LA FINESTRA SUL CORTILE Le promesse per ora mancate del sindaco Servalli
Nella giornata di ieri sui social ho intravisto una foto del sindaco di Cava de’ Tirreni Vincenzo Servalli con una didascalia eloquente ma, nel contempo, sibillina: “Montecitorio, sala della regina, si discute delle nuove regole sui bilanci degli enti locali”.
Mi è venuto spontaneo chiedermi, ma Servalli non ha niente da fare a Cava per andare a Roma a seguire un seminario sulle nuove regole di bilancio? Sì, perché diciamoci la verità, uno dei pochi assessori di qualità che ha, per specifica competenza ed esperienza nel ramo, è proprio l’assessore alle finanze Aldolfo Salsano.
Mi si potrà obiettare che quello del bilancio è un tema troppo caro al sindaco Servali, nonché vitale per le sorti della sua Amministrazione e della città metelliana. Giusto, condivido pienamente. D’altra parte, la revisione della spesa, la spending review per i più colti, è stato un cavallo di battaglia di Servalli in campagna elettorale.
In tal senso, per trovare conferme, sono andato a rileggermi le interviste rilasciate da Servalli al nostro giornale. Una lettura a ritroso, che si è rivelata molto interessante.
Nella prima, del 4 ottobre 2014, da candidato alle primarie del Pd, tra le cose che Servalli indica come prioritarie c’è proprio la spending review: “Per prima cosa nominerei un tecnico di altissima qualità per fare una revisione della spesa dell’ente, per risolvere tutte le inefficienze e gli sprechi che ancora oggi ci sono nel bilancio comunale”.
E nell’intervista del 10 ottobre 2015, a cento giorni dal suo insediamento da Sindaco, Servalli ci dichiara: “Il “Cottarelli cavese” c’è e si chiama Alfonso Cesaro. Ha concorso alla realizzazione di buona parte del programma elettorale sui temi della spending review, sta svolgendo un lavoro straordinario sotto traccia. Il lavoro è in fase avanzata e dopo la presentazione delle linee di mandato fra qualche giorno, un riassetto significativo degli uffici e la ridefinizione di alcune deleghe di giunta, presenteremo all’opinione pubblica il progetto di spending review proposto dal dottor Alfonso Cesaro. La spending review è una filosofia e si sta facendo un lavoro davvero eccezionale in silenzio, con un profilo volutamente basso”.
In verità, un profilo talmente basso che non si è visto praticamente nulla. Assolutamente nulla. L’impressione è che il “Cottarelli” cavese, come quelli nazionali, sia andato a finire nel dimenticatoio come il più superfluo degli oggetti ornamentali, la classica bomboniera, riposta in un baule in soffitta. In politica succede, però, non è affatto il caso di scandalizzarsi.
Leggendo le interviste al sindaco Servalli ci imbattiamo, nostro malgrado, in promesse elettorali: “Secondo provvedimento: istituzione dell’ufficio fondi europei, perché questo modo di procedere dilettantesco del Comune di Cava deve finire. Terzo provvedimento: nomina di un nuovo Comandante dei vigili urbani, perché per la qualità della vita della città il comando di polizia locale è fondamentale per l’innumerevole quantità di compiti: per la sicurezza, per l’ambiente, per il controllo delle attività commerciali, ecc. Infine, appena mi sarò insediato come sindaco, ci sarà un delegato alla metropolitana: una persona che ogni giorno dovrà rendicontare e mi dovrà riferire sui passi in avanti che abbiamo fatto sulla metropolitana”.
Anche per queste promesse, dopo quasi un anno e mezzo di governo municipale, non si è visto un tubo. Ci saremmo accontentati almeno di un comandante dei vigili, vero però, non taroccato.
Insomma, quella delle interviste di Servalli, si è rivelata una lettura a ritroso molto avvincente. Tra le tante pie intenzioni, infatti, ne segnaliamo una, contenuta in un’intervista del 14 febbraio 2015, in prossimità dell’inizio della vittoriosa campagna elettorale. Sull’identità della città metelliana il futuro sindaco Servalli non ha dubbi: “L’identità commerciale di Cava ruota attorno a alcuni elementi che non sono cambiati nel tempo. E’ cambiata la modalità. Non siamo una città industriale, non siamo più una città agricola. Cava deve essere città del commercio, dell’artigianato, della cultura e del paesaggio. Questa è l’identità della città”. Anche su questo, lettera morta o quasi.
Sul commercio, l’assenza dell’attuale Amministrazione è stata ed è sconcertante. Se con il precedente assessore ci si è limitati a qualche convegno legato all’attività professionale dell’assessore stesso, quello attuale è in pratica ignoto. Sul commercio in città è calato una cappa di piombo, un silenzio assordante anche grazie al mutismo, giustificato quello della Confesercenti (il cui presidente è troppo amico del Sindaco per bacchettarlo pubblicamente), delle associazioni di categoria. Insomma, i commercianti hanno smesso pure di lamentarsi, come i moribondi prima di esalare l’ultimo respiro.
E la cultura? Non pervenuta. Non esiste neanche un assessorato. In fondo, Cava è una città circense, festaiola, da sagre paesane contrabbandate persino come expo. Per questo, in verità e per fortuna, l’assessore al ramo c’è.
Per il resto che dire? Il sindaco Servalli ha quasi altri quattro anni per mantenere (o almeno abbozzare) le promesse elettorali e le sue buone intenzioni manifestate in questi ultimi due anni.
Non resta che attendere fiduciosi. Possibile mai che l’attuale Amministrazione comunale qualcosa di valido e concreto non riuscirà a realizzare per il bene e lo sviluppo della città? Speriamo di sì. In fondo, in ogni caso, pur con i loro limiti e manchevolezze, rimangono dei bravi ragazzi. (foto Gaetano Guida)