scritto da Pasquale Petrillo - 15 Maggio 2017 09:50

Renzi, un maleducato di talento

«Del giovane caudillo Renzi, che dire? Un maleducato di talento. Il Corriere ha appoggiato le sue riforme economiche, utili al Paese, ma ha diffidato fortemente del suo modo di interpretare il potere. Disprezza le istituzioni e mal sopporta le critiche. Personalmente mi auguro che Mattarella non firmi l’Italicum».

A scrivere così due anni fa di Matteo Renzi era Ferruccio de Bortoli nel suo saluto ai lettori, «I giornali devono essere scomodi», all’atto di lasciare la direzione del Corriere della Sera.

Era indubbiamente un ritratto duro, ma anche veritiero. In fondo, in un panorama politico affollato fin troppo da mezze figure, da qualche larva e soprattutto da opportunisti e pusillanimi, fin da subito Renzi aveva mostrato un innegabile coraggio, una sorprendente vivacità, un’incomprimibile energia. Una cosa, però, è l’esuberanza, altra cosa è l’intemperanza, per non dire poi della maleducazione e della villania, di cui ha fatto sfoggio più volte.

Renzi, in questi anni, ha dato prova di tutto ciò, muovendosi ovunque -sia all’interno del proprio partito che con i partner della maggioranza di governo, sia in Italia che all’Estero- con decisione sì, ma anche da bullo, con la grazia di un elefante in una cristalleria.

Oddio, qualche sonora lezione, in particolare quella impartita dagli italiani lo scorso dicembre con la consultazione referendaria, Renzi l’ha avuta e l’ha pure avvertita, ma l’avrà capita fino in fondo?

Più no che sì. Almeno questa è l’impressione che dà. E certi ultimi accadimenti confermano questa sensazione.

Ci riferiamo al recente scontro avuto da Renzi con Ferruccio de Bortoli, il quale nella sua ultima pubblicazione, I poteri forti (o quasi), gli dedica un intero capitolo dal titolo assai eloquente: «Renzi, ovvero la bulimia del potere personale». C’è da dire che de Bortoli, persona sempre molto sobria ed equilibrata, non si risparmia nel dare dell’ex premier un pessimo, anzi, persino preoccupante ritratto, corredato pure da un episodio sgradevole, che svela il suo per nulla corretto rapporto con la stampa e dal quale l’attuale segretario del Pd esce malissimo.

Ad ogni modo, niente di straordinario se un prestigioso giornalista esprime giudizi così tranchant su un politico. Fa parte del suo lavoro. Peccato, invece, che al giovine Renzi, irrimediabilmente sempre troppo guascone e toscanaccio,  manchi quella sottile e sornione ironia dei politici di spessore, oggi, in verità, assai rara da rintracciare.

«Ferruccio de Bortoli –afferma Renzi in un’intervista rilasciata pochi giorni fa- ha una ossessione personale per me… Forse perché non mi conosce. Forse perché dà a me la colpa perché non ha avuto i voti per entrare nel Cda della Rai e lo capisco: essere bocciato da una commissione parlamentare non è piacevole. Ma può succedere, non mi pare la fine del mondo».

Incorreggibile questo Renzi. Che caduta di stile. Quale occasione persa per dimostrare di aver capito qualcosa della lezione del 4 dicembre scorso. Resta sempre lo stesso. Presuntuoso. Irriverente. Insolente. Sbruffone. Meglio ancora, come insegna de Bortoli, mostra di essere un maleducato di talento, un giovane caudillo… magari caricaturale, ma caudillo.

Peccato, è questo uno dei limiti, forse il peggiore, di Renzi. Viene spontaneo chiedersi: anche se eletto democraticamente con le primarie a segretario del Pd, Renzi sarà capace di essere, diversamente da quanto in più di un’occasione ha dimostrato, un vero e sincero leader democratico?

Per farla breve, riuscirà, a cominciare dal suo partito, a tenere in debito conto le altrui opinioni, anche se minoritarie, quantomeno a rispettarle? La smetterà di deridere o mortificare a destra e a manca, dentro o fuori dal suo partito? Riuscirà, dopo tutto quello che è avvenuto in questo ultimo anno nel Pd, a non nascondersi dietro i consensi ottenuti per affermare la dittatura della sua maggioranza, o meglio della sua persona? E ancora, anche se eletto da un milione e passa di cittadini, riuscirà a liberarsi di quella visione padronale e non democratica del partito di cui ha dato finora più di una prova?

La questione non è da poco. Il Pd, con tutti i suoi limiti e problemi, resta l’asse politico centrale di un possibile sistema di alleanze che in qualche modo dovrebbe dare, anche nella prossima legislatura, un governo sufficientemente valido e stabile al Paese.

A meno che gli italiani alle prossime elezioni non decidano diversamente. A prescindere da Renzi, dalle sue doti e capacità o dai suoi difetti ed errori.

Questo, però, è un altro discorso.

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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