Sul Palaeventi Servalli e soci si giocano l’intera posta
Le polemiche sulla gara di appalto andata deserta per i lavori di completamento e la gestione del palazzetto di Pregiato sono più che comprensibili e i motivi sono a tutti ben chiari e presenti.
Cominciamo con evidenziare che si tratta di una delle tante opere incompiute della valle metelliana ed è assai avvertito il rischio che possa restare ancora tale, facendo risultare così del tutto sprecato un bel po’ di danaro pubblico.
Dicevamo una delle tante incompiute, a cominciare dal ponte di Pregiato che doveva sbucare nella piazzetta della chiesa di San Nicola, al sottovia veicolare, che resta un’opera monca e chissà se sarà mai completata per essere davvero qualcosa di utilmente funzionale. Infine, quello che doveva essere il velodromo e che ci si augura troverà, com’è nelle intenzioni degli attuali amministratori comunali, una sua adeguata e definitiva destinazione.
Questo anche per sottolineare che l’attuale Amministrazione comunale, così come quelle che l’hanno preceduta, si ritrova a sbrogliare situazioni ereditate dal passato, la cui gestione, soprattutto in questi tempi di ristrettezze economico-finanziarie, si rivela inevitabilmente a dir poco complicata. Motivo per cui le critiche così come le polemiche sono per certi versi doverose, finanche utili e in ogni caso legittime, ma il tutto va contestualizzato per evitare poi di cadere facilmente nella retorica delle esagerazioni, ovvero nelle iperboli.
Detto questo, va evidenziato che l’idea del palazzetto dello sport, da completare trasformandolo in un Palaeventi, ha indubbiamente una valenza strategica, nel senso che una siffatta struttura potrebbe portare non pochi benefici economici e concorrere allo sviluppo complessivo del tessuto produttivo e dei servizi dell’intero territorio metelliano. Da questo punto di vista, la scelta dell’Amministrazione Servalli appare lungimirante e coraggiosa. Lungimirante, perché il completamento della struttura si rifletterà direttamente sulla crescita futura della nostra realtà comunale. Coraggiosa, perché rischiosa, complicata, in quanto non si tratta solo di completare un’opera pubblica, ma soprattutto di darle una specificità, coinvolgendo i privati per assicurarle una prospettiva di attività, iniziative, manifestazioni, e non ritrovarsi magari un’altra cattedrale nel deserto, i cui costi gestionali e manutentivi rimarrebbero sul groppone del bilancio comunale.
Proprio per tali motivi, le polemiche su questo bando andato deserto sono assai accese e più che legittime.
Diciamoci la verità, per la città questa vicenda non è una questione di poco conto. In particolare, Servalli e soci si giocano quasi l’intera posta. Hanno puntato su quest’opera sin dall’inizio del mandato, anzi, quasi da un anno prima, quando proprio in quel sito il Pd, nell’estate del 2014, avviò la campagna elettorale che avrebbe portato alla vittoria il sindaco Servalli. Su quest’opera, non a caso, è stata compiuta una delle primissime decisioni, ovvero quello di trasferire i fondi europei destinati dalla precedente amministrazione alla sistemazione e riqualificazione con parcheggio sotterraneo di Piazza S. Francesco. In pratica, puntare su un’opera dagli incerti risultati, ma strategicamente più rilevante e significativa, piuttosto che su una che avrebbe dato, senza eccessivi patemi d’animo, una sicura ed immediata utilità. Scelta coraggiosa, quindi, come dicevamo prima, ma assai rischiosa.
Ad ogni modo, è inutile girarci intorno: è evidente che questo contrattempo rappresenta, sotto tutti i punti di vista, un bruttissimo colpo per l’attuale Amministrazione comunale. Diciamoci la verità, non sappiamo cosa sia davvero successo, cosa non abbia funzionato, se ci sia stato qualche errore di impostazione e/o di valutazione e chi abbia sbagliato, ma è davvero assai grave far andare deserta la gara per la realizzazione di una progettualità, forse l’unica messa in campo da questi amministratori, su cui c’era stato da parte dell’intera maggioranza un impegno corale e senza sbavature nei confronti dell’elettorato.
A quanto sembra, occorrerà del tempo ma si cercherà di rimediare con un nuovo bando e scongiurare un definitivo flop che si rivelerebbe inevitabilmente un clamoroso e disastroso fallimento, politicamente ed elettoralmente esiziale per le sorti dell’Amministrazione Servalli.
In tutta onestà, di tutto questo poco ci importa. A noi interessa unicamente il destino della città. Per questo, non ritenendo assolutamente auspicabile l’ipotesi dell’eventuale demolizione di quest’opera incompiuta, tifiamo senza remora alcuna a che questa vicenda abbia un esito positivo. Per siffatta ragione, confidiamo che la burocrazia comunale dia il meglio di sé nella redazione del nuovo bando e che i nostri politici vigilino e si adoperino per far sì che, nel pieno rispetto della legge, la gara di appalto non solo non vada ancora una volta deserta, ma, al contrario, veda anche la partecipazione di soggetti privati validi e affidabili.
Non ci resta che incrociare le dita, nella speranza, ovviamente, di non restare delusi.