scritto da Redazione Ulisseonline - 20 Agosto 2015 11:50

Le coste campane deturpate dal cemento

La Campania deturpata dal cemento ha una partita tutta da giocare: salvare le sue coste.

Legambiente lancia l’allarme: dal 1985, anno della Legge Galasso, sono stati cancellati dal cemento circa ben 29 km di litorale, un consumo del suolo aumentato in modo incredibile con l’espansione degli agglomerati urbani, costruzione di complessi turistici, case singole, porti ed infrastrutture.

Complessivamente su 360 km di costa campana, da Sapri a Baia Domizia, sono 181 quelli urbanizzati trasformati definitivamente, ossia il 50%. Tra il 1988 ed il 2011 sono stati 22 i km di costa trasformati per usi residenziali e turistici mentre 7 km hanno visto interventi di artificializzazione legati alle infrastrutture portuali ed alle aree industriali. All’assalto del cemento sono sfuggiti solo 162 km di litorali, ma la ragione della loro salvezza risiede nel profilo roccioso e nella loro peculiare morfologia che rende complicata l’urbanizzazione.

“Ciò che è avvenuto  –denuncia Legambiente- negli ultimi decenni tra Agropoli e Salerno e tra Varcaturo e Baia Domitia, ha provocato danni irreparabili su un paesaggio costiero di immenso valore. Ma sono ancora tanti i tratti di costa di pregio a rischio e che andrebbero tutelati: tra Caprioli e Marina di Ascea, tra Marina di Casal Velino e Acciaroli, tra Agropoli e Torre Piacentina o ancora di più litorali come il Lago di Patria e la Riserva Naturale di Castelvolturno. E non dobbiamo dimenticare l’incidenza del cemento illegale che vede in Campania negli ultimi dieci anni la realizzazione di circa 60 mila case abusive per un totale di circa nove milioni di mq di superficie abusiva. Una valanga di cemento che ha asfaltato il suolo della nostra regione.

“Il tema del consumo di suolo deve essere messo al centro del dibattito politico della nuova giunta regionale. Bisogna aprire cantieri di riqualificazione ambientale e culturale delle aree costiere, per fare di questi territori il cuore dell’idea di sviluppo che si immagina per la Campania nei prossimi anni – ha dichiarato Anna Savarese, vicepresidente Legambiente Campania – Non c’è più tempo da perdere e auspichiamo che in tempi brevi anche la Campania segua l’esempio della Toscana che con l’approvazione della legge regionale sul consumo di suolo ha, infatti, mostrato di voler investire su un futuro basato sul corretto governo del territorio”.

E’ indispensabile, inoltre, difendere le coste da fenomeni connessi al consumo di suolo quali il dissesto idrogeologico e l’erosione costiera. Anche su questo fronte, la Campania non presenta dati positivi. Il sistema costiero della regione è costituito per il 53% da coste alte e per il 47% da coste basse. Di queste ultime circa la metà, cioè 102 Km, non è stabile ed è per buona parte, circa 55 Km, soggetta a fenomeni di arretramento.

Con il silenzio/assenso della Legge Madia i rischi per le coste italiane aumenteranno –ha dichiarato il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini – Per questo occorre cambiare le regole di tutela, che si sono rivelate del tutto inadeguate a salvaguardare i paesaggi costieri dalla pressione edilizia. Occorre poi completare la pianificazione paesaggistica, perché oggi solo Puglia, Sardegna e Toscana lo hanno fatto introducendo chiare indicazioni di tutelaattraverso un’intesa con il Ministero dei Beni culturali. La Legge Madia deve essere cambiata proprio in questa direzione, prevedendo il silenzio assenso solo per le Regioni nelle quali sono in vigore dei piani paesaggistici, perché in queste realtà è chiaro cosa si può realizzare e cosa no. E’ urgente poi fissare, attraverso meccanismi di sanzione e premialità, un vincolo di inedificabilità assoluta per tutte le aree costiere ancora libere per una distanza di almeno 1 chilometro dal mare, nelle Regioni senza piani paesaggistici”.

Legambiente con l’INU Campania e con il Dipartimento di Architettura (DIARC) dell’Università Federico II di Napoli in stretta sinergia con CRCS ha promosso la nascita del primo Osservatorio sul consumo di suolo in Campania. 

Un luogo di monitoraggio , di denuncia ma soprattutto di proposta per affiancare istituzioni , il mondo della politica della nostra Regione a scrivere regole atte a contrastare la perdita e il degrado di suoli liberi e la loro trasformazione in superfici urbanizzate. (fonte Legambiente Campania)

Dossier completo:

http://www.legambiente.it/contenuti/dossier/salviamo-le-coste-italiane-stop-consumo-di-suolo

Rivista on line di politica, lavoro, impresa e società fondata e diretta da Pasquale Petrillo - Proprietà editoriale: Comunicazione & Territorio di Cava de' Tirreni, presieduta da Silvia Lamberti.

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