I vaccini sono una delle conquiste più importanti della medicina e uno strumento fondamentale di tutela della salute pubblica
La pandemia COVID-19 ha generato stati di ansia e turbamento in ampie fasce della popolazione, paura che si riflette anche nel discorso sulla campagna vaccinale in corso.
Le ragioni principali per le quali le persone non intendono vaccinarsi includono i possibili effetti collaterali e la preoccupazione che gli studi clinici siano stati condotti troppo in fretta.
In un momento come questo dovrebbe emergere una sensazione di fiducia nei confronti di figure autorevoli, quali scienziati, medici o ricercatori, ma sembra che a prendere il sopravvento, in questi ultimi mesi, sia stata la diffidenza.
Tra tensione e incertezza sono entrati in gioco diversi fattori volti a minare un senso di fiducia invece indispensabile.In particolare, ad esempio, dall’inizio della pandemia, ci siamo abituati a un bombardamento mediatico di realtà di volta in volta presentate come ‘assolute’, ‘scientifiche’ e che, nonostante siano espresse da professionisti autorevoli, spesso si contraddicono.
Uno stile comunicativo insomma, che ha contribuito a creare diffidenza, legato alle modalità di disinformazione o mis-informazione,con cui oggi tante volte si diffondono le notizie.
In particolare, i social media hanno democratizzato la possibilità di dire la propria opinione, ponendo tutti i giudizi sullo stesso piano, e contribuendo a una diffusione molto veloce delle fake news.
Tutto questo in un momento di cambiamento, di crisi e di instabilità, tutti aspetti che attivano il nostro sistema emotivo, che è portato all’allerta, all’allarme, alla percezione della minaccia. Da questo punto di vista, dunque, le persone sono più portate a cogliere le informazioni che riguardano pericoli e minacce, rispetto a quelle rassicuranti. Un mix di fattori che ha come risultato una crescente diffidenza.
Eppure i vaccini sono una delle conquiste più importanti della medicina e uno strumento fondamentale di tutela della salute pubblica. Purtroppo però, nonostante le evidenze scientifiche, i vaccini continuano ad avere detrattori e molte persone ne hanno paura.
E’ una questione questa che non riguarda solamente COVID-19, ma le vaccinazioni in generale. Sono moltissime le voci e le leggende in tema di vaccinazioni e l’argomento è, recentemente, tornato di grande attualità. Nonostante gli innegabili benefici che le vaccinazioni hanno portato e portano tuttora all’umanità, non pochi sono gli oppositori.
In questa esitazione nell’approcciarsi ai vaccini ci sono vari fattori determinanti. Uno è sicuramente rappresentato dalla paura di eventi avversi, per quanto siano molto rari.
Questo perché la sensazione di paura dipende molto dalla percezione di avere o meno controllo su una determinata cosa: sottoporsi a un vaccino espone alla percezione di non avere il controllo su quello che succede.
Il primo ostacolo “psicologico” è che, con la vaccinazione, sto facendo un atto medico volontario e attivo a una persona sana. La percezione dei rischi viene ingigantita dal fatto che ci stiamo dando la possibilità anche remota, di avere effetti collaterali per una minaccia (la malattia contro cui ci vacciniamo) che al momento della vaccinazione non abbiamo, perché siamo sani, e che percepiamo come lontanissima e, quindi, di fatto, impossibile da contrarre.
Si tratta di una comune distorsione cognitiva: noi non vediamo più i danni di moltissime malattie infettive nella nostra vita quotidiana, proprio perché la coperture vaccinali di massa le hanno eliminate, mentre percepiamo ben più concreti e probabili i rischi degli effetti collaterali.
Può capitare addirittura che a esprimere incertezza sulle vaccinazioni sia una persona che lavora con la sanità, a dimostrazione che questo tipo di paura nasce davvero da una parte irrazionale ed emotiva dell’essere umano. Le motivazioni del rifiuto fanno capo a meccanismi psicologici e cognitivi inscritti nella natura umana, in parte legittimi e comprensibili. Anche se bisogna considerare altri fattori che concorrono a questa preoccupazione: la paura delle vaccinazioni, infatti, è anche correlata alla fiducia o alla sfiducia nelle Istituzioni.
In alcuni casi si tratta di un rifiuto costruito sulla base di informazioni errate, e qui la corretta informazione scientifica può dare una grossa mano.
E, insieme ad essa sarebbe importante impostare dialogo e partecipazione consapevole tra medici, istituzioni e cittadini. Ci vuole tempo, fatica e duro lavoro di mediazione, ma questa via appare come l’unica che, alla lunga, può dare i suoi frutti.
1.04.2021 – By Nino Maiorino – La diffidenza di anti, compresi operatori sanitari, dipende anche molto dalla ignoranza di chi crede di sapere tutto solo perché si “informa” continuamente con programmi TV, che nella maggior parte dei casi portano fuori strada, e seguendo i social. Si dovrebbe ricordare loro che in passato, dall’epoca greca in avanti, chi temeva di poter essere avvelenato, aveva l’abitudine di assorbire quotidianamente piccole dosi di veleno che non avevano conseguenze sulla sua salute, ma che, accumulate nell’organismo, lo immunizzavano. Questo argomento potrebbe essere il miglior modo per convincere tanti indecisi.