Politica, dopo la fiducia i nodi dei “volenterosi”
La partita per la sopravvivenza del Governo Conte 2/bis (copyright di Antonio Polito) si apre, ora, dopo la risicata fiducia conseguita in Parlamento.
Ammaccato dal vulnus di Matteo Renzi, il Premier è divenuto un osservato speciale da parte del PD che reclama “un cambio di passo”, che nella dialettica della prima Repubblica si diceva “equilibri più avanzati” per dare vita a nuovi Governi.
Nell’attualità non è esclusa l’idea di un Conte ter, con più collegialità nella determinazione di governance e composizioni ministeriali.
Al momento non è in discussione la legislatura, le cui sorti dovranno passare dal vaglio del Presidente della Repubblica se si dovessero verificare le condizioni prima della scadenza del semestre bianco (3 agosto).
Qualora dovessero maturare o riemergere dissensi, la cosiddetta quarta gamba dei “volenterosi”, etichettati come liberali moderati ed europeisti, sarebbe in grado di colmare il vuoto di Italia Viva?
La loro inclusione o recupero, per quanto gradito e necessario, è una cambiale a breve e media scadenza che Conte dovrà onorare in sede di riassetto della compagine governativa ed a seguito di una sua improvvida promessa di una legge elettorale proporzionale che è di competenza del Parlamento, dove i numeri ballerini sull’argomento possono determinare altre prospettive. Anche perché al momento non è calcolabile la convenienza del PD ad assecondare Conte che potrebbe essere un suo competitore in cerca di consensi elettorali in caso di ricorso alle urne.
Sono nodi che vanno al di là della vicenda Renzi, perché connaturati con la genesi di “un contratto di governo” maturato non per comunanza di ideali e di valori. Se ne coglie la differenza di cultura politica dalle stesse parole fredde e prive di passione usate dai capigruppo del PD alla Camera ed al Senato, dalla retorica isterica dei grillini e dagli appelli disarmanti di Conte, ripetuti alla ricerca di soccorsi: “aiutateci”.
Se ne comprende l’enfasi dovuta alla pandemia, ma nella memoria della Repubblica neanche nei momenti più bui della sua storia si sono uditi nelle aule del Parlamento appelli ai “volenterosi”.
Si è fatto ricorso all’orgoglio dei “liberi e forti” di scuola donsturziana, di cui il PD in parte è erede .
O tempora o mores!!!