E’ di qualche giorno fa una ulteriore manifestazione di politica urlata che contrappone un noto professionista cavese, da molti stimato e da moltissimi criticato, all’attuale Amministrazione cittadina e, in particolare, al sindaco Vincenzo Servalli ed ai suoi “bravi ragazzi” che lo circondano.
Il nostro noto professionista non tralascia occasione per criticare Servalli e la sua Amministrazione, e fa bene perché la critica, da chiunque provenga, se costruttiva, comunque fa bene alla città perché induce l’Amministrazione a tener conto delle segnalazioni e porre in atto interventi per la soluzione di taluni problemi che, in mancanza, potrebbero essere tralasciati.
Ma tante volte le intenzioni di chi la fa tendono a denigrare e distruggere l’avversario: e il Nostro non si fa eccessivo scrupolo nell’esporre le proprie motivazioni con veemenza e sopra le righe. E quando la critica tende a distruggere, si rivolta contro il critico censore il quale, invece di fare del bene, sparge il male.
L’occasione che mi consente di scrivere questo pezzo è dato da una notizia di stampa, pubblicata due giorni fa su un quotidiano locale, che riguarda il (purtroppo) famoso procedimento penale iniziato dopo le elezioni regionali del 2010, che vede imputati noti personaggi e professionisti cavesi accusati di truffa ai danni dello Stato e falso ideologico per aver brigato per il riconoscimento di invalidità inesistenti in cambio di voti. E tra i vari professionisti coinvolti, tutti molto noti in città, ci sarebbe anche uno degli assessori della Giunta del sindaco Servalli, il quale sarebbe reo di avergli affidato un assessorato. E ciò, secondo il Nostro, sarebbe una ulteriore dimostrazione che quei “bravi ragazzi” dei quali si è circondato il Sindaco, tanto bravi non sarebbero.
Io non lesino critiche, quando è necessario, all’Amministrazione Servalli, ma con il solo scopo di richiamare l’attenzione su problemi che a mio avviso vengono tralasciati o non affrontati in maniera adeguata; come pure non sono restio ad elogiarla per le cose buone che fa, e non sono poche.
Ma l’attacco continuo che taluni sferrano ad ogni piè sospinto francamente mi infastidisce, specialmente quanto pretestuosamente si utilizzano argomentazioni che, pure se fondate, lasciano il tempo che trovano.
In primo luogo, attaccare il sindaco Servalli per aver affidato un assessorato ad un politico cavese che è sotto processo per presunto voto di scambio nel 2010 è del tutto pretestuoso, sia perché il processo è in corso, anzi è alle prime battute, e, per come vanno le cose della giustizia in Italia, durerà ancora chi sa quanti anni: la prossima udienza è fissata per il 6 aprile 2018 (!), e fino alla conclusione delle varie fasi dello stesso, vige la presunzione di innocenza; e l’assessorato affidato dal Sindaco Servalli non è inficiato, a mio avviso, dal procedimento di cui parliamo.
In secondo luogo, come la presunzione di innocenza vale per l’Assessore nel mirino, essa vale anche per tutti gli altri professionisti cavesi coinvolti, molti dei quali sono ben conosciuti per la loro serietà e onestà. Non voglio affatto dire che le indagini avviate e il processo in corso siano infondati, ma non sempre i giudici istruttori hanno brillato per obiettività (si vedano, ad esempio, i processi Contrada, Mastella, Gambino, recentemente conclusisi con il totale proscioglimento); e attaccare Servalli per un assessorato dato ad un indagato che potrebbe poi venire totalmente prosciolto mi sembra veramente una “boiata”, per dirla alla maniera di Paolo Villaggio.
In terzo luogo, ritengo che con i tempi che corrono, e in una città tutto sommato piccola come la nostra, attacchi violenti da parte di professionisti cavesi contro altri professionisti, peraltro impegnati nel difficile compito di guidare la città e sistemare i tanti guai fatti da precedenti amministrazioni, siano assolutamente da evitare: giacché, alla fine, gli stessi, più che danneggiare l’Amministrazione cittadina, danneggiano proprio chi li fa e non si rende conto che la sua veemenza e la sua violenza gli si ritorcono contro.