Servalli, Sindaco mio, ora che è stato rimontato l’albero di Natale, modificato rispetto a quello precedente spero che siano cessate le polemiche che per circa una settimana hanno assorbito l’attenzione dei cittadini, mandando in secondo piano altri problemi molto più importanti; purtroppo, però, ne sono sorte altre molto più serie.
Personalmente non vedo cambiamenti rilevanti rispetto al precedente, ma questa è una considerazione personale che non inficia quello che sto per scriverti in merito alla vicenda.
Vicenda alquanto miserevole che ha messo in luce una serie di negatività e di forzature che non fanno onore all’amministrazione cittadina e a chi la rappresenta, dal Sindaco in testa.
All’inizio ho espresso il mio apprezzamento per il nuovo albero, certamente più adeguato alle festività che rappresenta, gradevole e accettabile anche perché meno invasivo rispetto al precedente, quella specie di brutto cono verde capovolto che invadeva la piazza e il corso e stonava con l’eleganza dell’ambiente.
E le punzecchiature che, insieme a tanti altri, ho fatto erano solo un momento di svago, prima che capitasse tutto il clamore che hai suscitato con la tua incredibile dichiarazione del 10 dicembre, pubblicata anche su questo giornale, e che ha suscitato il malumore generale, compreso il mio.
Mi chiedo come ti sia venuto in mente di dichiarare che tu della forma dell’albero non ne sapevi niente, che quello commissionato era diverso da quello realizzato, scaricando tutta la responsabilità sulla ditta che lo ha costruito e montato, e questo può essere pure accettabile.
Ma quando è stato montato in piazza, nessuno dell’amministrazione si è accorto della difformità? Ma c’era qualcuno dell’amministrazione a verificare?
E se c’era come mai non si è accorto subito delle differenze e non l’ha fatto immediatamente smontare e portare via per le modifiche?
Probabilmente nessuno se n’è accorto perché nessuno c’era: ma è normale, secondo te, che l’amministrazione spenda 30.mila euro e non va a controllare che il prodotto consegnato sia conforme a quello commissionato?
Sarebbe stato meno dannoso, a mio parere, se tu non avessi replicato, e avessi fatto smontare l’albero, magari alla chetichella, per la modifica.
Con la tua dichiarazione hai fatto più danni che altro, prima perché hai dato ragione a coloro che lo hanno criticato, facendo intendere che se non lo avessero fatto nessuno si sarebbe accolto di nulla, e poi perché hai scatenato qualche curiosità che ha portato a un approfondimento che, diversamente, probabilmente non sarebbe stato fatto.
Infatti, qualcuno è risalito alla delibera con la quale il responsabile dei Lavori Pubblici, Manutenzione e Patrimonio, ha commissionato il tanto contestato albero, nella quale si evidenzia un modo di agire quanto meno sprovveduto, per non parlare di cattiva amministrazione della cosa pubblica.
Appare evidente che la decisione di montare l’albero natalizio è stata presa all’ultimo momento, e non c’è stato il tempo per fare una gara di appalto in quanto nessuna ditta, a parte quella di Mercato San Severino, si sarebbe dichiarata disponibile, per cui la scelta è stata obbligata.
E’ difficile giustificare tale modo di fare; l’amministrazione avrebbe potuto decidere prima in maniera da acquisire da ditte concorrenti altri preventivi.
Ma nella stessa delibera si evidenzia che il costo dell’albero, con le stelle per le chiese, ammonta ad una cifra esagerata, 30.mila euro!
Non sono noccioline, in un periodo di crisi come quello che stiamo attraversando, mi sembra quantomeno inopportuno, quasi scandaloso, sperperare in questo modo il denaro pubblico, vale a dire quello derivante dai sacrifici che i contribuenti fanno per tenere in piedi l’amministrazione.
Perché a mio avviso si tratta proprio di sperpero, sia per l’entità della spesa in relazione al prodotto, sia perché parte di quei fondi avrebbero potuto essere destinati all’aiuto di chi fa fatica a tirare avanti e talvolta è in condizione di non poter comprare il pane quotidiano.
Fra l’altro è da tener presente che l’albero di Natale appena montato in Piazza Venezia a Roma è costato 140.mila euro, trasporto da Varese, montaggio e allestimento inclusi, il quale, se pure per dimensioni non è paragonabile a quello di Cava, conferma che il costo del nostro sembra effettivamente esagerato.
Ben vero non sono paragonabili la realtà capitolina con quella metelliana, ma le diverse dimensioni delle due realtà certamente non giustificano ciò che è avvenuto a Cava.
Comunque il guaio è fatto e non resta che prenderne atto, ma rimane un ulteriore dubbio: se, come sembra, la responsabilità è tutta della ditta fornitrice, non è che le modifiche verranno pure pagate dal Comune?
Sarebbe come aggiungere il danno alla beffa!