Pubblici Ministeri a Palazzo Chigi, bolla giudiziaria o vulnus politico?
Non è una bella pagina la storia che sta per scrivere la Procura di Bergamo che indaga su quanto è accaduto a proposito della mancata zona rossa ad Alzano e Nembro. Qualunque sarà l’esito ne verrà fuori una ulteriore sconfitta della politica a fronte della vocazione totalitaria della dottrina scaturita da “mani pulite”.
La vicenda su cui stanno lavorando i Pubblici Ministeri bergamaschi non riguarda “tangenti”, ma la tempistica della decisione per l’isolamento dei due citati comuni. Nel merito si cerca di capire chi poteva e doveva agire per primo: il Premier Giuseppe Conte o il Governatore della Lombardia, Attilio Fontana? E quanto la ritardata adozione del relativo provvedimento abbia inciso nella propagazione dell’epidemia?
Sul punto, a prescindere dalla contrapposizione che i media hanno voluto attribuire all’operato dell’uno o dell’altro protagonista chiamato in causa, si incrociano i poteri decisionali che spettano alle istituzioni politiche e i doveri dell’azione giudiziaria nell’ipotesi di colpa o dolo da contestare.
Nel caso specifico si tratta di configurare un nesso di causalità per la cui determinazione il balbettio della conoscenza scientifica non sembra illuminante né è d’aiuto lo stesso codice penale che punisce “chiunque cagiona un’epidemia mediante diffusione di agenti patogeni”.
Come dire che prevede untori o assimilati, ma non responsabilità omissive e qualora ci fossero state con quale parametro andrebbero valutati i danni a fronte dei lutti per i quali si cerca giustizia? In loro mancanza non resta che rimettersi alla misericordia divina.
Perciò, mutuando parole da Albert Einstein, si può aggiungere anche nella maniera laica della scienza, che “nel campo di coloro che cercano la verità, non esiste alcuna autorità umana. Chiunque tenti di fare il magistrato viene travolto dalle risate degli dei”.
Dati i precedenti di inchieste incardinate e finite in bolle mediatiche, anche su questa pende il dubbio di una risposta dovuta per conoscenza e giustizia o per esibire cartellini giallo o rosso nei confronti di un potere politico fallace, che preferisce lo scaricabarile all’assunzione delle responsabilità con le quali gli statisti si distinguono dalle comparse.