scritto da Pasquale Petrillo - 18 Agosto 2018 12:30

Non è mai troppo tardi… ma Servalli è ancora in tempo per cambiare passo?

foto Gabriele Durante

Le donne hanno, tra le tante altre cose, un particolare pregio: sono immediate, dirette, sanno andare senza fronzoli al nocciolo dei problemi. Si può condividere o meno quello che affermano, ma di sicuro bisogna riconoscere loro che difficilmente cadono nel politichese, nel detto non detto, ancor meno nel politically correct, che imbelletta artificiosamente la realtà. In fondo, le donne il trucco lo adoperano per farsi belle loro, piuttosto che, soprattutto in politica, per ingentilire ciò che le circonda.

A questa cifra non sembra sfuggire Matilde Milite nell’intervista che il nostro giornale ha pubblicato oggi con al centro, quale unica ed esclusiva protagonista, la città metelliana.

Le sue risposte sono lapidarie: Cava non ha più una sua connotazione, le manca oggi la cura del particolare. E’ un’affermazione impietosa, ma sostanzialmente vera. La nostra città oggi ha sì una storia, una tradizione, ma non ha un’identità nel presente. Insomma, non è né carne né pesce. Ha perso colpi persino nella sua caratteristica di centro commerciale elegante e raffinato, sostiene la Milite. Difficile darle torto.

E ancora: serve più sicurezza e maggiore igiene urbana. Sulla pulizia è inutile soffermarsi: la città presenta troppi cumuli di rifiuti, nelle frazioni soprattutto, ma anche a ridosso del centro. Per non parlare dei cattivi odori che soprattutto nel periodo estivo vengono fuori dai tombini fognari, finanche nel pieno centro cittadino. Non è certo questo il modo migliore per essere una città turistica, di qualità. E sul tema fermiamoci qui.

Sulla sicurezza per certi versi le cose vanno pure peggio se con questo termine non si vuole circoscrivere il campo ai soli reati, in particolare ai furti e alle rapine. Per sicurezza si intende qualcosa di più ampio e riguarda la qualità della vita nel suo insieme così come è percepita dai cittadini. In altri termini, l’illegalità diffusa, ma anche tutto ciò che contrasta con le regole del vivere civile va ad incidere sulla sicurezza percepita dai cittadini. La Milite afferma che la città di sera è terra di nessuno. Non abbiamo esperienza diretta per confermare un simile assunto, ma riteniamo che non sia affatto lontano dalla verità, nel senso che c’è un’evidente, complessiva carenza di controlli e vigilanza.

D’altro canto, la città sotto certi aspetti rischia di essere terra di nessuno anche di giorno: auto in sosta sugli stop o a ingombrare incroci per consentire di acquistare in alcuni esercizi commerciali che sembrano godere di un regime di extraterritorialità. Per non parlare di auto in sosta in doppia fila senza alcun problema, o sugli scivoli dei disabili o negli spazi loro riservati. E vogliamo parlare di pizzerie, ristoranti e friggitorie varie che diffondono in piena libertà gli odori, spesso poco gradevoli, di quanto cucinano. E vogliamo parlare degli esercizi commerciali che impunemente ingombrano marciapiedi, area di sosta o comunque altri spazi pubblici senza pagare alle casse comunali l’occupazione di suolo pubblico. Vi risulta che sia stata mai fermata e sanzionata un’auto che a tutto volume a mo’ di discoteca percorre le strade urbane? Vi risulta forse di qualche automezzo sanzionato per gli eccessi di gas di scarico prodotti? E vi risulta che qualcuno sia stato mai sanzionato per lo sparo di fuochi d’artificio non autorizzati, in particolare a tarda notte? Gli esempi sono tanti e potremmo continuare per un bel po’, ma fermiamoci qui per non  tediare chi legge, anche perché i nostri lettori di questo e altro ne sono perfettamente a conoscenza.

E bastano, d’altronde, già questi esempi assai banali per dare la consapevolezza che Cava non è di sicuro una città allo stato brado, ma rischia di diventarlo visto i pochi e a quanto sembra inefficaci controlli. Una città non allo sbando, per carità, ma i cittadini spesso sono costretti ad arrangiarsi per sopravvivere all’indisciplina, alla mancanza di rispetto per le regole, alle prepotenze o anche alle sole negligenza, superficialità e maleducazione. Uno stato di trascuratezza, di incuria, che incide fortemente e negativamente sulla qualità della vita dei cavesi e sulla loro percezione di sicurezza. Una situazione sostanzialmente di incipiente degrado che vede negativi protagonisti tanto i cittadini cavesi, sempre più numerosi nell’essere indisciplinati ed incivili, quanto le istituzioni locali che dovrebbero garantire il corretto svolgimento della vita cittadina, salvaguardando decoro, tranquillità e sicurezza.

Certo, quanto abbiamo evidenziato non è una pecularietà della nostra città, anzi, magari lo fosse. Il guaio vero è che, come ha denunciato Ernesto Galli della Loggia in un suo editoriale sul Corriere della Sera di qualche giorno fa, le pubbliche autorità “non ritengono più un loro compito essenziale far osservare la legge”. Il risultato è, come osserva Galli della Loggia, che “ormai l’abitudine a questa assenza diffusa di controlli e di sanzioni, a questa crescente impunità, stanno diventando anima e sangue di un’antropologia nazionale che diventerà presto irrecuperabile. Stanno originando un’atmosfera sociale marcia, che rischia di fare dell’Italia un Paese assolutamente anomalo nell’ambito dell’Europa occidentale”.

In altre parole, le illegalità cui assistiamo nella valle metelliana rientrano nell’ordinarietà dell’intero Paese, tanto che, alla fine, rappresentano tutto sommato una piccola cosa. Ciò non significa, però, che tutto ciò debba essere tollerato e consentito, non fosse altro perché noi cavesi ci riempiamo la bocca di amore per la città, gonfiamo orgogliosamente il petto per la nostra diversità quasi antropologica nei confronti delle realtà viciniori, per la nostra storia, tradizione, cultura e identità. Per tutto ciò, dovremmo, innanzi tutto come singoli cittadini risultare più civili, più accorti ed avere comportamenti diversi e degni di quello di cui meniamo vanto come cavesi.

In conclusione, è con queste convinzioni che l’avvocato Milite non fa sconti alla città che ama. Ed è giusto che sia così, perché chi fa finta di non vedere i mali della città, alla fine non la vuole affatto bene, anzi, tutt’altro.

In un simile contesto, riteniamo allora di sottoscrivere l’invito che rivolge agli attuali amministratori comunali, ovvero di avere “il coraggio di fare scelte. A volte anche quelle impopolari possono portare nel medio periodo a risultati sorprendenti. Fare una politica accomodante non porta da nessuna parte”.

Al sindaco Servalli -del quale non ci stanchiamo di evidenziare ancora una volta la signorilità, la sobrietà e l’onestà- è da qualche anno che chiediamo invano di cambiare passo, di essere cioè più incisivo nella sua azione politico-amministrativa. Lo facciamo nuovamente adesso, in questa sede, auspicando che ci dia ascolto, nella speranza che il tempo rimastogli sia sufficiente per dare una decisiva svolta al suo mandato.

Allo stesso modo, sottoscriviamo l’esortazione finale di Matilde Milite rivolta a noi cavesi: “E’ difficile trovare al sud un Borgo con caratteristiche così peculiari. Io ne vado orgogliosa ovunque. Con un po’ di buona volontà e con un’idea di Città si potrebbe crescere”.

Perché non provarci?

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

3 risposte a “Non è mai troppo tardi… ma Servalli è ancora in tempo per cambiare passo?”

  1. Caro Direttore, è vero, c’e bisogno dell’impegno di tutti ma principalmente è necessario che ci sia l’esempio.
    E l’esempio non può venire da autorità che sono impegnate a non far rispettare la legge o da autorità che non sono più abituate a rispettare se stesse.
    È diventata tutta una questione di competenze.
    La legge deve essere rispettata ma chiami la polizia e ti rinvia ai vigili, chiami i carabinieri e ti rinviano alla polizia e avanti col valzer.
    Ricordo solo che anni fa, allo scadere delle ore 22,00 il traffico veicolare veniva riaperto lungo il corso e le auto rioccupavano piazza duomo sostando in maniera selvaggia.
    Bene, arrivava la gazzella dei carabinieri dalla quale scendeva un appuntato che diceva : “ patente, libretto e cinquemila lire” , ne colpiva dieci e per la settimana seguente c’era ordine e disciplina.
    Oggi non si riesce a piegare quanti sostano a loro piacimento avanti ai varchi di accesso alla ZTL o lungo via biblioteca avallone, via XXIV maggio o piazza San Francesco o eccedono durante la movida perché i vigili non sono in servizio.
    Ma carabinieri e polizia hanno il bollettario per i verbali?
    Allora usiamolo e riaffermiamo la esistenza della autorità.
    Saluti cordiali

  2. Un intervento magistrale alla Petrillo ,con analisi di Matilde sulla Sicurezza che neanche io, che un po’ di sicurezza ne mastico , avrei saputo fare. Complimenti!
    Alfonso Senatore , coordinatore provinciale di MERIDIONE NAZIONALE

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