scritto da Redazione Ulisseonline - 08 Febbraio 2017 10:13

SVALUTATION Il rompicapo delle leggi elettorali

Il modello di legge elettorale è stato ed è un rompicapo senza fine per i leader politici italiani della cosiddetta seconda Repubblica.

Dal 1994 ne hanno sperimentati due (il Mattarellum ed il Porcellum) ed un terzo, l’Italicum, è finito sotto la scure della Corte Costituzionale prima della sua applicazione. Ed ora si trovano a dovere affrontare l’ipotesi di un nuovo progetto che armonizzi i sistemi di consultazione per l’elezione di Camera e Senato, perché i modelli in atto applicabili divergono nei criteri di formazione di ciascuno dei due rami del Parlamento.

Entrambi sono rifacimenti operati dalla Consulta sul Porcellum e sull’Italicum. Rappresentatività e governabilità sono i pomi del tema del confronto divulgato ogni qualvolta che si è cercato di mettere mano sulle leggi elettorali. Ma quello che traspare dal dibattito in corso sembra che si stia lavorando su modelli per favorire o fregare un partito piuttosto che un altro.

E’ già accaduto quando il centrodestra ha deciso di mandare in soffitta il Mattarellum per passare al modello Porcellum che gli avrebbe potuto assicurare la continuità di risultati positivi che, viceversa, in prima applicazione li ha conseguiti il centrosinistra. Ma anche il Mattarellum, ereditato dall’ultimo Parlamento della prima Repubblica, al primo impatto ha favorito la coalizione dell’emergente Berlusconi sugli eredi  dei partiti che lo avevano concepito al fine di assicurarsi una loro maggioranza in Parlamento.

Si tratta di precedenti che non sembra sfiorare la memoria dei nuovi protagonisti; condizionati o suggestionati dai sondaggi che li vedono vincenti o perdenti, nelle loro preoccupazioni le date più o meno ravvicinate per le elezioni fanno aggio sul modo di dare forma ad un nuovo Parlamento coerente con le funzioni assegnate dalla Costituzione.

La salvaguardia della sua rappresentatività e della governabilità del paese come materie di confronto tra proporzionalisti e maggioritari è una cosa diversa dal prefigurare leggi elettorali cucite  per conferire al leader del partito vincente il proprio dominio sul Parlamento, secondo l’idea che sta alla base dell’Italicum. Qualunque sarà la griglia adottata, l’arbitro finale, con o senza i consigli della Consulta, non può che essere l’elettorato. Lo ha dimostrato nelle consultazioni sopra citate, smentendo i promotori degli ausili messi in campo per vincere.

L’ultima sua risposta, in ordine di tempo, è il vasto pronunciamento contro il referendum costituzionale imposto come una questione di vita o di morte per l’economia e lo sviluppo del paese.

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