anno non ci resta che condividere il valore del “presepe” che piace a tutti come paradigma naturale di una comunità viva e di gustare i piaceri delle tradizionali “fritture” dei cenoni di attesa.

Buon Natale e felice Anno nuovo.

Rivista on line di politica, lavoro, impresa e società fondata e diretta da Pasquale Petrillo - Proprietà editoriale: Comunicazione & Territorio di Cava de' Tirreni, presieduta da Silvia Lamberti.

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