Lotta alla corruzione, per gli italiani è la vera emergenza del Paese
“La corruzione è il male del Paese. Che sia di 60 miliardi di euro l’anno il suo valore, o, come affermano altri, di 100, il dato di fatto è che i cittadini avvertono la sensazione di vivere in una nazione intrisa di malaffare”.
Principia così l’indagine mensile realizzata dall’istituto demoscopico SWG sul tema della corruzione.
“Un habitus degenerativo -prosegue SWG- che sta anche allargando i propri gangli. Responsabili primi di questo modus vivendi sono ritenuti i politici, insieme a dirigenti e amministratori pubblici. Cresce, tuttavia, la consapevolezza che, se ci sono dei corrotti, ci sono anche dei corruttori, degli imprenditori che pagano mazzette”.
“Il risultato -sostengono i ricercato di SWG- di questo quadro poco edificante è triplice: • cresce la sensazione di essere un Paese senza classe dirigente. L’élite attuale è ritenuta peggiore di quella di 20 anni fa. È valutata come più d i s o n e s t a , i n c o m p e t e n t e , superficiale, arrogante, statica e immorale. • Rimane costante l’idea che gli italiani sono ladri e che il Bel Paese è incapace di costruire anticorpi energici contro furbetterie e maramalderie di vario genere. • Lievitano il senso di disgusto, la rabbia e la voglia di rivolta”.
“Nel corso dell’ultimo anno -spiegano ancora i ricercatori SWG- nell’opinione pubblica, è avvenuta una piccola rivoluzione copernicana: sono mutate le priorità valoriali. Rispetto al passato, in cui in vetta c’era il tema della famiglia, della salute e degli amici, oggi troviamo l’onestà. Essa è l’emergenza vera del Paese, il bisogno primo, la benzina pronta a incendiarsi, se non si attivano efficaci e reali anticorpi”.
“Non si tratta solo delle scelte concrete antifurbi e corrotti -continuano- si tratta della necessità di fondare un nuovo modus vivendi, un’egemonia culturale anticorruttiva. Così, al fianco delle scelte concrete e delle iniziative anti-disonesti (maggiore trasparenza sull’utilizzo di soldi pubblici, aumento delle pene per il reato di corruzione e dei tempi di prescrizione per reati di corruzione), aumenta l’urgenza di far sbocciare un costume comportamentale capace di far terra bruciata intorno a chi corrompe e ai tanti furbetti”.
“Un sentiment -concludono- che deve trovare risposte veloci, per evitare che crescano forme di giustizialismo affrettato e eccessi populistici dannosi”.