scritto da Luisa Franzese - 04 Febbraio 2022 12:11

Mattarella, capo spirituale della Repubblica

Mattarella, capo spirituale della Repubblica

(foto Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

C’è chi ha definito l’insediamento per il secondo settennato alla presidenza della Repubblica di Sergio Mattarella, avvenuto ieri, come una cerimonia religiosa di uno Stato laico. Forse è proprio così.

Di certo, chi ha avuto modo di seguirla in televisione, non ha potuto che apprezzarne la solennità e, nello stesso tempo, l’essenziale semplicità. Più ancora ammirare la profondità e lo spessore etico e politico del discorso al Parlamento del presidente Mattarella.

Le sue sono state parole chiare e, nel contempo, penetranti. Con la gentilezza e la determinazione che lo contraddistinguono, Mattarella non ha tralasciato alcun tema, spaziando dalla cultura ai diritti civili, dalla scuola ai valori della democrazia, dal disagio dei più deboli al lavoro, dalla violenza sulle donne ai migranti… E, con garbo ma fermezza, ha richiamato alle loro responsabilità e al ruolo vitale che rivestono nel nostro ordinamento, la magistratura, il parlamento, i partiti…

Il tutto incentrato sulla parola dignità, “come pietra angolare del nostro impegno, della nostra passione civile”.

La storia, fra qualche decennio, ci dirà se Sergio Mattarella possa essere annoverato tra i più eminenti statisti del nostro Paese. Certo è che già adesso si sta rivelando sempre più come un punto di riferimento fermo e solido per la politica e il Paese. Anzi, come il costituente Meuccio Ruini immaginava il ruolo del presidente, Mattarella sembra incarnare per davvero la figura del «capo spirituale della Repubblica».

Alla fine, quindi, pur tra tante incertezze e contraddizioni, la scelta di rieleggere Mattarella si è rivelata la migliore in assoluto. Con altrettanta convinzione possiamo affermare che mai come oggi, in un momento così delicato e complesso, alla guida dell’Italia ci siano i migliori, ovvero Sergio Mattarella e Mario Draghi.

Ora, però, tocca a noi tutti fare la nostra parte. Tocca al Parlamento, ai partiti, alla classe politica ai vari livelli, alla Pubblica Amministrazione, alle Magistrature, ai Sindacati… Insomma, a ciascuno di noi tocca dare il contributo per costruire un paese migliore, più giusto, più moderno, più solidale.

Non possiamo allora non raccogliere l’invito finale del presidente Mattarella. Ricordando la frase “La speranza siamo noi”, pronunciata dal presidente del Parlamento europeo David Sassoli poco prima della sua recente scomparsa, Mattarella ha concluso il suo discorso con un lapidario e per tutti impegnativo: “Ecco, noi, insieme, responsabili del futuro della nostra Repubblica”.

Laureata in Giurisprudenza, Avvocato,

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