scritto da Pasquale Petrillo - 18 Maggio 2017 11:35

LA FINESTRA SUL CORTILE Migranti sì o no, ma Cava non è l’ombelico del mondo

Questa mattina il Consiglio comunale metelliano è chiamato a deliberare sulla proposta di adesione allo SPRAR, ovvero sull’accoglienza in città di circa 150 migranti richiedenti asilo politico e rifugiati.

Sgombriamo subito il campo da possibili equivoci. Questo giornale è per l’accoglienza senza se e senza ma. Una scelta, o meglio un dovere, o meglio ancora una spontanea adesione, per chi si rifà ai valori cristiani, alla dottrina della Chiesa cattolica, alla formazione culturale e civile fondata sui principi sanciti dalla Carta costituzionale.

Nello stesso tempo, però, teniamo in debito conto i timori, le preoccupazioni e l’avversione allo SPRAR, e quindi ad accogliere in modo strutturato i migranti nella valle metelliana, di una parte di cittadini cavesi. Forse il loro è un turbamento eccessivo e in larga misura infondato, tuttavia, questa è la loro percezione e va rispettata.

Allo stesso modo, sia pure siamo convintissimi che i delinquenti non si distinguono dal colore della loro pelle così come dalla fisiognomica lombrosiana, e che l’essere un criminale nulla ha a che vedere con la diversità etnica, religiosa e culturale, riteniamo che esprimere un bisogno di sicurezza, esigere legalità e chiedere il rispetto delle regole, non siano sinonimi di razzismo e xenofobia.

E siamo anche consapevoli che quello dell’accoglienza sia diventato per molti, sia per indiviudi senza scrupoli che addirittura per le organizzazioni malavitose, un affare molto redditizio. Ed è sotto gli occhi di tutti come l’Europa si giri dall’altra parte, lasciando al nostro Paese in modo quasi esclusivo il carico dell’accoglienza. Ciò però non toglie che l’accoglienza resti un dovere e costituisca, per chi ci crede nel profondo del cuore, un bisogno quello di soccorrere chi chiede aiuto.

D’altra parte, il drammatico problema di questa emergenza di un esodo dalle proporzioni bibliche, non siamo chiamati a risolverlo noi cavesi. A noi ci chiedono, con i quattrini che in larga misura ci vengono dall’Europa, di dare un piccolo, modesto, ma nello stesso tempo significativo e utile contributo. Insomma, anche in questo, ricordiamoci che Cava non è l’ombelico del mondo. E comportiamoci di conseguenza, abbassando i toni ma soprattutto tenendo presenti le proporzioni, quelle della nostra valle e quelle del fenomeno migratorio in atto.

Detto questo, l’auspicio è che quello dell’accoglienza non rappresenti per la nostra Amministrazione comunale solo il disbrigo di una noiosa, arida e inevitabile pratica burocratica, alla stregua cioè di una variante urbanistica o dell’approvazione di un programma di lavori pubblici per il rifacimento dei marciapiedi.

Ciò per evidenziare come l’accoglienza che ci apprestiamo a fare non può che essere responsabile e partecipata.

Responsabile, perché va organizzata in modo tale che siano garantiti non solo i diritti delle persone migranti con un’accoglienza adeguata ai bisogni essenziali e al rispetto della dignità umana, ma nello stesso tempo il puntuale rispetto delle regole, per garantire ai cavesi quella serenità e sicurezza che qualcuno paventa possa andare perduta.

Partecipata, perché la città, nelle sue varie espressioni e formazioni sociali, deve contribuire alle iniziative di inclusione per evitare che questa accoglienza strutturata alla fine si trasformi nella creazione di tanti piccoli, odiosi e socialmente pericolosi ghetti.

In conclusione, la nostra città ha una storia e una tradizione di civiltà e di accoglienza che non può in nessun modo sentirsi minacciata da un centinaio di migranti, al contrario, se l’Amministrazione comunale saprà con accortezza e lungimiranza realizzarla nel migliori dei modi, la società metelliana si arricchirà di un’esperienza umana e culturale che potrà risultare assai utile per il suo futuro. (foto Giovanni Armenante)

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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