La politica italiana deve abbandonare l’atteggiamento ansiogeno, tipico delle stagioni dell’indeterminatezza, e concentrarsi sui suoi doveri senza ripetere catatonicamente le parole lette in qualche intervista, ancorché autorevole.
Non è che le elezioni si allontanino o si avvicinino in base agli stati d’animo di Renzi e Berlusconi, ma in ragione delle cose da fare nell’ultimo tempo della legislatura. Se si lavora seriamente si va a scadenza naturale. Se si deve tirare a campare è più serio evitare accanimenti terapeutici.
Sulla legge elettorale sembra chiaro che si debba avere a riferimento ciò che la Corte dirà il 24 gennaio. E’ plausibile, sulla base delle pronunce precedenti, che si tratterà di un modello proporzionalistico che conceda al popolo e non ai capi la possibilità di scegliere i candidati.
Vedremo: di certo la sentenza sarà la base comune. Tanto più divergeranno le posizioni politiche nell’ipotesi di riforma, tanto più si imporrà il modello della Consulta.
Pino Pisicchio
Presidente del Gruppo Misto alla Camera dei deputati