C’è stato un tempo, qualche secolo fa, in cui gli opifici situati nella cittadina di Minori rappresentavano la massima produzione di carta dell’intero Mezzogiorno.
Fu precisamente fra seconda metà del Seicento e i primi del Settecento, quando i negozianti di Minori e degli altri centri della costa d’Amalfi riuscirono a monopolizzare il mercato italiano di stracci di carta (di cotone e lino).
Scrive Giuseppe Cirillo in “Alle origini di Minerva trionfante” (Roma, 2012) che “a Minori si concentra, tra Seicento e Settecento, l’80% della produzione della carta e delle paste alimentari del Regno”.
Un’attività nella quale veniva impiegata la maggior parte della popolazione e che condizionò la forma urbana del paese che di conseguenza si andò sviluppando lungo il torrente Rheginna Minor (anche detto “Farinola”), soprattutto nella zona alta, all’interno della valle chiamata “Riola” o “Auriola”.
A consentire la produttività degli opifici non era soltanto la forza motrice azionata dallo scorrere delle acque, ma anche le particolari condizioni atmosferiche: l’ombreggiatura, il vento, la delicatezza del clima.
Un periodo d’oro, terminato alla fine del ‘700 con la conversione delle cartiere in pastifici e lo spostamento della produzione verso valle. Contestualmente la produzione della carta si spostava verso la Valle dei Mulini di Amalfi, lasciando a Minori la tradizione dei maccheroni.
Di questo eccezionale passato rimangono solo le tracce degli opifici, che esposti alle intemperie e all’inclemenza del tempo, si elevano ancora sulla valle, dimenticata e vittima dell’incuria.
La valle dell’Auriola è così il simbolo perfetto per denunciare le nostre “noncuranze”, le testimonianze storiche e ambientali delle quali non ci occupiamo più e che lasciamo sparire.
Un paesaggio simile a tanti altri luoghi che ci circondano, di cui nessuno si occupa, che frana, va in rovina, lentamente svanisce; o degrada.
Così come accade anche a piccoli episodi urbani: fontane, monumenti, opere incompiute, emblemi di un scadimento estetico e di una pericolosa forma di miopia collettiva.
Questo repertorio di indifferenze compone un museo a cielo aperto che il movimento artistico-culturale de “Lo Spiaggismo” ha deciso di svelare attraverso un itinerario escursionistico.
Un tragitto turistico ed anti-turistico, per locali e ospiti, da monitorare nel tempo.
L’inaugurazione, con la posa di una targa, di questo museo denominato MIUN (Museo Itinerante della Noncuranza) si terrà nell’ambito delle “Giornate dell’orgoglio Spiaggista” 2021, Giovedì 16 settembre alle ore 18.
Inevitabilmente nella valle dell’Auriola.