Ci sono un po’ di acque agitate nella larga e tutto sommato granitica maggioranza che sostiene da due anni e mezzo l’esecutivo municipale cavese guidato dal sindaco Enzo Servalli.
Niente di che in verità, tuttavia, anche per il periodo in cui è avvenuto lo strappo, con il ritiro della delega all’istruzione del Sindaco al consigliere Enzo Passa, l’accadimento non è dei più simpatici.
A quanto pare, ma siamo nel limbo del detto non detto, alcuni consiglieri comunali che hanno come riferimento il Partito Socialista Italiano non gradiscono, e sembra che lo abbiano più volte rappresentato a Servalli, il ruolo amministrativo a loro giudizio eccessivo dell’UDC, a maggior ragione oggi che a livello nazionale questa forza politica ha deciso di appoggiare in modo organico lo schieramento di centrodestra di Berlusconi, Salvini e Meloni.
Non entriamo nel merito politico della vicenda. I socialisti cavesi, se davvero queste sono le motivazioni del loro disagio politico-amministrativo, avranno di sicuro le loro buone ragioni. La circostanza denunciata probabilmente sarà di sicuro davvero grave e la situazione insostenibile e intollerabile, ma abbiamo il dubbio che il cittadino comune tutto ciò non è che lo capisca più di tanto, anzi, non lo comprende affatto.
Se domandiamo ai cavesi dove sia collocato l’UDC, chi siano i rappresentanti cavesi e chi sia il suo segretario nazionale, riteniamo che solo un’esigua minoranza saprà dare delle risposte corrette e, non lo nascondiamo, temiamo che anche noi, nonostante possiamo considerarci abbastanza addetti ai lavori, rischiamo di non essere del tutto ferrati in materia.
Questo per dire che ai cavesi, ma in generale a cittadini, interessa altro: dalle strade con le buche ai rifiuti lasciati in strada, dall’ospedale che balbetta alle bollette sempre più pesanti da pagare e via di questo passo. E su ciò, e su tanti altri problemi che quotidianamente assillano i comuni mortali, che i cittadini vogliono delle risposte dai loro amministratori comunali e dalla politica nel suo complesso e a qualsiasi livello.
Come diceva con orientale saggezza il leader comunista cinese Deng Xiaoping, “non importa che sia un gatto bianco o un gatto nero, finché cattura topi è un buon gatto”.
E questa resta la regola d’oro che devono seguire, mai come oggi, i politici e nello specifico i nostri amministratori comunali. Poi, si possono avere tutte le ragioni politiche di questo mondo per preferire un gatto nero piuttosto che bianco, ma saranno sempre i risultati a fare la differenza.
Ah, dimenticavamo, auguri di buon Natale, a tutti, a prescindere dal colore del gatto.
24.12.2017 – By Nino Maiorino – Bravo, caro Direttore, mi hai fatto venire in mente una bella canzoncina dello Zecchino d’oro: Volevo un gatto nero, nero, nero, m’hai dato un gatto bianco….ecc. E canticchiando questa canzone ti rinnovo gli auguri di BUON NATALE.